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“Via da questo luna park in disuso”

Intanto l'Imu cambia nome, i decreti del nostro governo vengono trasformati in slogan per poter essere apprezzati anche dai bambini e i titoli continuano a dettarli i più furbi che sanno sempre cosa dichiarare. Beati loro


13 Febbraio 2014Rubriche > Lettere dalla Luna

letteredallaluna-quaderno2Il sabato pomeriggio si contano poche anime, sarà che piove da giorni, mentre l’acqua sottile si insinua fra le pietre che calpesto e le pulisce. Sono ancora poche le serrande alzate, l’ora della merenda è silenziosa dalle nostre parti, nelle strade del centro come sull’autobus. Non è desolante, non è triste, se dietro le persiane ci sono i caloriferi e gli schermi accesi, gli anziani da accudire, i figli e i cani hanno bisogno di amore.

Sembra un bando andato deserto, questo sabato uggioso. E anche se non mi vedo, mi immagino con lo sguardo simile a quelli che incrocio, lo sguardo di chi durante la festa rimane da solo a guardare gli altri, scopre il trucco e non si diverte più.

Intanto l’Imu cambia nome, i decreti del nostro governo vengono trasformati in slogan per poter essere apprezzati anche dai bambini e i titoli continuano a dettarli i più furbi che sanno sempre cosa dichiarare. Beati loro. Da un televisore in vetrina appare Scajola con il nodo in gola al cospetto di una massaia opinionista, accelero il passo.

Sognare un giorno di portare via le palle da questo luna park in disuso non mi aiuta a vivere meglio il presente. L’attesa per qualcosa di migliore che verrà è una pastiglia capace di sedare la cronica disillusione. Ma è una bugia, l’ennesima.

 

Gabriele Serpe


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Lettere dalla Luna | Rubrica

Lettere dalla Luna | Rubrica

"L'ho fatto di nuovo, me ne sono andato. Ancora una volta quassù con le gambe a penzoloni. Ho ritrovato il cappello dove lo avevo lasciato e me lo sono rimesso in testa, lentamente, senza rimpianti; ho sfilato dallo zaino il piccolo quaderno granata e ho iniziato a scrivere l'ennesima lettera dalla luna. Per guardarvi da lontano, per pensarvi da vicino. Sotto ai vostri letti, fra i vestiti e la canfora dentro agli armadi, negli angoli della sala dove si ammucchia la polvere. Vi penso da lì, e disturbo, in rispettoso silenzio, l'intimità del guscio, l'inviolabilità della tana, il buio del nascondiglio".

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L’autore | Gabriele Serpe

Giornalista, cantautore e poeta. Fondatore di "Era Superba" e direttore dal 2008 al 2015. Ha pubblicato due raccolte di poesia "La Moda Del Lento" (2007, Editrice Zona), "L'Ego Nel Pagliaio" (2001, Nuova Editrice Genovese) e due dischi "Uno" (2014, Areasonica Records) e "Chi Cerca Trova" (2010, Areasonica Records).

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