Commissione a Tursi dedicata alla situazione dell'ex mercato di corso Sardegna. L'obiettivo rimane la gestione temporanea dell'area in attesa della realizzazione di un progetto definitivo e della risoluzione della vertenza legata al vecchio progetto mai realizzato. Il 29 marzo Civ e Municipio aprono i cancelli e invitano la cittadinanza ad un confronto
Un mixi-expo aperto a tutte le associazioni che vogliano far sentire la propria voce sulla riqualificazione dell’ex mercato di corso Sardegna. Comincia a prendere piede l’evento organizzato dal Civ e dal Municipio III – Bassa Val Bisagno per domenica 29 marzo, anticipato pochi giorni fa sulle pagine di Era Superba. Hanno già annunciato il proprio sostegno l’associazione #riprendiamocigenova, la Facoltà di Architettura, artigiani e negozianti del quartiere, Confesercenti, Ascom e Confindustria per un appuntamento che possa restituire per un giorno gli spazi ai cittadini, far toccare con mano che cosa potrebbe succedere nel breve periodo e, soprattutto, fare finalmente una sintesi produttiva di tutte le voci, i disegni e i progetti che fin qui sono circolati attorno al futuro della struttura. «Chiunque vorrà confrontarsi con il Municipio – dice il presidente Massimo Ferrante – avrà il suo spazio, anche gli ambientalisti del Circolo Nuova Ecologia, sempre che vogliano incontrarci dato che formalmente non lo hanno mai fatto. Io non sono contrario alla partecipazione, come è stato detto da più parti, e l’organizzazione questo evento lo dimostra. Ma la partecipazione deve avvenire all’interno di alcuni parametri altrimenti non è altro che un moto perpetuo».
Approfittando anche dell’assenza di partite di Genoa e Sampdoria quel weekend, tutto il corpo della Polizia Municipale del distretto Bassa Val Bisagno sarà impiegato a garantire la sicurezza dei cittadini: l’area prescelta non sarà con tutta probabilità quella della riqualificazione temporanea ma quella più prossima all’entrata, proprio per una questione di sicurezza.
Tornato prepotentemente alla ribalta dopo le parole del vicesindaco Bernini che sembravano stoppare il processo di riuso a breve termine dell’ex mercato fortemente voluto dal Municipio, il tema della riqualificazione dell’imponente struttura nel cuore di corso Sardegna è tornata a far discutere questa mattina la Commissione Territorio.
«Non esiste un progetto di Ferrante, di Crivello o di Bernini – ha ricordato l’assessore ai Lavori Pubblici, Gianni Crivello – ma semplicemente una delibera di giunta (n. 289/2003, ndr) approvata nel novembre 2013 in cui si approva il finanziamento di 500 mila euro per i lavori di demolizione di alcuni edifici non vincolati dalla Sovrintendenza e per la sistemazione provvisoria dell’area per uso temporaneo in attesa dell’intervento di riqualificazione complessiva. Si tratta, se vogliamo, di un palliativo ma è l’unica cosa che possiamo fare finché non sarà concluso il contezioso con De Eccher». Gli edifici da abbattere sono quelli, ormai famosi, che si affacciano su via Varese, la cui demolizione darebbe via libera a una nuova piazza asfaltata con la conseguente messa in sicurezza attraverso recinzioni degli edifici che si affaccerebbero sulle aree sgombrate. Una delibera, all’epoca, votata dallo stesso vicesindaco Bernini, che ultimamente si è detto invece contrario a ogni demolizione per evitare l’insorgere di nuovi problemi nella trattativa con Rizzani. Tuttavia, nel testo della delibera si legge che gli interventi di demolizione previsti “non pregiudicano i rapporti in essere con la società convenzionata Rizzani de Eccher”.
