Dal cinema all'incontro diretto, arriva a Genova dall'11 al 18 settembre "Zones portuaires", un’occasione di confronto tra il mondo al di là delle cinte doganali e lo spazio urbano
Il Parco della Lanterna, la Darsena, gli ex Magazzini del Sale, i quartieri retroportuali di Sampierdarena e Pré-Molo-Maddalena, i terminal e i bacini portuali diventano per una settimana i protagonisti assoluti di Zones Portuaires, festival dedicato alle città di porto, un’occasione di incontro e di scambio tra il mondo al di là delle cinte doganali e lo spazio urbano, a partire dal racconto cinematografico per arrivare all’incontro diretto.
Nato a Marsiglia nel 2012 per iniziativa dell’omonima équipe dopo quindici anni di esperienza nel mondo del cinema, nel corso del tempo il festival è diventato occasione per lasciar emergere il fil rouge che lega le città portuali, le loro attività, la loro architettura, le persone che le abitano.
Sbarcato a Genova lo scorso anno, Zone Portuaires torna nella città della Lanterna dall’11 al 18 settembre, con il tema “Transnazionalità: porti e città del futuro”. Il Festival parte dal linguaggio cinematografico, capace di coinvolgere il vasto pubblico, e si realizza attraverso modalità multidisciplinari al fine di stimolare la partecipazione attiva dei cittadini e dei turisti di ogni età e provenienza e nuove dinamiche di interazione tra enti pubblici e privati.
Alle proiezioni cinematografiche sono infatti accostati momenti di approfondimento dei temi trattati attraverso passeggiate, veleggiate, visite guidate, azioni artistiche, convegni, mostre e momenti di incontro informali, realizzati all’interno degli spazi pubblici tra Porto e Città.
«Con l’edizione zero del festival dell’anno scorso a Genova – spiega Maria Elena Buslacchi, antropologa, giornalista e assessore alla cultura del Municipio Centro Ovest – siamo partiti dalle proiezioni cinematografiche in area portuale per poi moltiplicare le prospettive di lavoro sulle barriere fisiche e psicologiche che separano città e porto. Evidentemente esistono ragioni storiche, di sicurezza, di prudenza, per cui la funzione urbana e quella portuale sono andate separandosi: la situazione di conflitto che spesso si crea, a Genova come in tante altre città portuali, non è però qualcosa di irreversibile o di insanabile. La creazione di momenti eccezionali di permeabilità di questo confine, come sono stati gli incontri del 2015, ad esempio alla centrale Enel o al Seamen’s Club, aiuta a far conoscere e comprendere meglio chi e che cosa sta al di là. Lo straordinario riscontro da parte del pubblico in queste visite ci ha persuasi che per queste occasioni di contatto ci fosse curiosità e interesse: in questo senso si è sviluppata la prima compiuta edizione di Zones Portuaires a Genova».
Il programma del 2016 è una composizione di incontri, visite, laboratori per bambini, esplorazioni in mare e, ovviamente, proiezioni.