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La nostra intervista a Ilaria, titolare di una piccola libreria aperta pochi mesi fa in via San Bernardo: un ottimo segnale in tempi di crisi
Ilaria qualche mese fa ha aperto nel centro storico la libreria “Falso Demetrio”. Un atto che, in un momento di penuria generale, denota senza dubbio un certo coraggio…
Cosa porta ad aprire una libreria indipendente in un momento così difficile per l’economia?
In un momento difficile per l’economia bisogna comunque vivere (non si può stare con le mani in mano) e provare a fare qualcosa, mandare dei segnali positivi, impegnarsi per la società e per noi stessi, che ne facciamo parte.
Una libreria indipendente non promette grandi guadagni e questo mi sta bene, posso anche accontentarmi di una vita dignitosa facendo un lavoro che mi piace e che dia un senso alle mie giornate.
Qual è la linea aziendale che avete scelto? Su quali testi puntate?
Nella scelta dei testi mi aiuta il mio socio, che si occupa della saggistica; io seleziono i romanzi e gli illustrati. La tendenza è quella di valutare libri che, anche se contemporanei (e magari pesantemente pubblicizzati) abbiano un contenuto e uno stile valido.
Ci disinteressiamo completamente ai “casi letterari” se sono tali solo per la spesa che sta dietro la loro distribuzione.
Pensiamo che il nutrimento intellettuale sia molto vicino a quello fisico: deve essere di qualità; nessuno vorrebbe mangiare spazzatura, probabilmente nemmeno leggerla.
Naturalmente, su richiesta dei clienti mi preoccupo di far arrivare i libri che li interessano specificamente, siano essi libri più o meno recenti.
Si parla spesso del centro storico per questioni legate al degrado o alle polemiche sulla movida. Ci raccontate la “vostra” via San Bernardo?
Via San Bernardo non è una via facilissima, ma parlando del giorno non è nemmeno una via tanto complicata. Il passaggio è fluido e le persone del quartiere hanno avuto piacere di vedere aprire una libreria sulla piazza.
I commercianti vicini sono stati altrettanto lieti e disponibili verso di noi, non ci manca incoraggiamento e appoggio da nessuno. Ripeto, aprire una libreria è anche una scelta sociale, che investe sulla diffusione della cultura e sul miglioramento del centro storico (da questo deriva anche l’entusiasmo e l’aiuto che stiamo ricevendo).
Certamente, assistere all’apertura di altri locali che offrano varietà, incoraggiando un aumento del passaggio nella via, sarebbe utile e regalerebbe nuova speranza a tutti.
Quali sono iniziative collaterali che organizzate in libreria? Se qualcuno ha in mente un evento culturale da organizzare o vorrebbe presentare un suo libro, in che modo può rivolgersi a voi?
Come eventi collaterali diamo spazio a chiunque proponga iniziative di tipo culturale; letture di poesie o prosa, rassegne, incontri su svariate tematiche (che vanno dalla storia alla psicologia) e anche musica.
Cerchiamo di organizzare eventi almeno due volte al mese, anche se ultimamente la media è salita e stiamo offrendo un incontro a settimana.
Attualmente è in corso una rassegna di poesia contemporanea che durerà due mesi e che si svolgerà ogni venerdì sera alle 21. Quest’inverno una proposta molto interessante, e che ha soddisfatto gli uditori, è stata quella di un corso di storia della musica; gli incontri, tenuti da un giovane compositore genovese, Matteo Manzitti, si sono svolti sempre il venerdì, verso sera.
Una volta al mese, tendenzialmente il primo giovedì di ognuno, ci incontriamo per una lettura collettiva, durante la quale i partecipanti portano un romanzo/saggio da condividere con gli altri, leggendone due o tre pagine.
Per contattarci basta passare dalla libreria e mettersi d’accordo, c’è massima apertura e disponibilità da parte nostra, in cambio ci aspettiamo solo serietà.
Puoi darci un tuo parere sulla legge Levi e su come ha influenzato e/o potrà influenzare l’attività di chi pubblica e vende libri?
Per quanto riguarda la legge Levi ho poco da dire, anche perché gli sconti fatti dalle grandi case di distribuzione sono rimasti quelli di prima, con modalità differenti certo, ma pur sempre oltre il 15%. Per le piccole librerie è impensabile stare dietro ad un’offerta simile. Ma potrebbe andare meglio, in Francia ad esempio, per questo genere di attività (cioè librerie che vendano solo ed esclusivamente libri, quindi non gadget, piatti, strumenti musicali e altro), c’è sicuramente un appoggio burocratico/economico maggiore da parte dello stato.
Tuttavia, chi viene ad acquistare da noi (che comunque proponiamo una nostra tessera-sconti insieme al vantaggio che ci possiamo permettere di arrotondare o fare sconti aggiuntivi ai clienti più assidui) lo fa anche per il piacere di trovarsi in una libreria degna di questo nome e per scambiare quattro chiacchiere e due consigli.
Ebook: nemico giurato della carta o solo un modo come un altro di leggere?
Un modo come un altro di leggere.
Non credo che sostituirà mai il piacere che prova il lettore nello sfogliare il libro, sceglierselo, vederlo pagina dopo pagina consumarsi piano piano, e poi riporlo nella sua libreria, pronto per essere riletto o prestato/regalato ad un amico. Oppure, la bellezza di comprare più libri, metterli insieme in attesa sullo scaffale e, finito il romanzo/saggio in corso, osservare attentamente per scegliere quale sarà il prossimo tomo da iniziare.
L’oggetto-libro non può essere sostituito, magari se ne compreranno un po’ meno perché i libri on-line possono aiutare nella selezione di ciò che ci piace; e se ne avranno un po’ meno da portare alle bancarelle per il bisogno di disfarsene.
Marta Traverso
2 commenti su “Falso Demetrio: l’intervista alla libreria di via San Bernardo”