Nova city, la città più rock che si possa immaginare... Definito come il primo Italian thriller horror metal movie, Extreme Jukebox vede nel cast anche Pino Scotto e Maurizio Lastrico
Uno ha l’aria spensierata di un ragazzo del liceo (assetato di sangue e heavy metal?) e si compiace nel catalizzare su di sé l’attenzione, l’altro è più taciturno e schivo ma quando parla è caustico e snocciola perle di sarcasmo. Si presentano così il regista e lo sceneggiatore del film Extreme Jukebox, un horror slasher tutto italiano e soprattutto genovese.
Alberto Bogo e Andrea Lionetti, entrambi di Genova, ci raccontano la loro prima fatica cinematografica che per ora non vedrà la luce nelle sale ma che sarà presentata a diversi festival. «Il prossimo autunno tenteremo questa strada e valuteremo i primi riscontri. Il passo successivo, almeno nelle previsioni attuali, sarà quello di bussare alla porta di case estere come la Troma» ci spiega Alberto.
Tra i due c’è una certa intesa, questo è innegabile, e nel chiedere da quanto tempo si conoscono è proprio Andrea a prendere la parola: «La prima volta che ho visto Alberto eravamo all’università. Aveva i capelli platinati e stava cercando di ingaggiare un’amica per il ruolo di Cappuccetto rosso in un cortometraggio horror». Purtroppo (?) il cortometraggio non è mai stato realizzato ma quel che è certo è che la passione di Alberto per il genere non è un’infatuazione del momento. «Tra me e Andrea è immediatamente nato un sodalizio all’insegna dell’amore per la musica e dell’acquisto compulsivo di CD».
Insieme i due hanno selezionato il cast di Extreme Jukebox e il risultato è una congerie di personaggi, nella vita oltre che sul set, provenienti un po’ da tutta Italia e noti anche all’estero. In questa sede, e per volontà stessa degli intervistati, preferiamo dare spazio soprattutto a chi solo tecnicamente è stato dietro le quinte, svolgendo in realtà un lavoro prezioso per le riprese del film. E’ bene precisare, a onor del vero, che vi recitano personaggi (molto diversi tra di loro ma entrambi famosi) del calibro di Pino Scotto e Maurizio Lastrico.
«Innanzitutto, ci teniamo a ringraziare Trevor Sadist (cantante dell’omonimo gruppo I Sadist, famosi in tutta Europa e con numerose partecipazioni al Gods of Metal, tra le manifestazioni più importanti per il genere in Italia, ndr). Con la Nadir Studio ha appoggiato e sostenuto il film, permettendoci di usarla come location per alcune scene. Anche Rossiglione, da cui Trevor viene, è stata sfruttata in più occasioni proprio per i suoi scorci americani. Possiamo dire che si è cercato di costruire un personaggio adatto alle sue caratteristiche fisiche e da questo sforzo creativo è nato il killer dei boschi Jona Ferzick…» ci spiega Alberto. E Davide chiosa così: «Peraltro, quando gli abbiamo parlato di uccidere diverse persone si è subito entusiasmato».
Un altro elemento degno di nota del cast è Terence Holler, cantante degli Eldritch. Il suo gruppo è famoso nel mondo e riconosciuto come seconda band metal del nostro Paese dopo i Lacuna Coil.
«Qualche tempo fa Terence ci ha contattato per girare un documentario sulla sua vita che per ora resta un progetto. Da quel momento è comunque nata un’amicizia e nella fase in cui io e Andrea ci siamo scervellati sulle “facce” da usare abbiamo pensato a lui per la parte della rockstar carismatica». Terence è toscano e proprio in Toscana gestisce una ditta di ferro battuto: il metal probabilmente è stata una naturale conseguenza o una sorta di predestinazione, chissà. Il 16 agosto verrà girata l’ultima scena nella villa toscana di sua proprietà, «un party rock pieno di sangue e ragazze» a detta di Bogo.
Nella carrellata di attori e membri dello staff da menzionare ci sono di sicuro Guglielmo Favilla e Alex Lucchesi (già presenti nel film Eaters), conosciuti a un festival e subito incuriositi dalla sceneggiatura nonché dai dialoghi scritti apposta per loro.
«C’è poi un lungo elenco di tecnici tutti indispensabili per l’apporto che hanno dato al film e ai quali ci sembra doveroso dare il meritato spazio: Jacopo Guastamacchia e Davide Battaglia sono miei cari amici, reduci da un’esperienza con una webTV», dice Davide,«Il primo è operatore e direttore della fotografia mentre il secondo ha sfruttato il suo talento nella pittura per le scenografie».
«Grazie alla varietà di location e unendo le loro capacità si è cercato di realizzare un film certamente economico ma con l’ambizione di essere percepito il più possibile come un prodotto di qualità. Cerchiamo di differenziarci dai low budget che hanno di solito una o al massimo due location. Inoltre il film ha, è vero, una venatura essenzialmente heavy metal ma la colonna sonora abbraccia tutto il rock e sono numerose le citazioni, in primo luogo scenografiche» precisa Alberto, che di più sulla trama non vuole aggiungere.
E le maschere, a partire da quella del killer, a quale mente contorta devono la loro origine? «Alla mia» sorride Andrea «anche se la realizzazione concreta è stata opera di Davide».
Insomma, un lavoro corale in cui ruoli e gerarchie sono subordinate per una volta al raggiungimento del risultato finale. Per concludere, coerentemente con l’approccio bizzarro di questa intervista, parliamo dei protagonisti. «Alessio Cherubini è un attore interessante, un volto da cinema americano mentre Elisabetta Loi è una bellezza particolare. In questo percorso (che è ormai cominciato da un anno circa, ndr) hanno dimostrato un impegno straordinario e grande dedizione al ruolo. Evitiamo auguri di ogni genere per un pizzico di scaramanzia ma li ringraziamo sinceramente».
Per maggiori dettagli sul film vi rimandiamo al link del trailer, quello della pagina facebook di Extreme Jukebox e della Duble Production, casa di produzione su cui vi potete informare a vostro rischio e pericolo…!
Come detto, scene del film non sono ancora disponibili anche se gentilmente Alberto ci ha fatto vedere qualche scampolo senza audio. Non vi anticipiamo nulla ma personalmente siamo stati emotivamente colpiti, forse anche per il contesto: lo studio di Alberto Bogo, un santuario di poster e miniature horror da vero intenditore. Il tutto rigorosamente a tende e finestre serrate. Per qualche istante il sole si è eclissato ma ancora una volta abbiamo avuto la sensazione che questi ragazzi non si siano improvvisati nella loro impresa. Attendiamo di vedere se le attese saranno soddisfatte.
Michele Archinà