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Alzi la mano chi non si è arreso, chi non ha accettato compromessi, chi ha tirato dritto con il suo bagaglio di dubbi e malesseri in nome di una libertà di movimento e di pensiero che non ha voce corrispondente nel vocabolario
Alzi la mano chi si sente sballottato ogni giorno in un teatrino senza fine, fondato su regole semplici e meccanismi perfettamente funzionanti, alzi la mano chi queste regole le ha chiare e pur trovandole ingiuste e riprovevoli non riesce a trovare una via d’uscita. Alzino la mano coloro che si sentono offesi da chi non mette in dubbio le verità della televisione, da chi ha soltanto piacere a farsi distrarre un po’ dal noioso vivere e lavorare e gli sembra tutto sommato che ci sia crisi, certo, ma che è una ruota e tutto tornerà come prima, come se non fosse proprio quel come prima il problema.
Altro che offesi, alzi la mano chi si sente morire davanti ai tizi brillanti che parlano per sentito dire di qualsiasi argomento e usano la prima persona plurale quando si riferiscono a coloro che non si fanno fregare dal sistema. Loro sono proprio la mazzata, quella che fa perdere la speranza, vero?
Ora giù le mani. La alzi chi non si è arreso, chi non ha accettato compromessi, chi ha tirato dritto, sempre, con il suo bagaglio di personali dubbi e profondi malesseri in nome di una libertà di movimento e di pensiero che non ha voce corrispondente nel vocabolario. Chi al denaro non ha ceduto la vita, chi lo ha usato soltanto per sopravvivere, e chi quando il denaro non c’era è stato necessario sopravvivere senza. Chi è pronto a continuare di questo passo, dritto per la sua strada, domani e sempre. Alzi la mano, chi è pronto a farlo.
“Los que viven en mitad del mar desde hace siglos y que nadie conoce porque siempre viajan en dirección contraria a la nuestra. De ellos depende la última gota de esplendor“, Álvaro Mutis.
Gabriele Serpe