E così anche tu hai paura ogni volta che lo scopri o che solo ti rendi conto di poterlo scoprire, non è così? Perché la fregatura è proprio riscoprire ogni giorno quello che già sappiamo essere una bugia senza avere modo di impararlo
Caro uomo sulla Luna, dimmi, di chi è la mano infame che oscura l’obiettivo e sfoca l’orizzonte, la forbice che scioglie il nodo e fa crollare le cose, la gomma che cancella i paesaggi e rivela il vuoto? Da dove arriva la goccia di veleno che allungo con il liquore?
Cos’è che mi impala? Quale diabolica ragione fa sì che esploda in me questo trucchetto meschino, il germe violento che iberna i muscoli, il mulinello ghiacciato capace di risucchiare?
È la mano della bugia, lo sai bene anche tu, la bugia che una volta smascherata non si scompone e continua a mentire.
Tu, lassù sulla tua Luna, desideravi soltanto un albero, uno qualsiasi, le cui fronde potessero nasconderti agli occhi altrui e allo stesso tempo permetterti di sbirciare e illuderti così che ci fosse un posto tutto per te in questo grande fracasso. Si, le tue fronde speciali, fino a che non torneranno ad essere fronde normali e allora cambiare albero, uno qualsiasi, come si cambia l’acqua ai fiori.
È una bugia. La tua personale bugia. Ognuno ha le proprie.
E così anche tu hai paura ogni volta che lo scopri o che solo ti rendi conto di poterlo scoprire, non è così? Perché la fregatura è proprio riscoprire ogni giorno quello che già sappiamo essere una bugia senza avere modo di impararlo. Una costante bizzarra che ci accomuna e ci inchioda ad una natura credulona, impaurita e mortale.
Bisognerebbe ridurre all’osso, sino a consumarlo, essere cani soli e affamati, tanto affamati da accettare le condizioni senza tentare di opporre resistenza trovando così l’antidoto al veleno, lo stratagemma che rende vera anche la bugia. Ma sono storie, queste, che chi le vive non saprebbe come spiegarle e allora qualcuno le scrive o le legge nei libri, qualcuno né uno né l’altro. Non fa differenza, perché il rimorso per non avere abbastanza fame unisce gli uomini in un’unica specie e ci consuma, a te come a me, coscienti o meno. È la mano della bugia, a cui non si può fare a meno di credere.
Gabriele Serpe