Che cos'è la Consulta del Verde? In pochi sanno che a Genova esiste un organo che vigila sulla manutenzione del verde cittadino. Il suo parere però non è vincolante e il Comune può decidere se farne uso oppure no...
Innanzitutto diciamo cosa non è. Sicuramente la Consulta non rappresenta una spesa per i cittadini, con buona pace di chi l’aveva definita un “carrozzone della politica”. Si tratta infatti di un organismo composto da tecnici esperti e rappresentanti del mondo delle associazioni che si occupano, a titolo assolutamente gratuito, di monitorare la corretta applicazione del Regolamento del Verde.
La Consulta, istituita nel 2012 durante l’amministrazione Vincenzi, è uno strumento per la difesa dell’ambiente di questa città, la quale esprime pareri facoltativi e non vincolanti sugli interventi di manutenzione del verde pubblico, parchi storici e vegetazione. Uno strumento purtroppo privo di poteri, visto che si tratta di un organo puramente consultivo, come ammette Elisabetta Taglioretti, rappresentante di Legambiente nella Consulta, che afferma: «il Comune può fare uso o meno del suo parere».
E ciò purtroppo è accaduto in più occasioni a cominciare dalla tanto discussa decisione di sostituire qualche mese fa gli alberi di via Spinola e via Gattorno con altri non adatti. La Consulta, come si può leggere in un documento pubblicato sul sito dell’Osservatorio Verde, aveva chiaramente espresso un parere negativo a questa sostituzione perché riteneva che i nuovi alberi non potessero sopravvivere a lungo in un ambiente particolarmente inquinato come quello delle due vie genovesi. Ciò significa che tra pochi anni sarà nuovamente necessario abbattere e sostituire le alberature. Allo stesso modo la Consulta si sta opponendo all’attuale progetto di restauro dei Parchi di Nervi, riuscendo, almeno per il momento, a bloccare il secondo lotto dei lavori.
«Mi spaventano le critiche – confessa la rappresentante di Legambiente – perché la Consulta, in realtà è una conquista». Anzi, «dovrebbe avere più poteri – sostiene l’intervistata – perché la voce dei tecnici di Aster e del Comune risponde spesso a scelte dall’alto che non sono tecniche».
Inoltre non è solo una questione di capacità di influire sulle decisioni dell’amministrazione, ma anche di diffusione della cultura ambientale nella nostra città e nel nostro paese. «Le leggi ci sono – dice Taglioretti –ma vuoi per alleggerire la burocrazia, per mancanza di competenza o per pigrizia non sempre si rispettano». Gli stessi cittadini non sono a conoscenza di molte regole che riguardano il rispetto del verde cittadino e che in altri paesi, come la Germania, o altre regioni d’Italia, come il Veneto vengono rispettate. Per esempio pochi sanno che esiste una fascia di rispetto entro la quale non si potrebbe parcheggiare in vicinanza di un albero. Parcheggiare sulle radici o colpendo gli alberi stessi di certo non giova alla loro salute.
C’è poi anche un aspetto politico che riguarda il verde urbano. «Se pensiamo alla Giunta uscente che aveva sul programma 40 km di viali alberati – sottolinea il consigliere comunale del M5S Putti – e pensiamo alla situazione di Aster che non riesce nemmeno a gestire le potature, questo dall’idea di come si vada avanti per slogan». Per essere più concreti vi sarebbe bisogno di stanziare risorse, ad esempio, per il recupero e mantenimento delle ville storiche di Genova, di cui fino ad oggi non si è mai parlato in Consiglio Comunale.
Federico Viotti
[foto di Diego Arbore]