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La storia dell’indignato

Te la sei presa, hai scaricato rabbia contro tutte quelle persone che non avevano rabbia da scaricare e come se nulla fosse ti camminavano intorno, ti sei disgustato e offeso. Non ci potevi credere...


31 Luglio 2016Rubriche > Lettere dalla Luna

letteredallaluna-quaderno2Hai odiato il potere che impone e istruisce, gli esseri umani che lo esercitano come bimbi avidi senza peccato e lo subiscono come bimbi tonti senza peccato. Hai odiato la Chiesa, ti sei girato dall’altra parte per non partecipare al putrido banchetto di menzogne.

Te la sei presa, hai scaricato rabbia contro tutte quelle persone che non avevano rabbia da scaricare e come se nulla fosse ti camminavano intorno, ti sei disgustato e offeso. Non ci potevi credere. E così hai dato retta anche tu a qualcosa, hai preso per buoni i segnali che ti sembravano buoni, ma sempre con totale indignazione. Così tanta che traboccava, la lasciavi fare. Non bastava mai, non è cambiato nulla.

Hai odiato le banche, maledetti siano i risparmiatori che continuano ad alimentarle a forza di testate sul muro come macchine in tilt. E così hai preso per buoni i conti che ti sembravano buoni. Ma sempre con la stessa totale indignazione che non bastava mai.

Hai odiato la comodità insegnata da chi ha imparato a venderla a buon prezzo. Hai odiato giornali e televisioni perché hai odiato il potere, la complicità era appesa a un filo in bella mostra alla portata di tutti, non è cambiato nulla. Hai odiato anche i supermercati e i centri commerciali. Hai odiato la brutta musica, i testi d’amore, le radio come rulli compressori. Totale indignazione, non bastava mai. Non è cambiato nulla.

Quante volte hai percorso quel corridoio avanti e indietro! E mai che ti sia venuto in mente di fermarti qualche minuto in più davanti allo specchio.

 

Gabriele Serpe


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Lettere dalla Luna | Rubrica

Lettere dalla Luna | Rubrica

"L'ho fatto di nuovo, me ne sono andato. Ancora una volta quassù con le gambe a penzoloni. Ho ritrovato il cappello dove lo avevo lasciato e me lo sono rimesso in testa, lentamente, senza rimpianti; ho sfilato dallo zaino il piccolo quaderno granata e ho iniziato a scrivere l'ennesima lettera dalla luna. Per guardarvi da lontano, per pensarvi da vicino. Sotto ai vostri letti, fra i vestiti e la canfora dentro agli armadi, negli angoli della sala dove si ammucchia la polvere. Vi penso da lì, e disturbo, in rispettoso silenzio, l'intimità del guscio, l'inviolabilità della tana, il buio del nascondiglio".

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L’autore | Gabriele Serpe

Giornalista, cantautore e poeta. Fondatore di "Era Superba" e direttore dal 2008 al 2015. Ha pubblicato due raccolte di poesia "La Moda Del Lento" (2007, Editrice Zona), "L'Ego Nel Pagliaio" (2001, Nuova Editrice Genovese) e due dischi "Uno" (2014, Areasonica Records) e "Chi Cerca Trova" (2010, Areasonica Records).

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