Quello che fino a pochi giorni fa sembrava un destino già scritto, ovvero l'intervento guidato dal Municipio per un riutilizzo temporaneo dell'area, subisce una frenata. Da Tursi arriva lo stop alle demolizioni per la creazione della piazza. E adesso?
Il progetto di riqualificazione temporanea dell’ex mercato di corso Sardegna rischia di subire una brusca frenata. Le parole pronunciate dal vicesindaco nel corso dell’ultima seduta di Commissione dedicata al nuovo Puc, suonano come un “fermi tutti” alla realizzazione della nuova piazza pubblica che si ricaverebbe dalla demolizione di due edifici affacciati su via Varese e non vincolati dalla Sovrintendenza.
«Normare oggi quell’area in modo diverso – ha detto Bernini in Sala Rossa – avrebbe un effetto non positivo su una fase delicatissima di una trattativa che il Comune sta cercando di chiudere con un gruppo privato che deve essere indennizzato perché non può più realizzare il progetto per il quale si era aggiudicato un bando pubblico. Sono personalmente convinto che l’ex mercato possa essere valorizzato senza incidere con grossi interventi di modifica sulla struttura, seguendo l’esempio di altri grandi paesi europei per spazi simili. Ma questo tipo di progettazione può partire solo il giorno dopo che avremo chiuso la vertenza in atto»
L’immediata conseguenza, dunque, sembrerebbe uno stop definitivo al progetto fortemente voluto dal presidente del Municipio, Massimo Ferrante, in accordo con il Civ e finora sostenuto anche dall’assessore ai Lavori Pubblici, Gianni Crivello. Secondo il vicesindaco, l’intera area sarebbe intoccabile fino alla chiusura (praticamente raggiunta a livello informale) dell’accordo con il gruppo Rizzani de Eccher, il colosso friulano dell’edilizia che si era aggiudicato l’appalto per la riqualificazione dell’intero ex mercato ma che, in seguito all’alluvione del novembre 2011, ha visto porre vincoli fortemente ridimensionanti al progetto iniziale tanto da rinunciarvi e chiedere un copioso indennizzo al Comune (dalle casse di Tursi potrebbero uscire oltre 2 milioni di euro, molto meno degli 11 chiesti come dall’azienda ma, comunque, una cifra di tutto rilievo in tempo di bilanci in crisi). Tutt’al più, lascia intendere Bernini, potrebbero essere demoliti un paio di edifici nella zona sud che non corrispondono però all’idea portata avanti dal Municipio.
Il vicesindaco ha anche liquidato negativamente la richiesta della consigliera di Lista Doria, Barbara Comparini, di prevedere nel nuovo Puc un cambio destinazione d’uso per gli spazi dell’ex mercato, che possa essere già vincolante per la riqualificazione complessiva. «Nel nuovo piano urbanistico – spiega Stefano Lanzarotto del Comitato contro la cementificazione di Terralba – per quanto riguarda corso Sardegna sono state previste le stesse norme del Puc precedente, quelle cioè che avevano consentito alla Rizzani de Eccher di presentare il proprio progetto. Eppure tutto ciò contrasta con il piano di bacino e le norme regionali che hanno portato all’annullamento dell’appalto e alla vertenza ben nota. Che cosa sta facendo il Comune? Va contro fonti legislative sovraordinate o sta preparando il terreno per una futura nuova speculazione edilizia?» .
Sarebbero già tre i gruppi di architetti interessati a subentrare nella riqualificazione definitiva della struttura, che non prevedrebbe alcuna demolizione e vorrebbe restituire alla città uno spazio in pieno stile liberty. Qualcosa di simile rispetto a quanto disegnato dai cittadini che, assieme al circolo Nuova Ecologia di Legambiente e al coordinamento dei gruppi per la riqualificazione di corso Sardegna, avevano raccolto circa 3 mila firme per manifestare il proprio dissenso rispetto al progetto del Municipio, proponendo per contro la conservazione totale del perimetro esterno dell’ex mercato e l’apertura all’uso pubblico dell’area interna attraverso la realizzazione di un’ampia zona verde, con fonti d’acqua e un polo ludico aggregativo per il quartiere.
Le forti parole di critica rilasciate a Era Superba da Ferrante qualche settimana fa proprio a tal proposito («Sono firme raccolte con l’inganno») hanno lasciato il segno. «Il progetto di Ferrante – commenta Stefano Lanzarotto – non ristruttura l’ex mercato ma lo deturpa non rendendo più usufruibile l’intero stabile per una definitiva riqualificazione futura. Mentre il nostro progetto, che avrebbe gli stessi costi di quello del Municipio, si avvicina molto alla posizione del vicesindaco».
La questione, comunque, è ancora del tutto aperta e sarà affrontata nei prossimi giorni nel corso di un’apposita seduta di Commissione. Anche perché l’assessore ai Lavori Pubblici, Gianni Crivello, ha più volte assicurato che il mercato non resterà vuoto ancora a lungo. D’altronde, a questo scopo sono state accantonate risorse importanti del bilancio comunale: 500 mila euro per una riapertura parziale e temporanea di alcuni spazi, oltre ad altri 200 mila euro impiegati per la rimozione o l’incapsulamento delle parti in amianto. E anche il Municipio ci ha messo del suo con 100 mila euro stanziati per il risanamento conservativo della facciata e altri 50 mila pronti per la riqualificazione futura.
La sensazione è che un punto di incontro, quantomeno tra le diverse anime istituzionali, possa essere trovato in una rivisitazione del progetto del Municipio, lasciando perdere qualsiasi demolizione: «Così facendo – specifica Crivello – la realizzazione del progetto portato avanti da Ferrante non pregiudicherebbe alcuna ipotesi di project futuro sull’intero edificio e potrebbe essere realizzata anche in attesa della chiusura dell’accordo con la Rizzani de Eccher». Insomma, la regia del progetto, con i giusti correttivi, resta al Municipio. «L’obiettivo – conclude l’assessore ai Lavori Pubblici – è quello di restituire ai cittadini uno spazio pubblico, possibilmente con del verde, nel più breve tempo possibile. Vedremo se sarà il caso di pensare a una fase di progettazione partecipata. Ma che cosa fare lì dentro lo decide il Municipio». Ed è proprio questo che sembra preoccupare il vicesindaco Bernini, dal cui assessorato all’Urbanistica dipendono tutte le eventuali autorizzazioni a procedere.
Simone D’Ambrosio