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Dolomiti: stop allo sci con l’elicottero in Marmolada

Un accordo fra l'associazione ambientalista Mountain Wilderness e la società funiviaria Marmolada srl bandisce la pratica dell'eliski da Punta Rocca


5 Gennaio 2012Notizie

Una storica vittoria degli ambientalisti dopo decenni di battaglie in alta quota. Parliamo dello stop all’eliski in Marmolada. Finalmente infatti sulla “regina” delle Dolomiti sarà bandita la pratica che consentiva ai turisti più facoltosi di decollare da località poco distanti – in particolare da Passo Gardena e da Monte Cherz – atterrare a Punta Rocca e poi scendere a valle sugli sci.

Il 27 dicembre l’associazione ambientalista internazionale “Mountain Wilderness” e la Società funiviaria Marmolada srl hanno stipulato un accordo che avvia un percorso di collaborazione e di condivisione sulle scelte dello sviluppo turistico nel gruppo della Marmolada.

La notizia è clamorosa perché mette fine a 23 anni di conflitti aspri fra l’associazione e la società. Nel 1988 Mountain Wilderness dava avvio ai primi due campi di pulizia della montagna dai rifiuti, azione conclusa solo nel 2005 e che ha portato alla prima condanna penale della società. Nel dicembre del 1996 si teneva in Marmolada la prima azione contro l’eliski, azione che faceva maturare anche la prima legge sul tema in Parlamento (1998).

Oggi gli elicotteri sono definitivamente banditi da Punta Rocca e la Marmolada si candida a diventare un laboratorio innovativo. Come conferma Mario Vascellari, presidente di Marmolada srl “Non daremo più l’assenso all’atterraggio degli elicotteri, ma il tavolo di lavoro che abbiamo aperto con MW è di più ampio respiro vuole rilanciare il turismo di qualità in Marmolada con soluzioni di sostenibilità che possano poi essere adottate in altre località delle Dolomiti e più in generale dell’arco alpino”.
“Con Marmolada srl contiamo di riunirci al più presto – spiega Luigi Casanova, portavoce di Mountain Wilderness Italia – e di sottoscrivere nel giro di due/tre mesi un programma condiviso da sottoporre alla Provincia autonoma di Trento e dalla Regione Veneto”.

L’ambientalista ribadisce l’importanza dello stop all’eliski “I danni più gravi li provoca alla fauna selvatica: camosci e galli forcelli, che svernano sui versanti soleggiati centellinando le loro energie, sono costretti a spostarsi in luoghi dove fanno molta più fatica ad alimentarsi. L’eliski in certe condizioni può provocare il distacco di valanghe. E poi quel rumore rompe il silenzio disturba chi vive la montagna nella sua dimensione più autentica”.
“Il confronto che da oggi in poi porterà l’associazione a progettare un piano d’insieme della gestione della montagna sarà senza dubbio impegnativo – continua Casanova – ma ci auguriamo possa avere una ricaduta positiva su tutta la montagna italiana”.

Ma nelle Dolomiti sul tema dell’eliturismo, c’è ancora da combattere.
“La Provincia di Bolzano infatti ha autorizzato una società locale a sorvolare le Dolomiti con partenze da Corvara, da Bressanone, Brunico, dalla Val Gardena – conclude Casanova – Il gioco delle clientele politiche ha praticamente vanificato i positivi contenuti della legge provinciale bolzanina. Per tutto l’inverno, causa queste scellerate scelte, le Dolomiti bellunesi e bolzanine saranno sconvolte da questo continuo flusso di elicotteri, dal rumore: un tassello che certamente influisce sulla caduta di credibilità delle Dolomiti quali patrimonio naturale dell’umanità”.

 

Matteo Quadrone


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