Presentati i lavori che rinnoveranno la copertura della cupola di San Lorenzo, logorata dagli anni. Al posto del rame saranno applicate placche di piombo, come previsto anche dal progetto originario dell'Alessi
Il restauro della cupola della cattedrale di San Lorenzo procede, e presto inizierà l’ultima fase, cioè il rinnovo della copertura. Il piombo sostituirà il rame, per ripristinare il progetto originario di Galeazzo Alessi, e per conferire maggiore solidità alla struttura. Il lavoro durerà ancora circa un anno, o forse poco meno se non ci saranno intoppi; il costo totale dell’intervento si assesta su un milione e 100 mila euro, per gran parte messi a disposizione dalla Compagnia di San Paolo; alla conta, però, mancano ancora circa 300 mila euro: per questo motivo la Curia di Genova promuoverà l’intervento di privati per portare a termine questo lavoro «portato avanti con maestria e precisione – come ha dichiarato l’arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco a margine della presentazione dei lavori – e che restituirà a tutta la comunità genovese un gioiello e un simbolo».
La cupola di San Lorenzo è uno dei più fulgidi esempi dell’architettura di Galeazzo Alessi, che in città lasciò molte tracce del suo genio: costruita a metà del XVI secolo, in origine aveva la copertura composta da lamine di piombo, seguendo una consuetudine ingegneristica iniziata dai romani. Il piombo, infatti, garantisce maggiore stabilità alle costruzioni e ha maggiore resistenza agli agenti atmosferici, oltre ad essere «un ottimo materiale antisismico, per via delle sue proprietà di resistenza a frizioni e trazioni – spiega l’architetto Claudio Montagni, responsabile dell’intervento – ed oggi, infatti, è stato “riscoperto” dalla letteratura di settore».
L’attuale copertura in rame è arrivata durante l’ultimo restauro, condotto nel 1843 da Giovanni Battista Resasco; l’allora architetto della Città di Genova decise il cambio del rivestimento della struttura, introducendo il nuovo metallo: «La scelta fu probabilmente dettata da una sorta di moda architettonica diffusa in quegli anni – spiega Montagni – e fu il primo caso a Genova, poi preso ad esempio per altre strutture». La salsedine del vicino mare, però, negli anni ha “sciolto” parte della copertura, che oggi versa in pessime condizioni: «Oltre ad aver “macchiato” con l’ossido molti marmi – sottolinea l’architetto – in alcuni punti è talmente danneggiata da far piovere in chiesa, con tutti i potenziali danni facilmente intuibili».
La scelta del piombo è arrivata dopo un attento studio dei progetti originali, ed è stata confermata da ritrovamenti in loco di alcune piastre di questo materiale, probabilmente dimenticate durante l’ultimo restauro. Oltre alla cupola, anche la struttura sarà rinforzata, grazie alla manutenzione delle catene predisposte dallo stesso Alessi: «Tutta la costruizione è in buone condizioni – precisa Claudio Montagni – e l’intervento sarà per lo più conservativo», non come le coperture della basilica di Carignano, che nei prossimi mesi saranno oggetto di un intervento di consolidamento più importante.
Manca poco, quindi, affinché lo skyline della Superba ritrovi uno dei suoi più amati e caratteristici gioielli: la cupola di San Lorenzo potrà affrontare i prossimi secoli con una nuova armatura, nella speranza che sia di buon auspicio per tutta la città.
Nicola Giordanella