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Luigi Marangoni, intervista con l’attore e regista

Luigi Marangoni, nato a Rovigo, ha mosso i primi passi nel teatro del Lemming e si è diplomato Bottega Teatrale di Vittorio Gassman.


28 Ottobre 2011Interviste

Luigi MarangoniAttore e regista, Luigi Marangoni nasce a Rovigo nel 1972,  muove i primi passi al Teatro Lemming di Massimo Munaro e si diploma alla Bottega Teatrale di Vittorio Gassman

Oggi, genovese d’adozione, si definisce “in un vortice di vita che mi ha ingoiato completamente.” Quel vortice che si chiama teatro, un vortice fatto di testi, progetti, scene, costumi, luci e furgoni…

Dopo essersi cimentato anche nella regia, saprebbe tracciare un parallelo tra il regista e l’attore? In quale ruolo riesce a esprimersi meglio?

Penso che con il ruolo di interprete teatrale mi sia avvicinato sempre più alla concezione di attore come autore di se stesso e di conseguenza dello spettacolo di cui fa parte. La passione che mi lega al teatro è totale e racchiude la recitazione come la regia; credo pertanto di potermi meglio esprimere nel ruolo di “attore come regista di se stesso”.

Cosa significa essere attore oggi?

La ricerca della via alternativa per comunicare con la gente sostengo sia essenziale oggi per chi fa teatro; mediante la completa consapevolezza del lavoro artistico prodotto è possibile toccare le persone e, di conseguenza, riuscire a scuoterle.

Quali sono le principali caratteristiche che costituiscono le basi per essere o divenire attore? Saprebbe dare la sua definizione di “talento”?

Sostengo che entrambe le questioni possano essere esplicitate dalla descrizione del talento: la caratteristica principale è innata, ed è l’amore incondizionato per l’arte intesa come profonda ricerca di se stessi e degli altri, che sfocia, nel caso dell’attore, nell’imprinting dato ad una disciplina che richiede forza e impegno. Altrettanto importante è la fluidità con la quale l’attore o il potenziale attore riesce a conoscersi e a legare il suo ascolto interiore con quello esteriore equilibrato sempre dal pensiero e dalla coscienza di sé. Penso che il talento sia disegnato da queste parole e che colui che possiede naturalmente queste qualità possa giocarsi le sue carte!

Annalisa Serpe


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