L'artista ligure voce dei Buio Pesto racconta Genova e la sua Liguria sul set del film "Capitan Basilico 2"
Direttore d’orchestra (detiene il record di partecipazioni al Festival di Sanremo fra orchestra e direzione tecnica), attore, sceneggiatore, cantante… Per i “soci” dei Buio Pesto semplicemente “o cappo”. Un artista eclettico, profondamente legato alla sua terra, apre le porte del set di “Capitan Basilico 2” a Era Superba per un’intervista esclusiva.
Massimo… Genova è…
Beh soprattutto è il centro dell’attività dialettale dei Buio Pesto, perchè quando si parla di dialetto si intende ovviamente quello genovese. Adoro questa città, ma amo più che altro definirmi ligure… Genova è come un grande capo, il punto di riferimento per gli altri 234 comuni ed è questo connubio che rende la Liguria la più bella regione d’Italia.
Pensiamo ad esempio ai giorni di pioggia… da noi è bello comunque!! Potrebbero dire lo stesso, che so, a Pavia? Affatto… poi magari da quelle parti non hanno problemi di parcheggio, ma quello che abbiamo davanti agli occhi noi ogni giorno vale più di ogni altra cosa! Sin dal primo film “Invaxion” ci siamo fatti guidare dalla città… abbiamo girato giorni interi in lungo e in largo per trovare le location giuste e ogni volta abbiamo scoperto qualcosa di nuovo… angoli, piazze, scorci… E’ incredibile!!
Nessun lamento quindi… è una notizia!! E se per un giorno Massimo Morini diventasse sindaco?
Eh eh… Promuoverei un’ordinanza per l’obbligo dell’insegnamento del dialetto nelle scuole, firmerei le carte poi il giorno dopo consegnerei immediatamente le dimissioni! Il dialetto dovrebbe avere più spazio, esistono ad esempio più di cento compagnie teatrali dialettali in Liguria, e molti neanche lo sanno. Se io gestissi un teatro non rinuncerei a una serata, anche una volta al mese, dedicata al dialetto.
Veniamo alla musica, il tuo campo principale. Cosa consigli ai giovani musicisti di questa città… E’ indispensabile fare le valigie per provare a giocarsi le proprie carte?
Si è indispensabile guardare altrove, a Genova un management musicale non esiste più. In generale, comunque, il mercato si è ridotto, la musica è gratuita e non si vendono più cd. Ogni cosa è figlia del suo tempo, non esistono più le dogane e i doganieri oggi fanno le pizze… lo stesso è accaduto nella musica. E chi ha la fortuna di essere riuscito e di riuscire a vivere con questo mestiere oggi non può fare altro che pensare al proprio culo, non può permettersi di curarsi di altro e di nessuno. Io ho fatto il discografico per sei/sette anni, poi ho dovuto rinunciare. L’unico consiglio che mi sento di dare è quello di girare la videocamera verso di sè e mettere le proprie cose su internet. Così si sono accorti di Mika ad esempio, o de “Il Genio“, quelli di “pop porno”…
Gabriele Serpe