Carlo Rosso è medico, specialista in Psichiatria, psicoterapeuta, sessuologo: "Oggi è il tempo delle relazioni smaltibili all’insegna del piacere che se ne può trarre e non della scelta e dell’impegno"
Il 21 Gennaio è uscito nelle librerie e negli store online “Relazioni Instabili”, l’ultimo saggio dello psichiatra, sessuologo e docente universitario Carlo Rosso, edito da Golem Edizioni. Abbiamo potuto intervistare l’autore per proporre a tutti i lettori di Era Superba e del mio blog uno sguardo più approfondito su un tema quanto mai attuale e sempre vivo come quello delle relazioni, approfondendo maggiormente alcuni aspetti che vengono indagati all’interno del saggio. Un terapeuta infatti non dà solamente delle risposte al paziente ma si pone anche delle domande, interrogativi che nascono da necessità o da riflessioni successive a fatti di cronaca passati e attuali.
Ho letto il suo saggio con grande interesse. Nonostante il tema sia complesso e articolato il libro risulta accessibile a tutti e sicuramente utile per chiarire qualche dubbio personale sulla propria emotività. Partendo però dal principio, qual è l’intento principale che voleva raggiungere scrivendo questo saggio? A chi è rivolto principalmente?
Come quasi tutti i libri che ho scritto sono rivolti a quelle persone che provano a non perdere il filo di ciò che gli accade dentro. Persone che non si accontentano della narrativa interpretativa dominante ma desiderano bucare la crosta dell’ovvio, del politicamente corretto (esiste pure in psicologia) per agguantare qualche brandello delle verità emotive profonde che guidano le nostre esistenze. In realtà il saggio è una raccolta di microsaggi scritti su sollecito di eventi di cronaca, di letture personali o di riflessioni seguenti ad incontri con i miei pazienti. Infatti i pazienti cercano risposte dai loro terapeuti ma sollevano nelle loro menti anche una quantità di domande. A queste ho cercato risposte, che sono poi le riflessioni che tutte insieme sono diventare libro. Che intento avevo? Per certo una personalissima (egoistica?) volontà di capire, come solo la riflessione scritta consente. Poi guardando all’opera compiuta è stato evidente che il filo comune che le legava erano i movimenti, le fluttuazioni, le ambiguità e le vicissitudini del nostro interagire con l’altro da noi. Da qui il titolo: “Relazioni Instabili”
Cosa si intende quando di parla di “relazioni instabili”? Dicendo “relazioni instabili” si presuppone che ci siano anche delle “relazioni stabili”; in cosa si differenziano?
In realtà non è proprio così, poiché “instabile” non è da ritenersi un termine che connota negativamente una relazione. Certo ci sono relazioni la cui instabilità è come un movimento sismico crescente che le porterà a implodere o ad esplodere (questo a seconda delle caratteristiche di personalità dei due attori) ma l’instabilità è anche, per un altro verso, ciò che garantisce la vitalità della relazione. Voglio dire che una relazione che si percepisce come garantita è come un albero che ha smesso di dare frutti; c’è, ma la vita non scorre più. Quando sentiamo il partner garantito, quando non lo percepiamo più come persona libera che si dispiega nel mondo e ha qualità per piacere e desiderare è bene domandarsi che cosa è ancora lui per noi e come lui possa sentirsi svuotato dalla donazione di senso del valore che gli attribuiamo attraverso la nostra ammirazione e, anche, modulata gelosia. Quindi vi è da augurarsi che la relazione di coppia, in questa prospettiva di pensiero, rimanga, come dire, “instabile”. Del resto Goethe diceva che “l’amore è un fiore meraviglioso che bisogna avere il coraggio di cogliere sul limite di un precipizio”. Il precipizio non è esattamente un luogo di stabilità.
Qual è la differenza tra l’innamoramento e l’amore? Mi pare di notare che ci sia confusione a riguardo e questo porta i giovani, e forse non solo loro, a dividersi in due categorie di persone. La prima comprende chi evita a tutti i costi le relazioni durature (in ambito amoroso, di amicizia e anche lavorativo), come se avessero paura di non sentirsi più liberi o di non avere più una propria identità individuale. La seconda al contrario comprende tutte quelle persone che ricercano una relazione ad ogni costo, anche instaurando dei rapporti che non funzionano, pur di non rimanere soli. Da cosa derivano queste paure opposte?
