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“L’uomo è infelice perché non sa di essere felice”, aveva ragione Kirillov

Penso a tutte le albe a cui non ho assistito, quasi tutte le albe della mia vita, lasciate ad altri occhi, ad altre vite. Ma non è aspettando il sole tutti i santi giorni che si impara il segreto...


27 Novembre 2016Rubriche > Lettere dalla Luna

lettere-dalla-luna-quaderno-3Apro gli occhi, la luce fioca filtra appena dietro la tenda, il sole ha mosso i primi passi, sono le 6:04. Domenica. Mi alzo lentamente, attento a non urtare nulla per non fare rumore. Non voglio accendere la luce, aspetterò che il sole faccia il suo corso. Scosto la tenda, non mi basta. Apro la finestra, l’aria fredda e umida mi investe e invade la stanza, si attacca alle pareti, odora di asfalto e foglie cadute, bagnate.

La prima lacrima arriva da molto lontano, riesco a farle spazio allargando la gola, abbasso le palpebre un attimo prima e le riapro bagnate, provo sollievo al contatto, caldo, con la pelle. Che bellezza l’aurora. Penso a tutte le albe a cui non ho assistito, quasi tutte le albe della mia vita, lasciate ad altri occhi, ad altre vite. Ma non è aspettando il sole tutti i santi giorni che si impara il segreto. Non è così che funziona, mi dico, è questione di attimi, nulla è in posa. Il cammino è costellato di doni che si schiudono per poi richiudersi immediatamente e fuggire altrove. Provare a coglierli è il nostro destino di uomini. È tutto molto semplice, vivere è semplice. E noi siamo infelici solo perché non sappiamo di essere felici. Sì, questo è il segreto. Aveva ragione Kirillov.

 

Gabriele Serpe


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Lettere dalla Luna | Rubrica

Lettere dalla Luna | Rubrica

"L'ho fatto di nuovo, me ne sono andato. Ancora una volta quassù con le gambe a penzoloni. Ho ritrovato il cappello dove lo avevo lasciato e me lo sono rimesso in testa, lentamente, senza rimpianti; ho sfilato dallo zaino il piccolo quaderno granata e ho iniziato a scrivere l'ennesima lettera dalla luna. Per guardarvi da lontano, per pensarvi da vicino. Sotto ai vostri letti, fra i vestiti e la canfora dentro agli armadi, negli angoli della sala dove si ammucchia la polvere. Vi penso da lì, e disturbo, in rispettoso silenzio, l'intimità del guscio, l'inviolabilità della tana, il buio del nascondiglio".

Tutte le puntate

L’autore | Gabriele Serpe

Giornalista, cantautore e poeta. Fondatore di "Era Superba" e direttore dal 2008 al 2015. Ha pubblicato due raccolte di poesia "La Moda Del Lento" (2007, Editrice Zona), "L'Ego Nel Pagliaio" (2001, Nuova Editrice Genovese) e due dischi "Uno" (2014, Areasonica Records) e "Chi Cerca Trova" (2010, Areasonica Records).

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