Pur trattandosi di un movimento d'avanguardia, l'espressionismo ha una profonda radice storica nei pittori e negli incisori del Rinascimento tedesco, come Drer e Cranach, dei quali riprendono a volte temi e tecniche
Martedì 5 maggio a Palazzo Ducale è in programma il secondo incontro della rassegna La rivoluzione dell’arte: le Avanguardie del primo Novecento, a cura di Anna Orlando.
Ospite Stefano Zuffi, che parlerà di espressionismo ed espressionismi. Da Van Gogh e Munch alle avanguardie tedesche.
A differenza di altre avanguardie, la definizione di “espressionismo” non indica un unico movimento o un singolo gruppo di artisti, quanto piuttosto una generale tendenza generale stilistica diffusa tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo nell’Europa centro-settentrionale, e che riguarda in modo particolare la pittura e l’incisione nell’area culturale tedesca. L’espressionismo si propone come una reazione libera e creativa rispetto all’arte ufficiale: die Brcke (“il ponte”), fondato a Dresda nel 1905, il primo gruppo organizzato di pittori espressionisti tedeschi; seguiranno altri movimenti in diverse città.
I caratteri dell’espressionismo sono comuni a molti artisti: tratti grafici asciutti e taglienti, contorni nettamente definiti, figure spesso nude, paesaggi appena accennati eppure carichi di energia, sentimenti di disagio espressi in modo esplicito, nessuna decorazione inutile, colori innaturali.
Ingresso libero.
ore 17.45