Un progetto concepito appositamente per il museo dall'artista e il Saraceno Studio in collaborazione con biologi, musicisti, architetti e ingegneri elettronici, con l'obiettivo di esplorare il suono e le vibrazioni del mondo dei ragni
A partire dal 13 giugno e fino al 7 settembre (prorogata fino al 2 novembre) 2014, il Museo d’arte contemporanea di Villa Croce ospita la mostra Cosmic Jive: Tomás Saraceno. The Spider Sessions a cura di Ilaria Bonacossa e Luca Cerizza
A Villa Croce, Tomás Saraceno prosegue l’indagine sull’intricato mondo dei ragni. Già al centro di alcuni importanti interventi installativi e “abitabili” come Galaxy Forming along Filaments, like Droplets along the Strands of a Spider’s Web, presentato alla Biennale di Venezia del 2009, o 14 Billions (Working Title) realizzato alla Bonniers Konsthall di Stoccolma nel 2010, il motivo della ragnatela, nelle sue valenze architettoniche, ingegneristiche, sociali, cosmologiche e simboliche, viene ulteriormente sviluppato nel progetto genovese.
La mostra si propaga nei diversi ambienti della villa ottocentesca collegandoli fra loro. Il piano nobile del museo ospita un’installazione sonora interattiva: il movimento dei visitatori nelle sale, rilevato da sensori collocati in maniera strategica, determina una serie di situazioni acustiche per cui, in base alla sua posizione nel museo, il pubblico percepirà diverse composizioni sonore.
Le casse acustiche sulla sinistra trasmettono il suono prodotto da ragni semi-sociali posti su ragnatele fatte da ragni solitari, mentre sulla destra, le casse riproducono il suono emesso da ragni solitari su ragnatele costruite da ragni sociali. La prevalenza del suono trasmesso dalle casse di destra o di sinistra dipenderà dalla posizione del visitatore nella sale. Saranno ascoltatori politici attivi?
I suoni trasmessi derivano dalla combinazione di vibrazioni emesse da alcune specie di ragni mentre tessono le loro tele cosmiche, si accoppiano, o catturano una preda – registrati con vibrometri laser-Doppler e altre apparecchiature – e di vibrazioni extraterrestri captate da diverse agenzie spaziali.
La presenza del pubblico creerà, quindi, un paesaggio sonoro instabile, in costante via di definizione e la relazione imprevedibile tra movimento e suono intesserà una sorta di invisibile ragnatela acustica nelle sale del museo. Come i ragni percepiscono la realtà attraverso pressione e vibrazioni, piuttosto che attraverso lo sguardo o le immagini, così il visitatore, immerso in uno spazio quasi del tutto buio, imparerà a comunicare e a orientarsi attraverso il movimento del corpo e il senso dell’udito.
In questo ambiente indeterminato, fatto di relazioni temporanee, i corpi dei visitatori “suonano” con i loro movimenti la grande ragnatela invisibile. In un simile contesto, sensibile e vibrante, nuove forme di collaborazione vengono gradualmente scoperte, percepite, ed esperite dal pubblico.
Al piano nobile, sono inoltre esposti due ragnatele ibride- strumenti, intessute da tre specie di ragni, la Cyrtophora citricola, la Nephila kenianensis, e la Cyrtophora moluccensis. Queste strutture stratificate sono il prodotto della collaborazione di ragni appartenenti a specie che presentano diversi gradi di socialità: solitarie (ragni che vivono soli sulle ragnatele), sociali, e semi-sociali (comunità di ragni che vivono su un’unica ragnatela). Ognuna di queste tele ibride è il frutto tridimensionale di una collaborazione aracnologica che sovrappone, trasforma, e ri-orienta le ragnatele creando configurazioni che non esistono in natura e che, per Tomás Saraceno, sono unici strumenti di comunicazione, cooperazione, e seduzione.
Tomás Saraceno, nato in Argentina nel 1973, vive sul pianeta Terra. Lavora regolarmente con ricercatori, scienziati,musicisti, architetti e artisti di diverse nazionalità in uno spazio di ricerca collaborativo e open source. In bilico tra arte e scienza, lo Studio Saraceno produce visioni alternative che mettono radicalmente in discussione le barriere geografiche, le modalità abitative e le regole sociali esplorando altri modelli di vita per i pianeti, la terra e oltre.
Dopo la laurea in architettura a Buenos Aires, Tomás Saraceno frequenta la Städelschule di Francoforte dove studia con Thomas Bayrle e Peter Cook (fondatore di Archigram), sviluppando le fondamenta della sua pratica artistica. Nell’ultimo decennio, Tomás Saraceno si è affermato come uno degli artisti più importanti della sua generazione come testimoniano le numerose partecipazioni a Biennali e a mostre in musei internazionali. Saraceno ha partecipato alla Biennale Internazionale di Arti Visive di Venezia nel 2001, 2003 e 2009, alla Biennale di São Paulo nel 2006. Le sue opera sono state esposte in numerosi musei internazionali tra cui il Barbican Art Center di Londra (2006), il Bonniers Konsthall di Stoccolma (2010), l’Hamburger Bahnhof di Berlino (2011), il Metropolitan Museum di New York (2012), l’HangarBicocca di Milano (2012) e il K21 di Düsseldorf (2013). Parallelamente a questa ricca attività espositiva, Saraceno ha intrapreso una serie di importanti collaborazioni con prestigiose istituzioni scientifiche: nel 2009 è stato artista-residente del International Space Studies Program della NASA, e nel 2012 ha sviluppato un progetto durante la sua residenza al MIT Center for Art, Science Technology (CAST) di Boston. Nel 2009, Saraceno ha ricevuto il Calder Prize per le arti. Tomás Saraceno è rappresentato da Andersen’s Contemporary, Copenhagen; Tanya Bonakdar, New York; Pinksummer, Genova; Esther Schipper, Berlin.