Nel limbo legislativo le sale slot sono aumentate, con un incremento del 7,9%
Sono passati circa sette mesi, ormai, dal “sine die” di Toti che rinviava l’entrata in vigore della legge regionale che regolava il gioco d’azzardo. La proposta era stata approvata nel 2012 e doveva entrare in vigore nel 2017, con cinque anni per lasciare il tempo alle società e alle sale da gioco di adeguarsi. L’ulteriore rinvio ha trascinato con sé polemiche e anche delle conseguenze non da poco. Infatti, oggi, il tema sulle dipendenze alcol e gioco d’azzardo torna a far discutere, specialmente a fronte delle statistiche.
Secondo i dati riportati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, durante il primo semestre 2017, a Genova, ogni residente che ha giocato d’azzardo ha puntato in media 650,75 €. I numeri sono aumentati nel giro di un anno. Secondo i dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, in Italia c’è stato un incremento del 6,9% di attività volte al gioco. Questo vuol dire che, nel giro di un anno, sono aumentate da 10.418 a 11.139. Le città che si collocano ai primi tre posti sono Napoli, Roma e Milano, che rispettivamente contano 1.307, 904 e 480 attività. Tuttavia anche la Liguria, rispetto al 2017, ha avuto l’incremento generale del 6,5%. Già soltanto Genova è arrivata ad avere 137 attività nel 2018, rispetto ai 127 che aveva nel 2017, con un aumento del 7,9%.
Dal 2011 al 2016, le persone seguite dal Sert sono aumentate da 116 a 368.
Di fronte a questi dati, è scontato dire che la situazione sia peggiorata nell’ultimo anno, tant’è che si continuano a presentare mozioni e interpellanze. Un esempio è il Consiglio del Municipio VI, che si è tenuto il 12 novembre 2018, in cui si è discusso il problema dell’alcol e del gioco d’azzardo. Dall’assemblea è scaturito che il gioco porta via il 12% del budget famigliare. Inoltre, dal 2011 al 2016, le persone seguite dal Sert sono aumentate da 116 a 368. Non occorre, però, analizzare i numeri per capire che il problema esiste ancora, basta entrare in qualsiasi bar per accorgersi della situazione. “Sta diventando una piaga sociale –ha sostenuto la consigliera Carì- non un problema di passaggio”.
Tuttavia l’emergenza non riguarda solo il gioco d’azzardo. Durante l’assemblea del Municipio VI, la consigliera Tassaro è intervenuta chiedendo una “procedura d’urgenza relativa alle problematiche sul consumo dell’alcol e droga tra giovani”. Secondo il rapporto 2018 di ISTISAN, l’alcol è classificato al terzo posto, in Europa, come causa principale di morte prematura, dopo il fumo e l’ipertensione arteriosa.
In Liguria, nel 2016, sono stati rilevati il 78,6% degli uomini e il 56,5% delle donne che hanno consumato almeno una bevanda alcolica. Rispetto alle statistiche precedenti, i dati sono rimasti pressoché invariati.
Le bevande alcoliche sono ancor più cancerogene per le donne e i giovani, e i dati preoccupanti riguardano proprio queste due categorie. La percentuale delle donne con comportamenti a rischio è del 12,3%, superiore alla media nazionale. Inoltre “l’emergenza -ha riferito il consigliere Bruzzone a Era Superba- si riferisce a fasce di età sempre più basse”. Infatti, nel 2016, a livello nazionale, il 53,8% dei ragazzi e il 43,4% delle ragazze di età compresa tra 11 e 25 anni ha consumato almeno una bevanda alcolica.
Oggi i numeri non sono cambiati e il problema persiste. Ogni anno, al pronto soccorso, giungono migliaia d’intossicazioni alcoliche e il numero dei minori è sempre crescente. Basti pensare che ogni anno, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, in Italia vengono spesi circa venticinque miliardi di euro per i danni causati dal consumo di alcol.
Almeno in Liguria la lotta resta sempre aperta e si cerca di sensibilizzare i più giovani al tema. Infatti, come ha dichiarato Gianni Testino, presidente della Società italiana di Alcologia e responsabile del Centro alcologico della Asl 3, in un’intervista a La Repubblica, il consumo di alcol si diffonde sempre di più tra i ragazzi che frequentano la terza media. Dunque è importante attuare una prevenzione tra i giovani intorno ai tredici anni. Per questo è stata redatta una presentazione, a cura di Patrizia Balbinot, Luigi Bottaro e Gianni Testino, con il titolo “Educazione ai corretti stili di vita” da portare nelle scuole. In questo modo, la speranza è quella di istruire sempre di più gli studenti sulle conseguenze che l’alcol apporta all’organismo umano.
Esistono delle azioni per contrastare la problematica? Al momento pare di no, almeno finché non verrà alla luce una legge vera e propria. Bruzzone ha riportato anche che “sono già state presentate interpellanze e mozioni, ma c’è sempre stata un’apatia istituzionale. Questo argomento -tra l’altro- è importante perché riguarda i giovani e le loro famiglie”.
Una proposta per contrastare il gioco d’azzardo è stata avanzata dalla consigliera Carì, in assemblea. “Un incentivo –ha detto- per agevolare gli esercenti, potrebbe essere quella di abbassare tasse, come la tari o la tasi, a fronte dell’eliminazione di queste macchine che inducono ragazzi e padri di famiglia a rovinarsi la vita”.
C’è, invece, chi vuole adottare soluzioni più drastiche. “Non si deve parlare di riduzione –ha sostenuto il consigliere Costanzo– bisogna togliere le licenze”.
La richiesta generale è che si faccia, perlomeno, una campagna di sensibilizzazione contro le dipendenze. Il consigliere Pinna ricorda il risultato ottenuto dalla proposta che, partita da Genova, è stata portata a Roma da Lorenzo Basso per abolire le pubblicità sul gioco d’azzardo.
Tuttavia, la battaglia contro il problema non è finita. Bruzzone ci informa che “è stato chiesto al sindaco che cosa si vuole fare per contrastare il gioco d’azzardo dato che nella scorsa commissione non si era parlato. Dopo il sollecito, restiamo in attesa di risposte concrete.”
Veronica Garreffa