Oltre 150 opere tra dipinti, stampe e disegni dei fondatori del gruppo, tutte provenienti dal museo berlinese Brücke
Dopo il grande successo della mostra dedicata a Frida Kahlo, Palazzo Ducale propone un nuovo grande evento dedicato all‘espressionismo tedesco, Da Kirchner a Nolde.
L’esposizione è organizzata in collaborazione con il Brücke Museum di Berlino e curata dalla Magdalena Moeller e ospita oltre 150 opere tra dipinti, stampe e disegni dei fondatori del gruppo, tutte provenienti dal museo berlinese a documentare una rivoluzione artistica, nel fermento che porterà l’Europa alla Grande Guerra del 15-18 di cui quest’anno si ricordano i cento anni.
La mostra spazia da olii su tela e su cartone a tempere, incisioni su legno, carboncini, pastelli e acquerelli su carta, litografie e acqueforti.
Il termine espressionismo tedesco deve la sua origine principalmente alla fondazione del movimento Die Brücke (“Il Ponte”) da parte di Fritz Bleyl (1880-1966), Erich Heckel (1883-1970), Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938), Karl Schmidt-Rottluff (1884-1976) a Dresda il 7 giugno 1905. Lo scopo di questi artisti è quello di gettare un ponte tra la pittura classica neoromantica e un nuovo stile che si definirà in seguito come “espressionismo.
L’espressionismo tedesco nasce dal vissuto degli artisti, è la ricerca del soggettivo nella realtà che li circonda. Le metropoli, la vita di strada, il circo, stimolano riflessioni sulla solitudine dell’uomo, sull’alienazione dell’individuo, sull’immoralità. Il segno incisivo e la gamma cromatica acida e accentuata divengono tratti distintivi di questo movimento. Se gli impressionisti cercavano di fissare un’impressione sulle loro tele, e si dedicavano alla realtà esteriore, l’espressionismo si dedica all’emozione, alla sensualità, al raggiungimento di una espressione efficace, capace di stimolare, impressionare, coinvolgere lo spettatore.
Il movimento esprime temi come il disagio esistenziale, l’angoscia, la critica all’ipocrisia della società borghese.
Un aspetto fondamentale della loro attività fu la produzione grafica, di cui diventarono maestri, specie nella pratica della xilografia.
Negli anni della guerra alcuni espressionisti guardano al grande conflitto come alla possibilità di un nuovo ordine sociale. Una guerra mondiale può essere il colpo di spugna da loro desiderato per far nascere un nuovo stile di vita: si auspica la purificazione dell’Europa, il tramonto di tutte le antiche strutture di potere. Molti artisti, animati da questi principi, si arruolano e combattono al fronte come volontari, ma il risultato è quello di prender coscienza degli orrori della guerra, che sconvolge al punto di portare molti di loro ad abbandonare la pittura. In altri casi, la guerra diventa contemporaneamente fonte di ispirazione, incubo, ossessione.
Dopo la guerra l’espressionismo tedesco si trasforma, assumendo connotazioni esasperatamente realistiche che si spingono fino all’estrema durezza, alla brutalità, alla rappresentazione dell’orripilante con artisti in grande debito verso i pittori del Brucke come Otto Dix (1891-1969), Max Beckmann (1884-1950) e George Grosz (1893-1959).
L’esposizione di Palazzo Ducale documenta dunque la varia creatività artistica all’interno di questo gruppo rivoluzionario che riportò l’arte tedesca sulla scena internazionale a un livello qualitativo pari a quello delle opere dei fauves, dei cubisti o ancora, dei futuristi italiani.
Dal 5 marzo al 12 luglio 2015
Biglietto: intero € 13, ridotto € 11, scuole € 4. La biglietteria chiude un’ora prima
Da martedì a domenica ore 9 – 19; giovedì ore 9 – 22.30; lunedì 14-19