add_action('wp_head', function(){echo '';}, 1);
Dal 12 al 22 gennaio al Teatro dell'archivolto in scena lo spettacolo dedicato a don Andrea Gallo
Dopo il successo della passata stagione, da giovedì 12 a domenica 22 gennaio 2017 al Teatro dell’Archivolto ritorna Papa Gallo, lo spettacolo dedicato a Don Andrea Gallo, il prete di strada, il trafficante di sogni, il fondatore della Comunità San Benedetto.
Il regista Giorgio Gallione ha costruito lo spettacolo attorno a testi dello stesso Don Gallo, apparsi nei numerosi libri e articoli da lui pubblicati, ripercorrendo in ordine sparso le varie fasi della sua vita e affrontando i temi a lui cari: Papa Gallo è un’occasione preziosa per parlare di democrazia, solidarietà e argomenti scottanti come i diritti degli omosessuali, il sacerdozio femminile, la prostituzione, l’ipocrisia e l’arretratezza di certa chiesa cattolica. Evocata in prima persona da tre attrici – Simonetta Guarino, Barbara Moselli e Rosanna Naddeo – la voce del Gallo viene fuori più forte che mai. Le sue parole citano Cristo e Gramsci, Pasolini e Don Milani, il subcomandante Marcos e la Costituzione italiana. Fanno da accompagnamento le musiche di Paolo Silvestri e le canzoni di Fabrizio De Andrè, cantautore molto legato a Don Gallo, che amava citarlo come “il quinto evangelista”.
L’eredità più importante che Don Gallo ha lasciato a Genova è la Comunità di San Benedetto al Porto, un’isola di solidarietà e di speranza che da 40 anni accoglie persone in difficoltà: tossicodipendenti, prostitute, ladri, uomini e donne in transito da un sesso all’altro; naufraghi nella tempesta che travolge la nostra società, le cui storie sono intessute nello spettacolo. Costantemente impegnato per la pace e per il sostegno dei più deboli, Don Gallo si fa portavoce delle battaglie per la legalizzazione delle droghe leggere e per i diritti dei gay; nel 2001 denuncia le violenze della scuola Diaz e di Bolzaneto durante il G8 genovese, diventando un’icona no global; da quel momento in poi pubblica diversi libri e inizia a girare incessantemente l’Italia per parlare con la gente.
Fedele all’essenza di un personaggio così sfaccettato, lo spettacolo del Teatro dell’Archivolto vuole essere allo stesso tempo invettiva e “smisurata preghiera”. Incrociando la testimonianza del Don con il mondo dignitoso e disperato messo in musica da Fabrizio De Andrè, Papa Gallo mette in scena anche la storia di Genova vista dalla strada, dalla parte degli ultimi, ovvero l’umanità che Don Gallo ha sempre preferito, “quella che spera contro ogni speranza”.
Andrea Gallo nasce a Campo Ligure nel 1928. Dopo qualche anno con i Salesiani e un’esperienza in Brasile nelle loro missioni, arriva a Genova come vice parroco della Chiesa del Carmine nel 1964. Grazie al suo operato, il Carmine diventa presto un luogo di solidarietà a cui accorrono giovani e adulti da ogni parte della città, un punto di riferimento per gli emarginati che vi trovavano sostegno.
Ma le prese di posizione del sacerdote danno presto scandalo. Viene etichettato come “prete rosso” e nel 1970 il Cardinale Siri decide di trasferirlo a Capraia, provocando una vera e propria sollevazione di popolo. Don Gallo non accetta di lasciare Genova e viene infine accolto dal Parroco di San Benedetto al Porto e qui fonda la Comunità di San Benedetto al Porto, centro di accoglienza per tossicodipendenti, prostitute, emarginati e persone in difficoltà di ogni genere. In prima fila al G8 genovese come al Gay Pride, negli anni Don Gallo si è fatto portavoce di importanti battaglie civili, dalla legalizzazione della droga leggera ai i diritti dei gay al sacerdozio femminile. Ha scritto numerosi libri e partecipato a spettacoli e concerti i cui proventi sono serviti a finanziare la Comunità da lui creata. Si è spento a Genova il 22 maggio 2013. La sua ultima apparizione pubblica il 22 aprile 2013 era avvenuta proprio al Teatro dell’Archivolto, a cui era legato da rapporti di collaborazione e amicizia. Il 18 luglio 2014 il Comune di Genova gli ha intitolato una piazza racchiusa all’interno del Ghetto di Prè, nei pressi di quei vicoli dove così tante volte si era recato per portare il proprio aiuto a chiunque ne avesse bisogno.
Nel 1949 ebbi la prima profezia sul mio futuro. Giovanissimo, ero appena uscito dal noviziato dei Salesiani, e mi ero messo sotto i portici ad ascoltare i racconti di un prete allievo di Don Bosco, un sacerdote vecchissimo, una specie di reliquia col tricorno, la mantella, i capelli bianchi. In questi casi, alla fine, noi chierici dovevamo passare a baciargli la mano.
Quando fu il mio turno chiese: «Come ti chiami?».
«Chierico Gallo».
«Non sarai mai pontefice».
«Perché?».
«Perché Papagallo sarebbe disdicevole per la Chiesa».
E infatti, io, prete da marciapiede, sino alla fine del mondo.
Biglietti da 7,50 a 22 euro.
Inizio spettacoli ore 21, domenica ore 17.30, lunedì riposo.
Info e biglietteria 010.412135 / 0106592220, www.archivolto.it