«La delibera non è certo un testo sacro – precisa Crivello – e se decidiamo di non rimuovere più quegli gli edifici, la cambieremo. Ma è da qui che deve partire il progetto di riuso temporaneo dell’ex mercato». Nello stesso documento viene anche indicato l’iter per i lavori che potranno essere attivati (con o senza demolizioni) solo una volta terminata la bonifica dell’amianto. «Abbiamo smaltito circa 100 tonnellate di amianto per poco meno di 10 mila metri quadrati – spiega Francesco Chiantia di Amiu Bonifiche – mentre altri quattro edifici sono stati incapsulati, come previsto dalla legge, altrimenti si sarebbe lasciata una parte della struttura a cielo aperto. Resterebbe da incapsulare ancora un edificio (angolo sud-est di via Varese, ndr) che non è stato toccato perché si pensava venisse demolito».
Demolizione a cui un gruppo piuttosto nutrito di cittadini (3300 le firme raccolte finora) si è opposto presentando un progetto alternativo che mira alla conservazione di tutto il perimetro della struttura per non pregiudicare la riqualificazione definitiva: «Siamo d’accordo che l’area venga sfruttata – spiega Patrizia Conte, coordinatrice dei comitati per la salvaguardia dell’ex mercato di corso Sardegna – ma proponiamo di liberare uno spazio centrale, demolendo due piccoli edifici non vincolati e realizzando uno spazio verde con il ripristino della vecchia pavimentazione in lastroni che renderebbe permeabile la zona calpestabile, a differenza dell’asfalto».
Ora, dunque, non resta che prendere una decisione sul da farsi. «Tutta la discussione che è nata attorno alla riqualificazione dell’ex mercato – sostiene Crivello – è frutto di una precisa scelta politica esattamente contraria all’immobilismo: così come abbiamo fatto con la previsione dei lavori dello scolmatore del Fereggiano in attesa di quello del Bisagno, cerchiamo di trovare una soluzione intermedia che possa andare incontro alle richieste dei cittadini. Certo, non tutti saranno d’accordo, ma tra i compiti dell’amministrazione, dopo aver ascoltato ed essersi confrontata con tutti, c’è quello di fare sintesi e assumere delle decisioni».
«A me non interessa tanto se e quali edifici verranno demoliti – commenta il presidente Ferrante – ma piuttosto che si avvii finalmente quel processo di riappropriazione del luogo da parte dei cittadini. Non ci troveremmo in questa situazione se nel 2009 si fosse accelerato l’avvio dei lavori perché l’alluvione avrebbe comportato vincoli più stringenti alla Rizzani e non la rinuncia al progetto che costerà un sacco di soldi ai cittadini. Certo, personalmente sarei favorevole alla demolizione degli edifici previsti dalla delibera perché si creerebbe finalmente una comunicazione diretta tra piazza Martinez e corso Sardegna, ma è il Comune che deve decidere». Un po’ di coltello dalla parte del manico resta, però, anche nelle mani del Municipio dato che, se il processo di restituzione di uno spazio pubblico ai cittadini dovesse ulteriormente tardare, Ferrante potrebbe rivolgere altrove (rifacimento di Piazza Martinez) i 50 mila euro di bilancio impegnati. A quel punto, al Municipio resterebbe soltanto il risanamento conservativo della facciata su corso Sardegna, compresa la rimozione dei ponteggi ormai non più in sicurezza, mentre la palla per la gestione della struttura tornerebbe tutta sulle spalle del Comune.
Il quadro, insomma, resta ancora molto incerto o, quantomeno, bloccato e potrebbe restarlo almeno ancora fino all’evento di fine marzo. Nel frattempo, però, dell’ex mercato di corso Sardegna si tornerà a parlare con tutta probabilità nei prossimi giorni, quando in Consiglio comunale si discuterà l’approvazione del nuovo Puc, in cui le destinazioni previste per l’area restano le stesse che avevano dato il via libera alla presentazione del project financing di Rizzani – De Eccher che tanto aveva fatto discutere anche prima del suo stop definitivo.
Simone D’Ambrosio