add_action('wp_head', function(){echo '';}, 1);
Da sabato 4 fino al 18 febbraio presso gli spazi di Satura, è visitabile la mostra fotografica del collettivo Tabula Rasa "Usa e getta"
Sabato 4 febbraio 2017 alle ore 17:00 inaugura nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra personale “Usa e getta” di Mattia Ciafardo e Diletta Nicosia a cura di Andrea Rossetti.
La fotografia? Mai stata così democratica. Nell’era dei selfie-maniac, e di social network subissati da scatti non necessariamente al top, poterla “praticare” è diventato un gioco da ragazzi. L’epoca della benjaminiana “riproducibilità tecnica” ha lasciato perciò posto a quella di una “inflazione istantanea” figlia dei nostri tempi, che tuttavia non ha indebolito la radice artistica del mezzo. No, s’è tirata dietro un’evoluzione esponenziale e – se si ragiona nell’ottica del duo Tabula rasa, alias Mattia Ciafardo e Diletta Nicosia – finalità poetiche in pieno divenire.
A fare la differenza tra ieri e oggi l’azione – quotidiana per molti – di tenere in mano uno smartphone, status symbol degli anni Duemila e considerato da tanti nuovo mentore in fatto di vacuità di contenuti. Un’azione, un oggetto amato/odiato utile a catturare istanti del presente, e un progetto a cui i due hanno dato un titolo decisamente ironico quanto provocatorio: Usa e getta.
È la tecnologia, soprattutto grazie alla sua maneggevolezza e facilità di trasferimento di luogo in luogo, che ha permesso a Diletta di raccontare il vuoto atemporale dei cosiddetti non-luoghi, spazi di passaggio privi d’ogni interesse rappresentativo e/o narrativo. Ma di cui la giovane fotografa può raccontare, da insider, l’eventualità di un degrado più familiare delle loro inutili scelte estetiche. Edulcorati dai viraggi tonali avvolgenti della stampa fotografica, i non-luoghi rimarcano una naturale tendenza alla non-socialità nel loro vuoto umano. Il non-luogo – pur utile e soggetto a transito costante – è tradotto in spazio non-sociale.
Mattia interagisce nel progetto giocando in maniera più decisa sulla post-produzione, formalizzando una discrasia tra lo scatto veloce/inutile – tipico per la “generazione smartphone” – e il prodotto artistico. Evidenziando minimi dettagli, dedicandosi a selfie che non portano in dono nulla più che la loro autoreferenzialità, Mattia recapita l’invito a soffermarsi sulla banalità di certe scelte narrative; a riflettere, per espressa “sottrazione cromatica”, su aspetti per nulla accattivanti – e proprio per questo perversamente rilevanti – della realtà.
Così rapidi nell’incamerare soggetti in un progetto tutt’ora in fieri (e potenzialmente infinito), le immagini di Mattia Ciafardo e Diletta Nicosia si candidano ad essere istantanee per eccellenza. Testimoni super partes del tempo presente.
Visitabile fino al 18 febbraio 2017
orario 15:00 – 19:00 dal martedì al sabato