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Una, due, mille realtà: “Quello che c’è fuori è tutt’altro tema…”

Quale ruolo ha nei rapporti umani quel che c'è e non si rivela? Quello che è, anche se non accade? Le parole sono condizionate da un'infinità di inibizioni, così i gesti e le intenzioni stesse di ognuno di noi. Quel che vedi non è tutto, quel che ascolti non è tutto, mai


13 Ottobre 2013Rubriche > Lettere dalla Luna

letteredallaluna-calamaioPrendi ad esempio un gruppo di amici, nelle più classiche delle circostanze confidenziali, seduti a discorrere intorno ad un fuoco o a tavola davanti ad un piatto. È semplice comprendere quanto parte della realtà che percepiamo nasconda svariati aspetti bui, che tendiamo ad ignorare quando ci rapportiamo con la gente. In una qualunque discussione su qualsivoglia argomento, gli interventi dei presenti non è affatto detto che rispecchino o spieghino il loro punto di vista, l’opinione, che il soggetto parlante sostiene e magari vorrebbe anche spiegare.

Vuoi per cosciente falsità o desiderio di tacere e così ascondere vari anfratti di sé e del proprio pensiero, vuoi per l’oggettiva impossibilità di spiegare, di riuscire attraverso il linguaggio a rendere anche minimamente l’idea a chi ci sta ascoltando. Tuttavia quell’enorme fetta di noi, che consciamente o inconsciamente non riusciamo o non vogliamo rivelare, è totalmente presente e incide non poco sulla nostra percezione del reale in misura di quanto invece è assente in quella del nostro interlocutore, che non ne può sapere nulla e chissà, magari, che messaggio distorto gli è arrivato. D’improvviso una cerchia di amici intorno al fuoco può diventare un’agghiacciante esposizione di maschere.

Quale ruolo ha nei rapporti umani quel che c’è e non si rivela? Quello che è, anche se non accade? Le parole sono condizionate da un’infinità di inibizioni, così i gesti e le intenzioni stesse di ognuno di noi. Quel che vedi non è tutto, quel che ascolti non è tutto, mai.

Mancherà sempre qualcosa alla realtà per poterla definire tale.

Sei silente universo
che i sensi cinque in fila
difendono
dipingono
perpetui
costellano.
Quello poi che c’è fuori
è tutto altro tema.

 

Gabriele Serpe


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Lettere dalla Luna | Rubrica

Lettere dalla Luna | Rubrica

"L'ho fatto di nuovo, me ne sono andato. Ancora una volta quassù con le gambe a penzoloni. Ho ritrovato il cappello dove lo avevo lasciato e me lo sono rimesso in testa, lentamente, senza rimpianti; ho sfilato dallo zaino il piccolo quaderno granata e ho iniziato a scrivere l'ennesima lettera dalla luna. Per guardarvi da lontano, per pensarvi da vicino. Sotto ai vostri letti, fra i vestiti e la canfora dentro agli armadi, negli angoli della sala dove si ammucchia la polvere. Vi penso da lì, e disturbo, in rispettoso silenzio, l'intimità del guscio, l'inviolabilità della tana, il buio del nascondiglio".

Tutte le puntate

L’autore | Gabriele Serpe

Giornalista, cantautore e poeta. Fondatore di "Era Superba" e direttore dal 2008 al 2015. Ha pubblicato due raccolte di poesia "La Moda Del Lento" (2007, Editrice Zona), "L'Ego Nel Pagliaio" (2001, Nuova Editrice Genovese) e due dischi "Uno" (2014, Areasonica Records) e "Chi Cerca Trova" (2010, Areasonica Records).

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