La coordinatrice Gloria Piaggio racconta il quadro attuale del progetto e le prossime linee di sviluppo. Fondamentale è sfruttare i finanziamenti europei, ma poi Genova dovrà procedere in autonomia
A due anni dalla candidatura di Genova al progetto Smart City–Città intelligente, fortemente voluto dall’ex sindaco Marta Vincenzi, abbiamo provato a tracciare un bilancio di quello che è ancora un percorso lungo, un work in progress, il cui scopo primario è la diffusione di buone pratiche e la disseminazione sul territorio di tecnologie innovative che dovranno essere replicate autonomamente dalle singole città “intelligenti” coinvolte.
Smart city è una sfida che l’Unione Europea ha lanciato alle città proponendo loro di attuare tutte quelle azioni in grado di combinare simultaneamente competitività e sviluppo urbano sostenibile. L’obiettivo è quello di ottenere una città che attiri gli investitori stranieri e contribuisca allo sviluppo dell’imprenditoria locale, grazie all’incremento di tecnologie pulite ed efficienti e soprattutto a bassa emissione di CO2.
«Smart city è una città che vuole migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti attraverso lo sviluppo sostenibile, l’alta tecnologia e la ricerca legata all’innovazione – spiega Gloria Piaggio, coordinatrice di Genova Smart City – Fondamentale è avere una visione chiara della Genova del futuro, una realtà mediterranea rispettosa delle categorie più fragili, che punta sulla semplificazione e la trasparenza».
«Non parlerei di “progetto”, bensì di un processo che si pone l’obiettivo di trasformare la città – continua Piaggio – Per raggiungerlo esistono i progetti europei ma non solo. Occorre anche stimolare i cittadini a modificare i propri comportamenti attraverso attività di formazione, sensibilizzazione e comunicazione».
Ma per avviare il processo è necessaria una pianificazione strategica integrata, garantita da un soggetto che coordini tutte le attività, con la cabina di regia saldamente affidata al Comune di Genova.
Nel novembre 2010, proprio a questo scopo, è stata creata l’associazione Genova Smart City, alla quale hanno aderito istituzioni, associazioni, centri di ricerca, università, imprese ed altre organizzazioni pubbliche o private che, condividendo lo spirito del progetto, intendono contribuire con azioni e proposte mirate ad uno sviluppo economico rispettoso dell’ambiente.
Le aziende che partecipano sono una sessantina – tra le altre Enel, Ansaldo Energia, ABB, Ericsson, Siemens, Telecom, Toschiba – compresi alcuni enti pubblici come Provincia di Genova, Università di Genova, Confindustria, Assedil-Ance, S.I.I.T Distretto Tecnologico, ARE-Agenzia Regionale per l’Energia. E non mancano le banche: Unicredit, Intesa San Paolo, Banca di San Giorgio, Banca Carige.
«Tutte le imprese hanno confermato l’adesione per il secondo anno», spiega Piaggio.
A onor del vero però, c’è anche una grande esclusa, parliamo di una realtà importante, ovvero IBM «Con la quale stiamo parlando per cercare di reintegrarla – sottolinea la coordinatrice di Genova Smart City – Noi alle aziende chiediamo una compartecipazione. Se condividono i nostri obiettivi è possibile creare una preziosa sinergia con un ritorno economico anche per loro».
Il primo risultato – che consente a Genova di entrare “ufficialmente” nel circuito Smart City – è stato raggiunto nel febbraio di quest’anno, quando le tre proposte presentate dalla città di Genova sono risultate vincitrici in tutti e tre gli ambiti – “pianificazione strategica sostenibile delle città”, “riscaldamento e raffreddamento”, “efficientamento energetico degli edifici” – del bando “Smart cities and Communities 2011”, lanciato dalla Commissione Europea. La nostra città riceverà 6 milioni di euro per la realizzazione dell’intero programma, un’importante scommessa ed un’opportunità da sfruttare nel migliore dei modi.
Scendendo nel dettaglio, per l’ambito “pianificazione strategica sostenibile delle città”, Genova ha partecipato con il progetto “Transform”, coordinato dal Comune di Amsterdam e che vede, per la parte genovese, la collaborazione di Comune, Enel Distribuzione S.p.A., A.R.E. ed Università. L’obiettivo è quello di creare una linea guida comune contenente indicazioni strategiche sufficientemente flessibili per essere applicate nelle diverse realtà urbane. Genova riceverà 674.000 euro.
«Questo è il progetto più importante, da portare a termine nel giro di tre anni, dal 2013 al 2015», spiega Gloria Piaggio. Sono 6 le realtà coinvolte: Amsterdam, Copenhagen, Amburgo, Vienna, Lione e Genova, che si impegnano a studiare «Lo stato dell’arte della pianificazione delle città smart – aggiunge Piaggio – approfondendo anche casi specifici, nel caso genovese parliamo del progetto pilota “Mela Verde” che si svilupperà a Voltri, in un’area liberata dalle Ferrovie dello Stato, dove si studierà la realizzazione di un quartiere sostenibile. Partendo dall’elaborazione dei dati qualitativi e quantitativi, cercheremo di stilare un’agenda della trasformazione, un manuale della città smart, utile per le altre realtà europee che vorranno seguire la nostra strada».
Per quanto riguarda l’ambito “riscaldamento e raffreddamento” Genova ha partecipato e vinto con il progetto “Celsius” coordinato dal Comune di Goteborg. Il capoluogo ligure progetterà e realizzerà una rete energetica locale alle Gavette, a Staglieno, con un impianto di turbo-espansione e una centrale di cogenerazione nel sito dell’Officina delle Gavette. Inoltre è prevista la realizzazione di una nuova rete di tele-riscaldamento e tele-raffreddamento che dovrebbe servire le utenze industriali, commerciali e residenziali della zona. Con il Comune sono impegnati la Genova Reti Gas srl, l’Università e D’Appollonia S.p.A. Il progetto porterà a Genova 2.425.000 euro.
