L'esposizione ospita una delle opere più conosciute dei Musei di Strada Nuova e della stessa pittura genovese del XVII secolo, La cuoca di Bernardo Strozzi, e altre opere di pittori fiamminghi e italiani
Dal 27 marzo al 19 luglio Palazzo Bianco ospita la mostra La cucina italiana. Cuoche a confronto, un evento in occasione dell’Expò di Milano.
Una delle opere più conosciute dei Musei di Strada Nuova e della stessa pittura genovese del XVII secolo è La cuoca di Bernardo Strozzi, un dipinto che ritrae una garzona intenta a spennare un’oca tra altro pollame e con due tacchini appesi alle sue spalle, nella cucina di una dimora aristocratica genovese del Seicento.
Per la sua immediatezza comunicativa e per i caratteri quasi emblematici che lo contraddistinguono, il dipinto di Palazzo Rosso è una delle immagini più di frequente utilizzate per illustrare la copertina di libri di ricette culinarie: l’abbondanza e la varietà dei volatili destinati a essere imbanditi e il pentolone sul fuoco rimandano chiaramente al cibo e alla cucina, sicché non stupisce affatto la fortuna ottenuta dalla tela.
L’opera è una mirabile sintesi delle diverse influenze che nei primi decenni del Seicento costituivano il tessuto della pittura locale: da un lato la moda fiamminga per le rappresentazioni di cucine, mercati, dispense, che aveva trovato esempi, già alla metà del Cinquecento, in dipinti di pittori come Aertsen e Beuckelaer, documentati nelle collezioni delle famiglie genovesi (due tavole di questi artisti sono ora a Palazzo Bianco); dall’altro la nuova attenzione per il genere della natura morta, a motivo della presenza in città di pittori, ancora provenienti dalle Fiandre, come Jan Roos o Giacomo Liegi; in ultimo, il primo affermarsi di quel naturalismo di matrice lombarda e caravaggesca che costituiva l’altro polo di aggiornamento della scuola locale.
La mostra ospiterà anche altre opere di scuola fiamminga e italiana, provenienti dagli Uffizi e dalla Galleria Estense, che costituiscono diretti precedenti di questo nuovo gusto: dalle opere di Francesco Bassano e di Vincenzo Campi che rappresentano cucine e cuoche, anche accanto a scene sacre pur sempre ambientate in spazi domestici con analoghi elementi di natura morta e pollame appeso in bella vista; alle nature morte di Jacopo Chimenti che solo su questi ultimi dettagli si concentrano.
Una moda, quella delle scene di genere legate alla cucina e alle cuoche, che continuerà per tutto il Seicento e ancora nel Settecento, ad opera di artisti che assecondarono le richieste della committenza di alta e media nobiltà realizzando sul tema quadri di medio e piccolo formato (da Giacomo Liegi ad Anton Maria Vassallo fino ad Alessandro Magnasco).
Oltre agli aspetti meramente artistici la mostra, e il catalogo, toccano tutta una serie di argomenti – usi alimentari, la fortuna del tacchino, l’organizzazione e i ruoli di una cucina nel passato- che costituisco tutti addentellati del tema scelto per l’Expo universale di Milano del 2015: Nutrire il pianeta. Energia per la vita.
fino al 2 aprile: da martedì a venerdì 8.30-18; sabato e domenica 9.30-18.30, lunedì chiuso | dal 3 aprile: da martedì a giovedì 9- 19 ; venerdì 9-21; sabato 9-19; domenica 9.30-19.30