Abbiamo partecipato all'evento di sensibilizzazione al voto tenutosi alla Maddalena in occasione della Festa dell'Europa. Distribuito materiale informativo sulle prossime elezioni europee. Qui il vademecum dell'elettore e il racconto della giornata
Nei paesi dell’Unione Europea si vota dal 22 al 25 maggio per l’elezione dei 751 deputati del Parlamento Europeo. Domenica 25 maggio gli italiani saranno chiamati alle urne per votare i 73 deputati che rappresenteranno il Paese.
Cosa sanno i giovani delle prossime elezioni, cosa pensano e soprattutto chi voteranno? A poche settimane dalle elezioni torna a sentirsi in giro un trito ritornello. I giovani italiani sono lontani dalla politica. Seguono pochissimo, non si interessano alle notizie quotidiane, ignorano nomi, cariche, provvedimenti in discussione in Parlamento così come le dinamiche di partiti e movimenti. E quindi, alla fine, neanche votano. Tutto vero? Non sembra proprio. Infatti, secondo un’indagine di #Eurobarometro e dell’Office for National statistics britannico, il quadro non corrisponde a quello che raccontano le tornate elettorali. Anzi: i ragazzi italiani fra i 18 e i 24 anni nel 71% dei casi ci hanno provato almeno una volta, a tracciare quella croce o scrivere quel nome. Per molti, vista l’età, è stata anche l’unica in cui hanno avuto l’opportunità di farlo, dunque si tratta di un patrimonio di partecipazione da tutelare. È un dato che ci mette in vetta a livello europeo davanti a Grecia, (66%), Francia (64%), Spagna (61%), Olanda (60%) e altri vicini come Germania, Polonia, Svezia, Ungheria e Regno Unito. In questi ultimi due Paesi il tasso scende addirittura sotto il 40%.
Il 9 maggio, venerdì scorso, era la Festa dell’Europa nonché l’anniversario della Dichiarazione Schuman, il discorso che il Ministro degli Esteri francese Robert Schuman tenne a Parigi nel 1950 per la creazione di una nuova forma di cooperazione politica che avrebbe promosso la pace tra le nazioni europee. La proposta di Schuman è considerata l’atto di nascita dell’integrazione europea. A Genova, e in contemporanea a Milano, Firenze, Perugia, Napoli, Palermo e Ancona, è stata organizzata la campagna istituzionale Lascia in segno in Europa, una fitta rete di iniziative di informazione e sensibilizzazione al voto, organizzata nell’ambito del programma comunitario “Gioventù in azione” e rivolta a stimolare la partecipazione al voto dei giovani italiani e ad informare i giovani sulle opportunità culturali e formative offerte dall’Unione Europea.
L’evento genovese (organizzato da Yeast, associazione di Promozione Sociale Youth Europe Around Sustainability Tables, coadiuvata dall’associazione di quartiere Ama, Civ Maddalena e Cooperativa Il Laboratorio) si è svolto alla Maddalena, ragazze e ragazzi, famiglie, bambini, persone di tutte le età hanno affollato Piazza Lavagna e il resto del quartiere; hanno mangiato, bevuto (tutto grazie agli esercizi della piazza, convenzionati) e ballato. Non mancava nessuno: erano presenti tutte le realtà attive del quartiere, da A.Ma. al Civ Maddalena. C’eravamo anche noi e grazie ai tweet di #EraOnTheRoad (per i più distratti qui c’è lo storify) abbiamo raccolto le voci dei protagonisti. I soci di Yeast e Ama, e altri giovani volontari, si sono resi disponibili a dare informazioni, naturalmente non legate ad alcuna parte politica (era la Festa dell’Europa, non una campagna elettorale!), con l’allestimento di spazi informativi e la distribuzione di materiale divulgativo (fumetto, cartoline, video, materiale cartaceo del Parlamento europeo). Uno sconto nei bar della zona era previsto solo per coloro che si fossero prima fermati al gazebo informativo di Yeast, avessero preso volantini e materiale e avessero… fatto una foto, in un set molto particolare. Ecco alcuni dei risultati migliori.
Le prossime elezioni europee segnano una svolta, perché per la prima volta i partiti hanno espresso in anticipo la preferenza sul futuro presidente della Commissione. La Commissione europea è l’organo esecutivo e di propulsione dell’Unione europea. L’art.1 del Trattato sull’Unione europea rappresenta “una nuova tappa nel processo di creazione di un’unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa, in cui le decisioni siano prese nel modo più trasparente possibile e il più vicino possibile ai cittadini.” Grazie al voto si può avere voce nel processo di integrazione in continuo divenire.
Si eleggeranno i 751 deputati del Parlamento europeo, in carica per i prossimi cinque anni a rappresentare gli interessi degli elettori di fronte ai colleghi di tutta Europa. A seguito dell’adesione della Croazia all’UE nel luglio 2013, i deputati al Parlamento europeo sono diventati 766, ma questo numero sarà ridotto a 751 alle elezioni del 2014, in rappresentanza di oltre 500 milioni di cittadini. I seggi sono ripartiti secondo il principio di “proporzionalità decrescente”, per cui più deputati sono assegnati a Paesi più popolosi (in Italia verranno eletti 73 deputati: il numero più alto, dopo Germania con 96, Francia con 74, e a pari merito con UK) e viceversa quelli con minore consistenza demografica saranno meno rappresentati (solo 6 rappresentanti per Cipro, Malta, Lussemburgo, Estonia, pur avendo più seggi di quanti sarebbero previsti applicando strettamente il principio di proporzionalità).
