La procedura "beauty contest" è infatti anticoncorrenziale ed antieconomica
Questa mattina, l’associazione di consumatori Altroconsumo e FEMI (Federazione Media Digitali Indipendenti) hanno notificato al Ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, una formale diffida di annullamento in autotutela del bando di gara per l’assegnazione di diritti d’uso di frequenze in banda televisiva per sistemi di radiodiffusione digitale terrestre.
Un intervento che chiede formalmente il ritiro dell’ormai nota procedura “Beauty Contest“, del tutto anticoncorrenziale, e per di più antieconomica.
La diffida è stata notificata anche alla Commissione Europea, nonchè all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, all’Autorità Garante della concorrenza e del Mercato, ed all’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici, al fine di stimolarne i poteri di controllo e di vigilanza.
“Il nuovo Governo e, in particolare, il ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera hanno ora la possibilità di dimostrare che vogliono per il futuro nel nostro Paese un sistema televisivo con più concorrenza, aperto e libero – si legge nel sito di Altroconsumo – Per questo abbiamo inviato al Ministro una formale istanza perché il Governo si ravveda completamente sulla procedura di questa gara, annullandola e avviando al suo posto un’asta pubblica come si è fatto con le frequenze per la banda larga di internet mobile”.
“In questo modo, oltre ad evitare di rafforzare ulteriormente il duopolio Rai-Mediaset anche nel nuovo contesto digitale, il governo dimostrerebbe di non voler chiedere, nell’attuale situazione di grave crisi economica, sacrifici solo ai cittadini, esigendo il dovuto per la concessione delle frequenze digitali da Rai, Mediaset e ogni altro operatore che vorrà aggiudicarsele – aggiunge l’associazione di consumatori – Di questi tempi, l’Italia non si può certo permettere di rinunciare a qualche miliardo di entrate nelle casse dello Stato”.
E sempre nella giornata di oggi, il presidente dell‘Italia dei valori, Antonio Di Pietro, ha illustrato in aula un’interrogazione sul tema, schierandosi a difesa degli interessi delle emittenti locali. Le associazioni di categoria hanno denunciato da tempo l’esproprio, subito con modalità di dubbia legittimità, dei canali dal 61 al 69. Inoltre ritengono inammissibile che l’asta sia avvenuta ad esclusivo carico delle emittenti locali e, in particolare, criticano l’assegnazione praticamente a costo zero di sei frequenze, attraverso la procedura del “beauty contest”, quando invece l’applicazione dell’asta pubblica per l’assegnazione di tali frequenze avrebbe potuto produrre un introito stimato in circa 3 miliardi di euro.
Matteo Quadrone