Il dispositivo lightbox, attentamente progettato da Decoma Design, dona alle immagini una spettacolare presenza. Gionata Xerra evidenzia gli effetti di luce e rielabora in postproduzione i delicati passaggi cromatici
Travellers è il titolo di una mostra multimediale, concepita e realizzata dal fotografo e artista Gionata Xerra, sul tema del viaggio, inteso come metafora per raccontare “le contraddizioni del mondo”. La mostra presso il Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Genova (Viale IV Novembre 5 – passo Santa Caterina Fieschi – 16121 Genova) si configura come anteprima nazionale, seguita da diverse tappe tra cui Milano, Acireale e Roma.
L’allestimento consta di diverse installazioni che si sviluppano a partire da una serie di fotografie, inserite in lightbox retroilluminati, che ritraggono dodici persone (e il numero ha una forte valenza simbolica che rimanda al mondo biblico o alla mitologia greca per esempio) di diverse età ed etnie, integrate nella società occidentale e approdate ad una condizione di benessere e di stabilità, che rivivono il loro remoto viaggio uscendo da valigie aperte.
Si affianca a queste fotografie una lunga fila di valigie disposte su una parete, legate una all’altra, dodici delle quali hanno sul fronte uno spioncino attraverso cui, in una visione ribaltata – dall’esterno all’interno – e deformata perché grandangolare – dunque straniante – si svelerà all’occhio dello spettatore una storia narrata da video, immagini, testi o semplicemente oggetti illuminati.
Un’altra installazione propone poi una sorta di “scatola magica” in cui il visitatore, guardando all’interno di una valigia appesa a una parete, cambierà il proprio ruolo di spettatore in quello di attore: si troverà in un corridoio con due valigie appoggiate a terra dove un grande specchio, riflettendo la sua immagine, lo costringerà ad un’intima riflessione sul proprio viaggio, ereditato, realizzato o possibile.
“Il viaggio è una di quelle situazioni che accomunano fra loro uomini lontani nel tempo e nello spazio. Si ripetono con varianti infinite, ma sembrano segnate da tonalità affettive molto simili e inscritte nella medesima esperienza fondamentale. Sono certamente più affini tra loro quelle dei viaggi motivati dalla necessità e dalla speranza, dell’abbandono della propria terra alla ricerca del lavoro, della sicurezza, della lontananza dalla guerra o dalle persecuzioni. I travellers del nostro tempo sono caratterizzati da uno sradicamento massiccio, da una particolare forma di lontananza, che può essere spaziale (e colpire determinati individui o popoli cacciati dalla loro patria), ma anche temporale, di distacco dalla propria storia.”
Queste parole che il filosofo Remo Bodei dedica al progetto di Xerra ben si addicono a chiarire le ragioni dell’anteprima di questa mostra nella struttura del Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Genova.
La prima, e forse quella più facilmente comprensibile, consiste nella similitudine del tema trattato alla stessa vita dei frati Cappuccini, per definizione errantes e travellers per scelta, e tanto più quando sono missionari, avvezzi a quella condizione di perenne instabilità che caratterizza oggi tanta parte di mondo, o testimoni – e questo è il secondo interessante aspetto evocato dalla mostra – del disagio che sempre accompagna il distacco, la separazione, delle condizioni esistenziali precarie e dolorose di quei “viaggiatori per obbligo” che sono i migranti, cui si offre sostegno e assistenza in strutture come quella della comunità latino- americana di Santa Caterina da Genova.
La mostra di Gionata Xerra offre quindi l’occasione di approfondire tematiche sociali importanti quali quelle dell’integrazione con la collaborazione delle istituzioni, sia cittadine che regionali, e delle diverse realtà presenti sul territorio in un approccio olistico al problema dei migrantes.
Vi sono poi aspetti squisitamente artistici a legittimare la scelta di esporre il lavoro di Gionata Xerra in un contesto come quello del Museo di Santa Caterina e a tale proposito si citano direttamente le efficaci parole di Lucia Miodini, curatrice dell’evento: “Il dispositivo lightbox, attentamente progettato da Decoma Design, dona alle immagini una spettacolare presenza.(…). Gionata Xerra (…) evidenzia gli effetti di luce e rielabora in postproduzione i delicati passaggi cromatici. Mi pare di individuare nessi con la grande tradizione della pittura fiamminga: penso al ritratto di giovane donna di Rogier van der Weyden o all’autoritratto di Jan van Eych. La posa di tre quarti è un cambiamento dotato di grande suggestione, prima di tutto per l’osservatore (…) L’intensa illuminazione dona un’ambiguità straniante al ritratto. Il suo progetto multimediale e interattivo è, innanzitutto, una riflessione sullo sguardo”.
E dato che la volontà di guardare e di riflettere, insieme a quella di apprendere per restituire, caratterizza da anni l’operato del Museo dei Beni Culturali Cappuccini, sebbene attraverso le opere del passato, si è colta senza esitazioni l’occasione di farlo anche con l’arte, la tecnologia e la creatività contemporanee.
Da martedì a domenica 15.00- 18.30, giovedì 10.00- 13.00 / 14.30-18.30