In Italia le istituzioni della Ue per decenni sono state considerate secondarie, un ricovero per politici in pensione che non potevano riciclarsi nei rispettivi Parlamenti. Oggi qualcosa sta cambiando, per molti l’Europa è un trampolino di lancio verso una carriera internazionale e il ruolo ricoperto è di grande responsabilità e competenza: scegliere bene i candidati è fondamentale. Ad esempio, meglio preferire quelli che parlano uno o più lingue straniere, hanno competenze comprovate su tematiche di interesse generale e di ampio respiro, e portano avanti battaglie di dominio pubblico. Secondo la normativa dell’UE, diverse cariche sono incompatibili con quella di deputato al Parlamento europeo. Un deputato non può essere membro di un governo nazionale o di un parlamento nazionale, né un funzionario attivo di altre istituzioni europee.
Le elezioni europee 2014 si svolgono nei 28 Stati membri dell’Unione in 4 giorni, dal 22 al 25 maggio. Ciascun Paese era libero di scegliere una data in cui recarsi alle urne. I risultati di tutti i 28 Stati saranno annunciati la sera di domenica 25 maggio.
I movimenti politici transnazionali sono 13 (qui la lista), riuniti in vari gruppi confederali. I principali sono il Partito Popolare Europeo PPE e il Partito Socialista Europeo S&D (il Pse al Parlamento europeo fa capo al gruppo parlamentare S&D Socialisti e democratici). Cinque di loro hanno nominato un candidato alla presidenza della Commissione, che andrà a sostituire l’attuale leader Barroso. Il PPE ha nominato Jean-Claude Juncker, ex primo ministro del Lussemburgo ed ex presidente dell’Eurogruppo; il candidato dei socialdemocratici è Martin Schulz, attuale presidente del Parlamento Europeo, sostenuto anche dal premier Renzi e dal PD; Liberali e Democratici hanno indicato Guy Verhofstadt, ex primo ministro del Belgio e attuale leader del gruppo dei Liberali al PE; i Verdi, invece, hanno scelto una coppia di deputati, il francese José Bové e il tedesco Ska Keller; infine, candidato per la Sinistra Europea è Alexis Tsipras, leader del partito greco SYRIZA, in Italia rappresentato dal gruppo L’Altra Europa.
Questa è l’unica occasione a livello europeo in cui gli elettori sono chiamati ad esprimere una preferenza, mentre negli altri casi (Commisione europea ed elezione del Presidente) l’elezione non è diretta. Il Parlamento, unica istituzione europea eletta a suffragio diretto, è oggi uno dei cardini del sistema decisionale europeo e contribuisce all’elaborazione di quasi tutte le leggi dell’UE in parità con i governi nazionali.
Inoltre, sono anche le prime elezioni dopo il 2009, anno di entrata in vigore del trattato di Lisbona, che ha conferito al Parlamento europeo una serie di nuovi poteri. In primis, una delle principali novità è che, quando i rappresentanti degli Stati Membri nomineranno il successore di José Manuel Barroso alla presidenza della Commissione europea (autunno 2014), dovranno tenere conto dei risultati delle elezioni e nominare il leader della maggioranza scelta dai cittadini (tra Juncker, Schulz, Verhofstadt, Bové e Keller, e Tsipras). La nuova maggioranza politica che emergerà dalle elezioni, inoltre, contribuirà a formulare la legislazione europea per i prossimi cinque anni in settori che spaziano dal mercato unico alle libertà civili.
Le elezioni devono essere a suffragio universale diretto, gratuito e riservato. I membri del Parlamento europeo devono essere eletti sulla base della rappresentanza proporzionale, ma ciascuno può scegliere il sistema che preferisce, con liste aperte o chiuse. In ogni Stato si possono costituire circoscrizioni elettorali e suddivisioni territoriali (come avviene in Italia, in cui i voti sono espressi in collegi elettorali separati, anche se alla fine i risultati delle elezioni sono determinati a livello nazionale).
Nel voto di domenica 25 maggio (urne aperte dalle 8 alle 22) i 73 seggi che spettano all’Italia saranno scelti con il principio proporzionale “tanti voti, tanti seggi”. Unico limite: la soglia di sbarramento al 4%. Quei partiti che a livello nazionale non raggiungeranno almeno quella soglia non entreranno nell’europarlamento.
Il territorio nazionale è diviso in 5 circoscrizioni: Nord-Est (14 seggi), Nord-Ovest (20), Centro (14), Sud (17) e Isole (8). Possono votare tutti i cittadini che hanno compiuto 18 anni e sono eleggibili quelli che hanno compiuto 25 anni. Non sono previste coalizioni, con l’eccezione della possibilità di collegamento per le liste delle minoranze linguistiche con un’altra lista.
L’elettore dovrà scegliere una delle liste candidate semplicemente facendo un segno sul simbolo relativo. Inoltre può esprimere fino a tre preferenze, scrivendo il nome dei candidati negli spazi accanto al simbolo.
Il Parlamento ha appena introdotto una norma molto discussa sulle cosiddette quote rosa che entrerà in vigore a pieno nel 2019 ma che avrà parziali effetti anche per il voto del 25 maggio: in caso in cui venissero espresse tre preferenze per candidati dello stesso sesso, la terza preferenza sarà annullata. Quindi nell’esprimere tre preferenze bisogna ricordarsi che almeno una deve essere per un candidato di sesso diverso dagli altri due.
Si legge sul portale dell’Europarlamento: “Basandosi sull’opinione pubblica negli Stati membri, il Parlamento europeo e TNS Opinion presentano ogni settimana le proiezioni dei seggi dell’emiciclo. Non si tratta di un sondaggio sulle intenzioni di voto, ma della situazione dell’opinione pubblica negli Stati membri sulle elezioni europee del 2014”. Ecco le proiezioni a inizio maggio (Fonte: collaborazione tra il PE e TNS Opinion).
Elettra Antognetti
con la collaborazione di Stefania Marongiu di Yeast Genova