Si tratta di un'esposizione diffusa che raccoglie nel centro storico di Genova una selezione di sei lavori e una nuova produzione dedicata all’Elettra, la nave laboratorio di Guglielmo Marconi
Follow Me di Susan Phlipsz è il titolo della personale dell’artista scozzese in mostra al museo di arte contemporanea di Villa Croce e in altri palazzi dei Rolli del centro storico di Genova a partire dal 10 settembre.
Artista tra le più significative della sua generazione, negli ultimi due decenni Philipsz ha esplorato con le sue installazioni sonore (registrazioni della sua voce che riproduce “a cappella” componimenti altrui) le valenze psicologiche e le potenzialità scultoree del suono.
Per Genova, l’artista realizza un percorso coinvolgente all’interno della cornice architettonica dei palazzi dei Rolli – già Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO – e di sedi istituzionali genovesi, dove si trova a esplorare la relazione tra arte e architettura, concentrandosi sulle continue trasformazioni della percezione pubblica dell’opera d’arte, sulla relazione tra atto performativo e oggetto scultoreo e sulla componente emotiva del suono.
Le sue installazioni si trovano così a fare da accompagnamento ai visitatori in una passeggiata che muove dal cortile centrale di Palazzo Ducale lungo i vicoli del centro storico, fino ai Palazzi di via Garibaldi per finire per raggiungere il nel parco di Villa Croce.
Vincitrice nel 2010 del prestigioso Turner Prize, Philipsz è stata invitata nel 2007 allo Skulptur Projekte Muenster, nel 2012 a Documenta 13, Kassel e nel 2015 alla Biennale di Istanbul. L’artista si è distinta nel panorama internazionale per la precisione con la quale ha concepito ogni singola opera, unica nel suo genere e preceduta da un’accurata analisi della storia del luogo, della sua memoria e delle sue tradizioni tradotte in architetture immateriali, che avvolgono lo “spettatore” in un ambienteintrospettivo. Una narrativa universale, elaborata attraverso la riproduzione di melodie che alludono al tema della perdita, del ritorno e della speranza si salda così al genius loci, costruendo uno story-telling individuale. L’esposizione è accompagnata da una pubblicazione, edita da Humboldtbooks, interamente dedicata al progetto, che raccoglie la documentazione della mostra, disegni dei palazzi e mappe della città, accanto ai testi delle curatrici Ilaria Bonacossa e Paola Nicolin, riunisce saggi critici di Luca Cerizza e Chus Martinez, corredati da un ricco apparato iconografico e dalle schede delle opere in mostra.
Ingresso libero.