L'ultima opera del geniale autore inglese fu definita «la più bella commedia di tutti i tempi»
Il Teatro della Corte ospita fino al 4 gennaio 2015 lo spettacolo L’importanza di chiamarsi Ernesto, ultima opera teatrale di Oscar Wilde (1854-1900), definita «la più bella commedia di tutti i tempi».
Debuttò al St. James’s Theatre di Londra il 14 febbraio 1895 e fu subito un successo clamoroso, tanto che uno dei suoi interpreti (George Alexander) annotò in seguito nel suo diario: «In cinquantatré anni di palcoscenico non ricordo un trionfo maggiore: il pubblico si alzò tutto in piedi e non cessava di acclamare».
La commedia è costruita sull’ambiguità del doppio, chiamando in causa due falsi “Ernest”, entrambi poco “earnest” (il protagonista Jack Worthing e il suo amico Algernon Moncrieff), che assumono un nome diverso dal proprio: il primo per condurre liberamente una vita di piaceri, il secondo per smascherare e prendersi gioco degli intrighi dell’altro. Certo, in questo intreccio di simulazioni e di scambi d’identità, nessuno dei due è “onesto”, ma proprio intorno a questi mascheramenti destinati all’happy end, Oscar Wilde si diverte a confondere le carte, trasferendo l’azione dalla città alla campagna, mettendo in bocca ai propri personaggi dei dialoghi straordinariamente brillanti e, soprattutto, inventando quello che resta uno dei suoi personaggi più originali e più riusciti: quella Lady Bracknell alla quale si deve anche il colpo di scena finale che scioglie infine tutta la serie di equivoci, intessuti da una commedia nella quale si può leggere in trasparenza tutto il falso perbenismo della società vittoriana.
Biglietti da 17 a 25 €
Ore 20.30, domenica ore 16