Era Superba è il magazine online dedicato alla città di Genova. Notizie, inchieste e interviste, agenda eventi, video e rubriche di approfondimento

  • Home
  • Notizie
  • Approfondimenti
  • Ambiente
  • La città che cambia
  • Interviste
  • Editoriali
  • Seguici
    • Facebook
    • Twitter
    • RSS Feed
    • LinkedIn
    • Youtube

Biblioteca Universitaria di Genova: un trasferimento lungo quindici anni

A distanza di quasi 15 anni dal lancio del progetto non si conosce la data di apertura al pubblico, almeno parziale, della nuova sede nell'ex hotel Colombia a Principe; i volumi rimangono custoditi nel magazzino inaccessibili agli utenti


10 Luglio 2013Inchieste

archivio-libri-scrittura-D1Un sogno destinato a rimanere tale, complici prima la difficoltà di reperire risorse poi la disorganizzazione e la carenza di personale. Parliamo della nuova e prestigiosa sede della Biblioteca Universitaria di Genova, presso l’ex hotel Colombia di piazza Acquaverde di fronte alla stazione Principe, appena sopra alla storica via di Prè, a due passi dalla via Balbi degli studenti. Uno scrigno della memoria finora pressoché vuoto e sempre inaccessibile al pubblico nonostante sia quasi pronto.
Un investimento da 26 milioni di euro a carico dello Stato, tra acquisto (nel 1999) e restauro della struttura in stile liberty, 13 mila metri quadrati su cinque piani (più due sotterranei) che dovrebbero ospitare oltre 650 mila volumi – di cui almeno 200 mila “a scaffale aperto” dunque a libero accesso – nella più grande biblioteca della Liguria che, nonostante il nome, a livello amministrativo dipende direttamente dal Ministero dei Beni Culturali.
L’idea originaria è particolarmente ambiziosa, ossia realizzare un polo culturale, dotato di diverse anime: una pubblica, una universitaria ed una di conservazione, visto che racchiuderà in sé la memoria di Genova, compreso il lascito Edoardo Sanguineti, una collezione di circa 25 mila libri che il poeta ha voluto donare alla città. Inoltre, nella struttura troveranno spazio un ristorante all’ultimo piano, una caffetteria ed un bookshop al piano terra, una sala convegni nell’ex salone da ballo, una mediateca nel piano ammezzato.

Principe ex hotel Colombia. nuova biblioteca universitariaDa quindici anni si parla del progetto e viene annunciata l’imminente apertura della nuova sede, ma immancabilmente – tranne sporadiche quanto temporanee inaugurazioni per mostrare a pochi fortunati lo splendore delle sue sale – le porte della biblioteca rimangono chiuse, lasciando fuori i cittadini.
Nel 2012, dopo lungo lavoro ai fianchi del Ministero per ottenere lo sblocco dei fondi, i lavori di restauro sono finalmente terminati. Ad oggi, luglio 2013, mancano gli arredi interni – fondamentali per rendere fruibile il materiale librario – mentre i volumi iniziano a traslocare ma solo nei sotterranei dell’ex hotel Colombia, adibiti a magazzino.

LE RACCOLTE INACCESSIBILI PER GLI UTENTI

Dunque, il trasferimento, almeno di una parte di volumi (in particolare la sezione moderna e gli acquisti dal 2000 in poi), è in atto. Tuttavia l’operazione «È gestita con iniziative estemporanee che allontanano dall’obiettivo principale di una biblioteca, ovvero rendere al più presto fruibili le raccolte librarie all’utenza – spiega una bibliotecaria – C’è un evidente deficit di organizzazione. I libri, seppur lentamente, si stanno spostando dalla vecchia sede di via Balbi al nuovo magazzino. Però, non si sa quando effettivamente il materiale sarà accessibile per i lettori».

archivio-libri-scrittura-D3Nonostante ciò, i lavoratori auspicano che per l’autunno 2013 sia possibile attivare la fruizione del materiale documentario, con un’apertura perlomeno parziale. «Dobbiamo studiare la modalità con le poche forze che abbiamo a disposizione, anche perché, inevitabilmente, ci sarà una fase in cui dovremo garantire l’apertura di entrambe le sedi», sottolinea un’altra bibliotecaria.
Il futuro rimane un’incognita e le notizie arrivano con il contagocce. Era Superba ha provato a chiedere lumi (tramite mail e telefonate) alla Direzione dei Beni Culturali della Liguria, presieduta dall’arch. Maurizio Galletti, senza ottenere risposta.

