Un testo permeato di concetti forti e universali che continua ad essere attuale e a rivelare qualcosa su noi stessi
Dal 14 al 31 ottobre il teatro della Tosse ospita in prima nazionale Prometeoedio, nuova produzione del teatro genovese per la regia di Emanuele Conte, che completa la trilogia del potere iniziata nel 2013 con Antigone di Anouilh e proseguita lo scorso anno con il Caligola di Camus.
La figura di Prometeo di Eschilo nel corso dei secoli è stata utilizzato di volta in volta per spiegare tesi e affermare concetti spesso legati alla religione, all’autorità o al potere. Si tratta di un testo permeato di concetti forti e universali che continua ad essere attuale e a rivelare qualcosa su noi stessi.
Al centro del lavoro di Conte c’è l’uomo con la sua meravigliosa umanità fatta di imperfezioni, fragilità, debolezze e difetti. L’essere umano viene rimesso al centro della storia e amato per quello che è, un’analisi in aperta antitesi con il pensiero dominante che guarda all’essere umano utilizzando parametri e modelli che danno vita esclusivamente a giudizi negativi.
Il gesto con cui Prometeo dona all’umanità il fuoco e la consapevolezza è un atto di giustizia compiuto per soddisfare il desiderio di conoscenza dell’uomo, anche se questa sua ambizione porta con sé dolore e sofferenze.
In questa riscrittura ci si sofferma sul tema della ribellione a un Dio tiranno insensibile e impermeabile alle richieste e alle esigenze delle sue creature, sul tema dell’amore per l’umanità e le sue imperfezioni e sul rapporto padre e figlio, argomento che apre a sua volta una serie di implicazioni psicanalitiche da cui il testo è attraversato.
Prometeoedio è tratto dalla tragedia di Eschilo, nella quale il titano Prometeo viene condannato a soffrire in eterno, incatenato per sempre a una roccia ai confini del mondo, per aver rubato il fuoco, la conoscenza e averne fatto dono all’umanità .
Questa terribile condanna non smuove il pensiero di Prometeo che nella sua scomoda posizione resta aggrappato alle proprie convinzioni, senza pentirsi del suo peccato perché “io ho dato loro la possibilità di scegliere. Ora potranno decidere se vivere senza farsi domande, spensierati, o abbracciare il pensiero e il desiderio di sapere. È vero tutto questo provoca dolore e sofferenza, ma se questa sarà la loro scelta allora io soffrirò con loro”.
Come gesto estremo Prometeo, nonostante sia consapevole del dolore e della precarietà della vita umana, decide di farsi uomo a propria volta, nella convinzione che la precarietà dei viventi sia comunque preferibile al terrore nel quale vivono gli Dei per la paura di perdere la propria immortalità .
Biglietti
Intero: 14 euro
La sera della prima giovani fino a 28 anni: 10 euro
Ore 20.30, domenica 18 e 25 ottobre alle ore 18.30, lunedì riposo