Abbiamo parlato in più di un'occasione dell'Istituto Italiano di Tecnologia sulle alture di Bolzaneto. Vi proponiamo qui un focus sugli aspetti legati alla comunicazione con la città e all'innovativa modalità di reclutamento dei ricercatori
L’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) è un orgoglio genovese. In più di un’occasione ne abbiamo parlato su queste pagine, in particolar modo, ormai due anni fa, vi avevamo raccontato la nostra giornata con i ricercatori dell’istituto sulle alture di Bolzaneto. In questi ultimi anni l’Istituto Italiano di Tecnologia è cresciuto molto anche per quanto riguarda la comunicazione con il territorio, in rete e non solo, un territorio che si è dimostrato ricettivo. Abbiamo discusso di questo con l’ufficio Comunicazione di IIT e abbiamo scoperto che l’Istituto seleziona i ricercatori in maniera innovativa e trasparente.
«IIT si occupa di fare ricerca scientifica, ideare, progettare tecnologie che possano migliorare la vita dell’uomo e della terra. L’essere umano è al centro di questo percorso» ci raccontano. Un percorso che non si ferma al processo di ricerca prima e sviluppo poi, ma vuole spingersi fino all’avviamento alla produzione della tecnologia. Questo può avvenire in due modi o tramite la costituzione di start-up dei ricercatori o tramite un’azienda interessata alla produzione di quella specifica tecnologia.
L’IIT esiste dal 2006, istituito come fondazione di diritto privato e vigilato da Ministero dell’istruzione, delle Università e della ricerca oltre che da quello dell’Economia e Finanza, e riceve ogni anno un finanziamento pubblico di 95 milioni ( l’1% dei fondi per la ricerca nazionale) oltre a finanziamenti privati. La sede centrale è a Genova, vi sono poi altri 11 centri sparsi in Italia e 2 negli Stati Uniti.
Un’istituzione di livello internazionale interessata a comunicare e interagire il più possibile con il territorio nel quale risiede. «Abbiamo fatto molto negli ultimi anni per arrivare al pubblico generalista: i Caffè Scientifici (arrivati alla 4 edizione, ndr) ma non solo, abbiamo partecipato all’evento “La Storia in Piazza” con dei laboratori, ideato un concorso sull’energia a cui hanno partecipato numerose scuole genovesi – raccontano da IIT – siamo consapevoli che IIT sia riconosciuto a livello internazionale ma molto meno sul proprio territorio e dal pubblico non specializzato. Su questo aspetto vogliamo migliorare».
Ognuno degli undici centri sparsi per l’Italia comunica con il proprio territorio, alcuni in modo più assiduo ed efficace, altri meno. Gli eventi sono pensati e organizzati dalle varie sedi in modo indipendente, ma sono coordinati e sostenuti dalla sede centrale di Genova.
«Gli eventi hanno avuto piena risposta dal territorio – continuano – e in più da un paio di anni, pur avendo profili social da diverso tempo, si è deciso di utilizzarli in modo più bidirezionale di cercare di avere maggiore engagement (coinvolgimento degli utenti ndr). Utilizziamo principalmente Twitter e la pagina Facebook». Sui profili social si trovano le novità e gli eventi in programma. IIT ha anche un gruppo su LinkedIn che utilizza, al momento solo per le ricerche di personale. Il canale Youtube è seguito (669 iscritti) e ogni video ha in media un migliaio di visualizzazioni.
Vediamo se sono cambiati i numeri, rispetto al nostro ultimo approfondimento. L’organico fra sede centrale e altri centri è aumentato di circa 200 persone. Chi lavora in IIT è giovane, la media d’età è di 34 anni, e proviene da 50 nazioni diverse: gli internazionali sono aumentati di 3 punti percentuali dal 2013. Quali i numeri su Genova, quanti liguri? Rispetto al totale di 734 persone sono 249 quelle nate in Liguria.
Ma vediamo come si entra nell’organico di IIT. Superfluo dirlo, le ricerche hanno respiro internazionale, «l’ultima chiamata, la ricerca in oggetto è ancora in corso in questo periodo, ha avuto una risposta prettamente internazionale, più bassa la percentuale degli italiani che hanno risposto, ne aspettavamo di più».
Internazionali le ricerche, internazionali le selezioni. L’Istituto, oggi, ha adottato un processo di selezione in uso nei paesi ad alto sviluppo tecnologico come gli USA: il Tenure Track. Questo meccanismo prevede che il reclutamento dei ricercatori avvenga mediante valutazione condotta da un panel di esperti esterni all’IIT. Gli esperti costituiscono un comitato scientifico, si tratta di una dozzina di scienziati provenienti da istituti internazionali, per citarne uno su tutti il MIT.
«Direttori di dipartimenti scientifici di università internazionali, esperti dei settori di riferimento, è indubbio che nell’ambito dei settori di alta tecnologia a livello internazionale i referenti siano ben individuabili, il desiderio, dato che siamo una fondazione di diritto privato fondata dallo Stato, era di rendere le selezioni più trasparenti possibile».
Una volta selezionato, il ricercatore ha a disposizione, un numero di anni (5 o 10) per dimostrare di poter condurre in autonomia un programma di ricerca. É totalmente autonomo e responsabile, sia dei collaboratori che del budget a disposizione.
Per chi non l’avesse ancora fatto rimane ancora (per quanto riguarda la quarta edizione) un “caffè scientifico” cui partecipare. Appuntamento l’11 giugno alla Pasticcieria Liquoreria Marescotti di Cavo alle 18.30. Si festeggerà il primo anno di attività del Nikon Imaging Centre, un laboratorio congiunto con IIT per lo sviluppo di microscopi per la diagnosi non invasiva.
Claudia Dani