Mi ripetevi che avrei dovuto presto imparare a disobbedire, perché poi avrei trovato lungo il cammino modo di eludere ed ignorare le conseguenze, il domani. “Alle tue spalle, invece, sarà sempre come uscire di casa e dimenticare il gas acceso senza poter tornare indietro a chiuderlo..."
Forse ho immaginato di trovarmi un giorno pulito, in ordine, compiuto? Come ho potuto pensare simili sciocchezze? Non si arriva mai da nessuna parte, è solo un’illusione. Siamo quadrati senza angoli, forme imperfette, cerchi che non si chiudono. E mentre le erbacce invadono lo stomaco e l’edera e i rovi si arrampicano sulle sue pareti viscide, dovremmo occupare la mente e le giornate per disboscarci e non per abituarci alle infestanti. Ma quanto è difficile vecchio mio.
Bisognerebbe vivere senza farlo apposta, senza farlo sul serio, senza prendersela a cuore. Così mi dicevi. “Diffida degli integralisti portatori di princìpi, dai loro in cambio il caos che porti dentro e tira dritto”.
Bisognerebbe non fare mai nulla di giusto né di sbagliato, vestire i panni del giudice ed assolversi sempre. Ma quanto è difficile vecchio mio.
Eppure ci deve essere un modo per eludere il continuo tiro alla fune, da una parte la coscienza indotta, il giudizio che così precocemente assopisce, incollato alle nostre anime e non c’è modo di andare là dentro a strapparlo, a scollarlo. Dall’altra la coscienza nata spontanea, gagliarda, come i fiori nelle spaccature della roccia, fra le macerie. Resiste quanto può.
Mi ripetevi che avrei dovuto presto imparare a disobbedire, perché poi avrei trovato lungo il cammino modo di eludere ed ignorare le conseguenze, il domani. “Alle tue spalle, invece, sarà sempre come uscire di casa e dimenticare il gas acceso senza poter tornare indietro a chiuderlo. Tutto può esplodere, in ogni momento. Ma non avere paura di ciò a cui non puoi porre rimedio e da cui è impossibile fuggire, è così stupido…”
“Approfitta di quello che c’è, di quello che trovi. Costruisci ogni tanto e ogni tanto distruggi. E cerca di non farti distrarre dai rumori troppo udibili, quelli che sovrastano. Dai e prendi alla cieca come se vivessi chiuso in una gigantesca dark room”.
Vorrei essere capace di respirare a pieni polmoni sull’orlo di questo precipizio e non sentire più la paura di cadere. Ma quanto è difficile vecchio mio.
Gabriele Serpe