In ballo c’è anche il destino del Fondo Sanguineti. «La traslazione è avvenuta circa 2 anni e mezzo fa – raccontano i lavoratori che preferiscono rimanere anonimi – Eppure, attualmente su circa 25 mila volumi complessivi soltanto 3000 sono stati presi in carico dalla biblioteca universitaria». Gli altri rimangono inscatolati in qualche magazzino, chissà dove, con una gestione del trasferimento che appare alquanto improvvisata.

GLI ARREDI INTERNI

Principe ex hotel Colombia. nuova biblioteca universitaria.1Come detto in precedenza, affinché la nuova sede sia davvero funzionale, sono necessari gli arredi interni: innanzitutto le scaffalature per disporre i volumi appunto “a scaffale aperto”, secondo la vocazione di una biblioteca che sia eminentemente “pubblica”, poi tavoli, sedie, armadi, ecc.
Per la fornitura degli arredi si è svolta una gara di appalto da circa 2,7 milioni di euro ma, secondo voci interne, una ditta non vincitrice ha presentato ricorso. Di conseguenza, fin quando non si risolverà il contenzioso giudiziario – e conosciamo i tempi lunghi di simili vicende – la situazione è pressoché bloccata.
Nel frattempo, come racconta una bibliotecaria «Per il magazzino abbiamo riutilizzato le scaffalature della sede di via Balbi. Il problema è che mancano le scaffalature portanti, quelle fondamentali per organizzare le sale di lettura e consultazione».

LA CARENZA DI PERSONALE

La disorganizzazione è indissolubilmente legata alla carenza di forza lavoro. Complessivamente, i dipendenti della biblioteca universitaria sono una cinquantina. Meno di una ventina di essi, però, lavorano come servizio al pubblico. Decisamente troppo pochi per l’idea di polo culturale che è stata illustrata in questi anni.
«Noi vorremmo che fossero attuate nuove immissioni – spiegano i lavoratori – circa 2 anni fa abbiamo firmato il fabbisogno di personale, indicando la quota di lavoratori mancanti, in base alle piante organiche del’epoca. Oggi siamo messi peggio. Siamo una cinquantina tra uffici amministrativi, back office (catalogazione, ecc.) e servizio al pubblico, mentre dovremmo essere come minimo 80. C’è assolutamente bisogno di forza lavoro, almeno sotto forma di tirocini e stage».

«L’insufficienza della forza lavoro è un problema nazionale legato a precise scelte politiche – afferma Carlo Brizzi, rappresentante della Cgil-Fp Beni Culturali che, insieme a tutte le altre sigle sindacali, è scesa in piazza sul finire di giugno allo scopo di ribadire l’importanza del settore (e dei suoi lavoratori) per il sistema Paese – In questi giorni finalmente ci confronteremo con il Ministro Bray».
Il sindacalista spiega: «La Legge Brunetta ha stabilito una fase di ricognizione degli organici che ha portato ad un taglio della forza lavoro del 20%. Il risultato è la pubblicazione degli organici nazionali, dai quali emerge con evidenza una carenza nella cosiddetta 3° area (funzionari) e nella 2° (tecnici), mentre nella 1° area, quella dei servizi ossia il livello più basso, c’è un esubero di 272 unità. Secondo la norma dell’ex ministro della Funzione Pubblica finché non saranno appianati gli esuberi, tramite qualche forma di mobilità o accompagnamento al pensionamento, non sarà possibile procedere a nuove assunzioni. È un vero e proprio paradosso, ci vorranno almeno altri 4-5 anni e nel frattempo tutto è bloccato. Noi abbiamo chiesto l’eliminazione della 1° area. Infatti, servono soprattutto funzionari e tecnici di supporto».

GLI SPAZI DA AFFIDARE AI PRIVATI

Un lussuoso ristorante all’ultimo piano, la caffetteria, il bookshop, la mediateca, la sala convegni: sono tanti gli spazi che nelle migliori intenzioni dovrebbero essere dati in affidamento a privati. Oggi, però, con la crisi che non accenna ad allentare la sua morsa, esistono imprenditori pronti a rischiare nel rilancio della zona grazie al volano della biblioteca?
Per il momento non lo sappiamo perché, a quanto pare, non è stata bandita alcuna gara. Eppure, l’affidamento degli spazi è un’operazione fondamentale per coprire i costi di gestione di una simile struttura.
«Di collaborazione con i privati si parla ormai da anni – confermano i lavoratori della biblioteca – il progetto originale prevedeva il coinvolgimento attivo della città per rivitalizzare l’area di Principe. Anche il Comune ed altre istituzioni dovrebbero collaborare, magari utilizzando le sale dell’ex hotel Colombia per presentazioni, incontri, dibattiti pubblici».
Insomma, per far decollare definitivamente il progetto ci vuole la sinergia di diversi soggetti. D’altra parte, una volta che si è concretizzato un investimento così significativo, sarebbe stupido e controproducente tornare indietro. «Per questo siamo convinti che, prima o poi, la nuova sede vedrà la luce – concludono i dipendenti – anche se i tempi rimangono un mistero».

