Ai tempo d'oro ospitava oltre 4 mila "sigaraie", negli ultimi anni ha rischiato di diventare l'ennesimo buco nero di una città svuotata
Imponente, nei suoi 9300 mq, si affaccia su via Soliman e oggi è conosciuta come sede degli ambulatori della ASL, della biblioteca civica e del mercato rionale. In realtà, dietro alla struttura dell’ex manifattura tabacchi di Sestri Ponente, si nasconde un passato strettamente connesso allo sviluppo industriale del ponente genovese. Nella seconda metà dell’800, infatti, Sestri Ponente era conosciuta non solo per le industrie navi-meccaniche, ma anche per altre attività produttive legate alla lavorazione di pelli e del tabacco.
È in questo contesto che la Manifattura Tabacchi ha visto la luce e dato lavoro a numerose persone, soprattutto alle donne sestresi. Negli anni di piena attività è riuscita a raggiungere i quattromila dipendenti, ma non senza trascinare con sé problemi di carattere sociale. Non sono mancati scioperi e proteste, soprattutto negli anni precedenti alla Prima Guerra Mondiale, contro le dure condizioni di lavoro che impedivano la normale gestione famigliare. Nel 1912, l’istituzione della “nursery” ha rappresentato un traguardo importante, ma l’attività legata al tabacco non era destinata a durare per sempre.
Oggi la struttura che un tempo ospitava la Manifattura Tabacchi, ha una funzione ben diversa da quella industriale, quindi presenta problematiche diverse che, sostanzialmente, sono due. Il primo salta all’occhio guardando l’edificio dall’esterno. La ristrutturazione, avvenuta nei primi anni del Duemila, non è andata come previsto e, dopo essere stata considerata zona a rischio dal Comune, nel 2016 sono stati installati dei ponteggi sulla facciata per salvaguardare il passaggio dei pedoni. Tuttavia il progetto per avviare una nuova ristrutturazione tarda ad arrivare, fino a oggi. Da febbraio 2018, infatti, la ditta Cafaro si sta occupando della corte esterna.
Se si varca il cancello della struttura, invece, oltre all’intonaco cadente, si noterà la seconda problematica, cioè quella degli spazi vuoti. Infatti, buona parte del patrimonio, soprattutto per i locali commerciali, è ancora da assegnare. Per fare luce su questi problemi occorre andare alle loro radici, quindi rispolverare la storia della Manifattura Tabacchi per giungere alla situazione odierna.
Cominciò una proficua attività che, con il tempo, arrivò a ospitare migliaia di dipendenti, tra cui le cosiddette “sigaraie”
Dalla ricerca storica, redatta da Marco Vecchi, infatti, si evince che la Manifattura Tabacchi è sempre stata oggetto di polemiche e divergenze scaturite dagli Enti coinvolti. Nel 1885, il Comune di Sestri Ponente decise di costruire nell’area di via Ugo Foscolo – la futura via Soliman – la struttura che avrebbe ospitato la Manifattura Tabacchi da affittare al Ministero delle Finanze. Il progetto, dell’ingegnere Giovanni Opisso, aveva l’aspetto di oggi, salvo la mancanza del corpo centrale del piano, e preventivava la spesa di 456.543 lire. I lavori terminarono nel 1886 e l’anno successivo il Comune di Sestri Ponente approvò il pagamento di 497.656 lire da parte dell’impresario Domenico Parodi. Da lì cominciò una proficua attività che, con il tempo, arrivò a ospitare migliaia di dipendenti, tra cui le cosiddette “sigaraie”. Nello stesso momento, però, cominciarono anche le divergenze che vedevano il Comune di Sestri Ponente contro l’Amministrazione della Manifattura e il Ministero delle Finanze. Il rapporto travagliato tra questi Enti era dovuto soprattutto allo stato dell’immobile nei primi decenni e alla sua valutazione. Successivamente i lavori continuarono, per mano degli impresari Nicolò Puppo e Gian Battista Carbone, e le modifiche attuate dal 1897 elevarono il valore a 673.675 lire.
