Un delicato ritratto di famiglia, ma anche un’articolata e complessa riflessione sulla vita e sulla morte, sul senso stesso dell’esistenza umana. Le scene e i costumi sono di Guido Fiorato, le musiche di Stefano Bollani e le luci di Aldo Mantovani
Il teatro Duse ospita a partire dal 5 febbraio L’invenzione della solitudine di Paul Auster, spettacolo messo in scena da Giorgio Gallione e interpretato da Giuseppe Battiston.
Una storia dalle forti venature autobiografiche, un complesso mosaico di immagini, di riflessioni personali, di coincidenze e associazioni, che ne fanno non solo un delicato ritratto di famiglia, ma anche un’articolata e complessa riflessione sulla vita e sulla morte, sul senso stesso dell’esistenza umana.
Qualche settimana dopo l’inattesa morte del padre, il protagonista si ritrova nella grande casa di un genitore quasi estraneo, che ha abbandonato da anni la famiglia per ritirarsi in una solitudine caparbiamente distaccata dal mondo e dagli affetti.
Così, scoprendo un padre attraverso tracce labili, oggetti e carte, egli viene ad apprendere anche i frammenti atavici della propria origine in una Europa centrale del primo Novecento, al cui interno si celano le tracce di un antico delitto coniugale, che i parenti hanno cercato invano di occultare.
Questa ricerca del padre ignoto costringe Paul Auster a fare i conti con un’inedita sensazione di perdita esistenziale, una mancanza che diventa per lui straziante, anche perché amplificata dalla quasi contemporanea separazione dalla moglie, con tutti gli interrogativi riguardanti i forti sentimenti che lo legano al figlio, il piccolo Daniel e le ripercussioni che il divorzio avrà sul suo futuro.
Le scene e i costumi sono di Guido Fiorato, le musiche di Stefano Bollani e le luci di Aldo Mantovani.
In scena da mercoledì 5 a domenica 9 febbraio 2014
Prezzi 25 euro (1° settore), 17 euro (2° settore)
Feriali ore 20.30, domenica ore 16