 

Matteo Quadrone


  • biblioteche
  • tweet
Potrebbe interessarti anche
  • Voltri, inaugurata (finalmente) la “nuova” biblioteca Rosanna Benzi
    Voltri, inaugurata (finalmente) la “nuova” biblioteca Rosanna Benzi
  • Biblioteca di Voltri: ufficiale l’inaugurazione il 10 febbraio
    Biblioteca di Voltri: ufficiale l’inaugurazione il 10 febbraio
  • Biblioteca di Voltri, dopo slittamento nuova data per l’inaugurazione, oggi prevista per il 10 febbraio
    Biblioteca di Voltri, dopo slittamento nuova data per l’inaugurazione, oggi prevista per il 10 febbraio
  • Biblioteca di Voltri, ipotesi inaugurazione per il 31 gennaio e apertura 1 febbraio
    Biblioteca di Voltri, ipotesi inaugurazione per il 31 gennaio e apertura 1 febbraio
Altri articoli di questa categoria
  • Genova-Milano, biglietto di sola andata. La città si svuota e diventa sobborgo. Davvero
    Genova-Milano, biglietto di sola andata. La città si svuota e diventa sobborgo. Davvero
  • Gronda, previsioni sbagliate: in dieci anni meno 17% di traffico. Rivedere il progetto è necessario
    Gronda, previsioni sbagliate: in dieci anni meno 17% di traffico. Rivedere il progetto è necessario
  • Spiagge liberate: tra mareggiate, sequestri e un castello di sabbia che sta per crollare
    Spiagge liberate: tra mareggiate, sequestri e un castello di sabbia che sta per crollare
  • Stoppani e la bonifica senza fine della Cernobyl genovese. Storia di una bomba ambientale ancora innescata
    Stoppani e la bonifica senza fine della Cernobyl genovese. Storia di una bomba ambientale ancora innescata

Lascia un Commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Libri

The Black Bag, come ripulire il mondo dalle nostre cattive abitudini

The Black Bag, come ripulire il mondo dalle nostre cattive abitudini

Ludovica Squadrilli ci racconta come si possano intrecciare socialità e impegno civico
‘Ascoltami ora’, Maricla Pannocchia e il mondo difficile dei bambini oncologici

‘Ascoltami ora’, Maricla Pannocchia e il mondo difficile dei bambini oncologici

‘Storie vere di un mondo immaginario’, il viaggio nel tempo e nella Liguria di Dario Vergassola

‘Storie vere di un mondo immaginario’, il viaggio nel tempo e nella Liguria di Dario Vergassola

Editoriali

Tre anni da Ponte Morandi, ma è come se fosse domani

Tre anni da Ponte Morandi, ma è come se fosse domani

Cosa è cambiato in questi anni, e cosa è rimasto uguale: decine di viadotti arrivati a fine vita, per i quali "manca solo la data del decesso"
Covid e disagio sociale, le zone rosse sono sempre le stesse

Covid e disagio sociale, le zone rosse sono sempre le stesse

Coronavirus e informazione, quando l’assembramento selvaggio diventa un format

Coronavirus e informazione, quando l’assembramento selvaggio diventa un format

Genova Anno Zero: Ponte Morandi

Ponte Morandi e quell’anno zero che non è mai arrivato a Genova

Ponte Morandi e quell’anno zero che non è mai arrivato a Genova

A cinque anni dal crollo la città è ancora sotto l’ipnosi di una rinascita che non c’è
Il nuovo Parco del Polcevera e l’inganno della neolingua

Il nuovo Parco del Polcevera e l’inganno della neolingua

Ne demolissero altri cento

Ne demolissero altri cento

Nuovi edifici che crollano. Genova rassegnata al brutto e senza immaginazione

Nuovi edifici che crollano. Genova rassegnata al brutto e senza immaginazione

Seguici su Twitter e Facebook

Tweets von @"Era Superba"

Archivio Articoli

Era Superba - Copyright © 2023 | Codice ISSN 2281-471X
  • Contatti
  • Redazione
  • Privacy
  • Archivio Rivista