Il clima polemico tra Comune, Amministrazione e Ministero si assopì tra gli anni ‘20 e ‘30, quando l’edificio fu assegnato all’Ansaldo. Tuttavia, nel corso del tempo la produzione di Sestri Ponente nel settore è destinata a perdere di importanza, e il conseguente rallentamento dell’attività della Manifattura Tabacchi portò alla sua chiusura definitiva negli anni ‘70. Fino al 1994 rimase nelle mani dei Monopoli di Stato, ma tre anni più tardi fu ceduto a IACP, per 8 miliardi di lire, che oggi è conosciuta con il nome di ARTE.
Negli anni avvenire la struttura è diventata sede della biblioteca, dell’ASL, del mercato e di alcune attività commerciali. L’ex manifattura tabacchi, però, oggi conta anche ben ottantadue appartamenti. Infatti, circa il 50% del patrimonio alloggi e locali appartiene ai privati. Su questi ultimi grava il peso economico di una ristrutturazione che ha portato con sé dei danni non da poco e non solo alla facciata esterna. Gli abitanti delle case, oltre a dover pagare il mutuo, devono anche fare i conti con la situazione attuale. Inoltre, c’è stato il rischio che l’intonaco cadente risultasse un serio pericolo per i pedoni.
“Abbiamo avuto dei problemi all’inizio – hanno raccontato i dipendenti della Biblioteca Bruschi – perché avevamo il timore che i detriti potessero cedere e provocare dei feriti, soprattutto nei giorni di mercato. D’altronde questa è una zona molto frequentata”.
Una zona che potrebbe essere ancora più frequentata, se non fosse per i locali che sembrano destinati a rimanere vuoti. Quelle poche attività commerciali che ci sono non sempre riescono a tirare avanti, infatti alcuni negozi hanno dovuto chiudere per essere rimpiazzati da altri. “Ora ci sono due paninerie, ma un tempo c’era anche un negozio biologico – hanno spiegato i bibliotecar i- Il problema per chi apre un’attività qui è che gli affitti sono troppo alti”.
Il lato positivo è che almeno la corte esterna dell’ex manifattura tabacchi sta giungendo a una svolta. Dopo anni di attesa, nel febbraio 2018, i lavori di ristrutturazione sono stati affidati alla ditta Cafaro e ora si possono vedere attivi. “Dal momento in cui ci sono stati affidati i lavori –ha spiegato Antonio Cafaro a Era Superba – è stato fatto uno studio preventivo. Abbiamo trovato uno stato di conservazione pessimo che in parte mi aspettavo perché da terra si vedeva”.
La prima intenzione è quella di fornire la struttura di un cappotto, cioè un rivestimento che sarà applicato sulla superficie degli intonaci per migliorarne le capacità termiche, in modo da diminuire i consumi. Verranno, poi, adoperati materiali di caratteristiche diverse, a seconda della stratigrafia e della posizione della muratura rispetto al terreno. Ad esempio, nella parte bassa sarà applicato un intonaco macroporoso, adatto per il risanamento delle murature umide. Inoltre è previsto un rinforzo con una resistenza agli urti, pensato anche in funzione del mercato.
Il tutto ammonta a un costo di 980.000 euro circa. “Il giusto prezzo –ha sostenuto Cafaro- per una struttura di tale importanza storica”. I lavori resteranno attivi ancora per tutto il 2019 e il loro termine è previsto nella primavera del 2020, anno in cui, forse, chi abita o è di passaggio in via Soliman riuscirà finalmente a vedere una struttura priva di ponteggi o di intonaco cedente, almeno per quanto riguarda la facciata. Si spera che questa sia solo la prima delle tante svolte di cui necessiterebbe l’ex manifattura tabacchi di Sestri Ponente.
Veronica Garreffa