Lo scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa quando ebbero a chiedergli dell’amore disse: “Ah l’amore, fuoco e fiamme per un anno e poi cenere per trenta”. Ecco, ben indicato il confine tra queste due esperienze della vita amorosa. La prima, l’innamoramento, è un movimento emotivo totalizzante che ci risucchia e ci conduce, sia pur temporaneamente, in una dimensione di perfetta unione dove il due diventa uno. La seconda, che ha ben altri contenuti oltre alla cenere – di cui ho scritto nel mio libro “Ti amo e Ti temo” – è un movimento in assoluto contrario al primo dove il due, ovvero la differenza tra i partner, diventa una scommessa accettata che apre ad un orizzonte condiviso. È vero però che la scommessa della “verità del due” non è facile; e qui rispondo alla seconda parte della sua domanda, perché oggi è il tempo delle relazioni smaltibili all’insegna del piacere che se ne può trarre e non della scelta e dell’impegno. Anzi, ogni vincolo appare una inaccettabile limitazione della libertà personale e quindi su ogni vincolo incombe il fantasma di una felicità maggiore che potrebbe abitare la relazione che deve ancora venire. Così intesa la relazione enfatizza implicitamente il peso della sessualità. Quasi che il concetto di buona relazione debba, senza alcuno scarto, coincidere con la passione sessuale intensa, con l’affiatamento erotico. Ma questa moderna cornice interpretativa della relazione amorosa è all’origine della sua debolezza, poiché conferisce all’appagamento sessuale potere di indirizzo sul futuro della relazione. Ma che speranza di tenuta può avere una relazione di questo tipo, la cui sopravvivenza è determinata dai moti della passione e dell’emozionalità? Forse nessuna, ed ecco perché le relazioni che durano sono eccezioni. Per quanto invece concerne le relazioni che durano nella sofferenza qui la ragione non è nella cultura ma nell’intreccio delle miserie psicologiche dei due protagonisti. Per un verso il carnefice, che fatica ad emanciparsi da una presenza che ferisce emotivamente ma assicura identità, per l’altro vertice la vittima, ancorata al ricordo della forza e sicurezza che all’inizio traeva da quella relazione e che il pentimento, a singhiozzo, del carnefice promette ritorni. Insomma reciproche dipendenze che si declinano in ruoli diversi ma entrambi animati da marcate fragilità emotive.
“Relazioni Instabili”, di Carlo Rosso. Golem Edizioni.
Sinossi: Amore, sesso, violenza, gelosia, tradimento, identità, cura, genitorialità, perversione… Tutte questioni legate al filo rosso dell’essere in relazione. Temi spinosi che ci fanno vibrare e che tendiamo a non ascoltare, su cui la cultura ha già fabbricato i suoi indirizzi interpretativi, sancendo il giusto e lo sbagliato. Aprirsi a un modo «altro» di leggere il terreno instabile delle nostre costruzioni relazionali è il fine di questo volume. «Avviare il pensiero, senza incagliarsi nei punti di fuga che comprimono la complessità relazionale in una bidimensionalità forzata e artificiale. C’è bisogno di guardare a noi stessi da vertici inusuali per agguantare qualche brandello di senso dell’esistere».
Biografia dell’autore: Carlo Rosso è medico, specialista in Psichiatria, psicoterapeuta, sessuologo. È stato direttore del dipartimento medico-psichiatrico del Policlinico di Monza presso la CdC San Giuseppe di Asti. È direttore del programma di Trattamento per Autori di Reati Sessuali presso la C. Circondariale di Vercelli. È presidente della Società Italiana di Psicopatologia sessuale, Sez. Speciale della Società italiana di Psichiatria. Insegna Psicopatologia Sessuale presso l’Università di Torino. È direttore dell’Area Clinica e Crisi presso le Comunità Psichiatriche del Gruppo Prometeo. Tra gli ultimi suoi libri: Aggressori sessuali: la comprensione empirica del comportamento abusante (Edi ERMES/Pensiero Scientifico 2010); Perversi e felici (Golem 2012); Ti amo e ti temo. L’amore al tempo dell’individualismo (SVpress 2015).