Il classico dello scrittore, storico e drammaturgo fiorentino rivive sul palco del teatro di Bolzaneto
In scena al Teatro Govi sabato 5 alle ore 21 e Domenica 6 aprile alle ore 16 La Mandragola, rivisitazione del classico di Niccolò Machiavelli per la regia di Ivaldo Castellani con la Compagnia Stabile TRGG presentano nell’ambito della III Rassegna di Prosa Mario Alessandri.
“La mandragola è una pianta di origine mediterranea dotata di una caratteristica radice antropomorfa dalla quale nell’antichità si estraevano principi ritenuti afrodisiaci. Si tratta di una potente satira sulla corruttibilità della società italiana dell’epoca, ma come spesso succede per i classici, ha superato i confini temporali per essere di grande attualità.
La storia si svolge a Firenze. Callimaco è innamorato di Lucrezia, moglie dello sciocco dottore in legge messer Nicia. Con l’aiuto del servo Siro e dell’astuto amico Ligurio, Callimaco, in veste di medico, riesce a convincere messer Nicia che l’unico modo per avere figli sia di somministrare a sua moglie una pozione di mandragola, ma il primo che giacerà con lei morirà.
Con la complicità di Frate Timoteo e di Sostrata, madre di Lucrezia, anche quest’ultima, pur fra mille renitenze, si convince. Chi giacerà con lei sarà naturalmente Callimaco, travestito da semplice garzone. In una scena molto movimentata il garzone-Callimaco viene rapito e portato a casa di Nicia ed infilato nel letto insieme con Lucrezia.
Ma qui accade l’imprevisto: quando Callimaco svela a Lucrezia la sua vera identità, la donna lo accetta come amante e fa sì che Nicia lo accolga a braccia aperte nella propria casa.
La donna che sembrava subire la volontà maschile in tal modo diventa padrona ed arbitra del proprio destino. In questo senso va anche vista la figura di un Ligurio interpretato da un’attrice.
La Mandragola diventa così un’atroce beffa, una congiura delle donne che cercano il proprio riscatto e la propria vendetta nei confronti della sudditanza agli uomini.
Nella versione della compagnia R&GG, il non facile linguaggio cinquecentesco è aggiornato, pur rispettando le caratteristiche del testo originale, permettendo così al pubblico di assaporare la vicenda senza comunque
perdere il piacere del dialogo.
Il prologo è a due voci. Due giovani attrici si alternano a recitarlo, per sottolineare le differenti sfaccettature e i vari livelli di lettura che può avere questo testo immortale e ancor fresco e vivo
nonostante si accinga a superare il traguardo dei cinquecento anni di vita, infatti recenti studi collocano il
debutto della Mandragola nel 1514 anziché nel 1518 come sempre ritenuto”.
Ingresso: Posto Unico Intero 15 euro, Ridotto 12 euro.
Sabato ore 21, domenica ore 16