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Una commedia con Eros Pagni che lo stesso Eduardo amava definire simbolica e non realistica, che affonda le proprie radici nella realtà, ma poi si sgancia da essa, si divinizza, per dare una precisa indicazione alla giustizia
Dal 2 al 21 dicembre il teatro della Corte propone lo spettacolo ispirato alla commedia di Eduardo De Filippo Il sindaco del rione Sanità, presentato in anteprima al Napoli Teatro Festival nel giugno scorso in occasione del trentesimo anniversario della morte del suo autore.
Lo spettacolo, interpretato tra gli altri da Eros Pagni, ha vinto con una “standing ovation” la scommessa di portare Eduardo in casa di Eduardo.
Il sindaco del Rione Sanità è una commedia che lo stesso Eduardo amava definire «simbolica e non realistica», una commedia che «affonda le proprie radici nella realtà, ma poi si sgancia da essa, si divinizza, per dare una precisa indicazione alla giustizia», perché «Don Antonio è qualcosa di assai diverso da quel capo camorra che all’inizio sembrerebbe che fos-se: egli è un visionario che cerca di ristabilire nel mondo un ordine andato fuori sesto».
L’azione si svolge per i primi due atti nella residenza di campagna di Don Antonio Barracano e nel terzo nella sua casa di città, al Rione Sanità. In entrambi i luoghi, Don Antonio esercita, con il trentennale appoggio del sempre più disincantato dottor Fabio della Ragione, la sua personale idea della legge. Fa estrarre pallottole e ricucire ferite dal corpo di giovanotti troppo animosi; concede “udienze” giornaliere a chi si rivolge a lui per avere giustizia e protezione. Lo spettatore fa così la conoscenza di una curiosa fauna umana, composta da piccoli delinquenti, usurai e bottegai poco accorti. Per tutti Don Antonio ha la soluzione giusta. Ma quando davanti a lui si presentano Rafi-luccio e Rituccia, sua compagna in avanzato stato di gravidanza, le cose si complicano. Rafiluccio, infatti, non chiede aiuto o protezione, vuole solo comunicargli che egli ucciderà suo padre, Arturo Santaniello, ricco panettiere, che lo ha diseredato e cacciato di casa, non riconoscendolo più come figlio. Prima di dare il suo parere, Don Antonio vuole però sentire “l’altra campana” e convoca per-tanto il padre, al quale dapprima confida la storia vera del suo primo delitto contro i soprusi di un arrogante prepotente, invitandolo poi a riconciliarsi con i figlio. Ma il panettiere rifiuta e lo invita di fatto a farsi gli affari suoi, dando così inizio a un tragico precipitare degli eventi.
Lo spettacolo è coprodotto dallo Stabile di Genova e dallo Stabile di Napoli, durata 2.45 ore.
Biglietti da 17 a 25 €
Ore 20.30, domenica ore 16