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Cercato e desiderato per tutti i secondi che lo hanno preceduto, il silenzio come apoteosi del caos, la sua essenza, la sua splendida fioritura. Ci sorprende con le mani ancora intente a tappare le orecchie e ci ricorda che tutta questa confusione non è una questione di rumore
Sentire tutta questa confusione intorno e non avere la forza di muovere un dito è come scivolare in un tubo. Scivolare sempre più forte, stretto e impotente, con le mani a tappare le orecchie, un rumore assordante.
Ma non serve scriverlo, non basta a esorcizzare. La confusione la percepisci benissimo anche te, e ti spaventa quanto spaventa me. Perché non abbiamo i mezzi per difenderci, perché la confusione genera confusione e l’ordine delle cose è umana storpiatura, come il miraggio nel deserto che diventa meta per l’assetato.
Possiamo incantarci sull’invisibile e sostenere l’impossibile, correre avanti e indietro lungo la linea dell’orizzonte, vivere mille vite e riprovarci… certo. Ma c’è bisogno di silenzio, silenzio e concentrazione, per non sentire niente.
“Quando cala il silenzio, tu non uscirne sconfitto”
Cercato e desiderato per tutti i secondi che lo hanno preceduto, il silenzio come apoteosi del caos, la sua essenza, la sua splendida fioritura. Ci sorprende con le mani ancora intente a tappare le orecchie e ci ricorda che tutta questa confusione non è una questione di rumore.
Predisposti al labirinto, lo scopo è perdersi.
Gabriele Serpe