Il progetto si svolgerà nell’arco di 4 anni, dal 2013 al 2016. «Ci siamo ispirati alle tecnologie all’avanguardia utilizzate in diverse città del Nord Europa – racconta Piaggio – Il tele-riscaldamento e tele-raffreddamento è un sistema di riscaldamento degli edifici che consiste essenzialmente nella distribuzione, attraverso una rete di tubazioni, di energia termica sotto forma, a seconda dei casi, di acqua calda, acqua surriscaldata o vapore, prodotta da un’unica centrale termica. Vista la configurazione morfologica di Genova, è impensabile realizzare una rete particolarmente estesa. Però, sfruttando questa tecnologia innovativa, è possibile immaginare di convogliare l’energia in una zona di circa un kilometro (Gavette ma anche piazzale Adriatico)». Il progetto è ancora in fase di elaborazione. A grandi linee, queste le fasi previste: a gennaio 2013 è previsto il lavoro di analisi dei dati in merito al consumo e alla domanda di energia. Nel primo anno uno studio informatico permetterà di comprendere quali azioni mettere in campo per gestire al meglio la rete. I progetti dimostrativi si svolgeranno già a partire dal 2013 per concludersi entro la prima metà dell’ultimo anno. Entro il 2015 dovrà essere individuata la tecnologia da utilizzare. Il 2016 sarà dedicato alle attività di monitoraggio. E sempre nell’ultimo anno, le città si impegneranno nel lavoro di disseminazione, ovvero di diffusione sul mercato delle nuove proposte tecnologiche e di replicazione delle medesime sul territorio.
Il terzo e ultimo progetto, nell’ambito “efficientamento energetico degli edifici”, si chiama “R2Cities” e si pone l’obiettivo di sviluppare una serie di strategie e soluzioni innovative per l’edilizia residenziale. Genova ha messo in campo un progetto ambizioso che prevede la riqualificazione energetica di una porzione della famosa “Diga”, l’enorme palazzone di via Maritano nel quartiere Diamante, grazie al rifacimento dell’impianto energetico dell’edificio, la riqualificazione dei percorsi e cambiando i sistemi di consumo. I principali partner sono ABB, UniCredit, Università e D’Appollonia. Il finanziamento complessivo sarà di 2.486.000 euro.
Anche questo progetto vedrà la luce tra 2013 e 2016. «Riguarderà solo una porzione della “Diga” – spiega Piaggio – circa 20 mila metri quadrati. La prima parte comprende un’attività di diagnosi della situazione attuale, individuazione delle tecnologie adeguate per conservare l’energia, pianificazione dell’uso energia. A metà 2014 partiranno i progetti dimostrativi. Disseminazione e replicazione dovranno essere elaborate lungo tutti i 4 anni».
«Gli stanziamenti sono stati confermati, ora siamo nella fase di negoziazione – racconta Piaggio – Dopo l’estate firmeremo l’accordo definitivo per dare il via ai progetti».
Questi ultimi, definiti nelle linee di massima, saranno approfonditi nel dettaglio. «A livello locale abbiamo registrato un fisiologico rallentamento dovuto alla recente tornata elettorale», sottolinea la coordinatrice di Genova Smart City.
«I progetti europei solitamente hanno una durata temporale di 3-4 anni – spiega Piaggio – Il loro scopo principale non è quello di recuperare denaro. Al contrario, si tratta di sfruttare l’occasione della disponibilità di un budget finanziario per sperimentare soluzioni alternative ed innovative che poi dovranno essere replicate nelle singole realtà, con le proprie forze».
Sono progetti comunque flessibili, aperti a giustificate modifiche «La Commissione Europea, in questo senso, è parecchio sensibile – precisa Piaggio – Ma allo stesso tempo l’Unione Europea controlla anche l’andamento delle iniziative finanziate, insomma marca stretto le realtà locali affinché il progetto vada in porto. La documentazione richiesta dall’Europa è particolarmente dettagliata: descrizione del progetto, i cosiddetti “pacchetti di lavoro”, ovvero le varie fasi previste, l’analisi dei dati, il coordinamento complessivo, la disseminazione, la replicazione, ecc.».
E Genova è in prima fila anche con altri progetti europei, già approvati, quali ad esempio «“Illuminate”, un progetto di sperimentazione dell’illuminazione al led, ad alta efficienza energetica e basso impatto ambientale, nella zona del Porto antico e dell’Acquario – racconta Piaggio – “Very school”, applicazione di strumenti di rilevazione del consumo energetico in un complesso scolastico di via Calamandrei a Voltri; “I-city”, piattaforma aperta di dati per consentire agli utenti di creare autonomamente le applicazioni che ritengono utili, favorendo la condivisione di contenuti tra amministrazione pubblica e cittadini»
Mentre per il prossimo futuro «L’associazione Genova Smart city cercherà di promuovere, a supporto della ricerca, la partecipazione delle aziende genovese ai bandi nazionali – conclude Gloria Piaggio – Così come stiamo lavorando con le banche per trovare altre metodologie di finanziamento dei progetti, coniugando le iniziative delle imprese con il mercato. A luglio uscirà il secondo bando “Smart Communities” che si chiuderà a dicembre. Stiamo lavorando perché vogliamo partecipare trovando i consorzi di imprese adeguati allo scopo. L’Unione Europea sceglie in base alla qualità dei progetti, ovviamente sappiamo che non sarà facile ripetersi».
Matteo Quadrone
Foto di Diego Arbore
Commento su “Genova Smart City: gli obiettivi concreti e le prospettive future”