Nella cultura d’Occidente le bambole sono state spesso guardate come giocattoli e opere d’artigianato minore, ma al contrario i Giapponesi le hanno sempre considerate una forma d’arte che celebra la forma umana e ne esprime i poteri spirituali
Il Museo d’Arte Orientale “Edoardo Chiossone”, espone Bambole artistiche del Giappone, una mostra a cura di Mika Mori e Donatella Failla che rimarrà aperta al pubblico fino al 27 luglio. Si tratta di culture figurative di Ōno Hatsuko della Collezione Mori Mika.
In Giappone le bambole divennero immensamente importanti durante il periodo Edo (1600-1868). In quell’epoca le bambole corrispondevano a molti diversi stili, tipologie e qualità ed erano destinate a tutti i ceti sociali, dai membri della nobiltà imperiale e di corte all’aristocrazia militare, dai contadini ai mercanti. Inoltre, le bambole erano importanti nelle tradizioni locali, comprese le usanze popolari e le cerimonie religiose.
Negli anni Venti del Novecento il Giappone ha sperimentato una vera e propria esplosione del movimento artistico delle bambole che, proprio nel momento in cui il Paese si stava velocemente modernizzando e occidentalizzando, mirava alla creazione di opere d’alto valore artistico. Acutamente consapevoli, al pari di altri artisti e artigiani, dei cambiamenti sociali e culturali che stavano avvenendo, i produttori di bambole adottarono le idee moderne sforzandosi al contempo di conservare le tradizioni artistiche. I cambiamenti della società apportarono la stabilità economica – il che diede a professionisti e dilettanti molte opportunità di creare nuovi tipi di bambole. L’industria delle bambole fu trasformata da talentuosi artisti d’avanguardia, che con le loro opere mostrarono superiori abilità tecniche nell’impiego di materie tradizionali. Nel 1936 sei artisti furono invitati a partecipare alla Mostra Imperiale del Giappone (Teiten): con ciò il movimento artistico delle bambole ottenne non solo un riconoscimento importante, ma anche la definitiva consacrazione di questa manifattura tradizionale come arte distinta e raffinata.
Ōno Hatsuko (1915-1982) fu tra gli artisti ispirati dalla bellezza delle bambole. Studiò con Hori Ryūjo (nata Yamada Matsue, 1897-1984), artista donna che fu tra fondatori del movimento artistico delle bambole e che in seguito fu designata Tesoro Nazionale Vivente (Ningen Kokuhō). Col loro aspetto elegante e ricco di stile, le bambole di Ōno Hatsuko esprimono una palpabile emotività: l’artista intese, soprattutto, dotarle di un profondo senso di spiritualità e sensibilità, curando finemente le loro forme, le espressioni dei loro volti, i colori dei loro abiti e ogni più piccolo dettaglio espressivo.
Le tecniche. Creare una bambola richiede molto tempo e un’immensa pazienza. Il corpo è scolpito in legno di paulonia adeguatamente stagionato. La testa, gli avambracci e le gambe sono modellati con una pasta fatta di polvere di legno di paulonia mescolata a colla funori. L’epidermide è dipinta con stesure di polvere bianca ottenuta dai gusci pestati di conchiglie bivalve e ostriche. Il viso e i capelli sono dipinti con inchiostro e rouge. Il kimono è tagliato e cucito a mano con stoffe pregiate.
Da martedì a venerdì ore 9-19; sabato e domenica ore 10-19