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Nervi, scarichi fognari abusivi inquinano il mare: urgono analisi

Nervi, una delle più belle località turistiche e balneari della riviera ligure, tra le più famose nel mondo. Ma il problema degli scarichi fognari in mare nei pressi di Passeggiata A. Garibaldi ancora oggi resta insoluto


21 Novembre 2013Notizie

NerviSono passati diversi mesi dall’ultima volta che si è discusso del problema che riguarda gli scarichi fognari in mare davanti alla scogliera nerviese, nei pressi della passeggiata A. Garibaldi e del litorale sottostante. Ai tempi scattò il divieto di balneazione nel tratto compreso tra la stazione e la Torre Gropallo e la segnalazione “in rosso” nel sito di Arpal del luogo interessato. All’epoca Arpal aveva appunto segnalato la presenza in quantità eccedenti ai limiti fissati di “escherichia coli”, prova dell’inquinamento di origine fognaria. Il motivo era l’esistenza di scarichi abusivi delle abitazioni, sia quelle più a mare che quelle in collina, a Sant’Ilario, con i conseguenti liquami di abitazioni private, condomini, alberghi e bar che giungevano fino al litorale. Inoltre, sempre nello stesso periodo, la presenza di coliformi fecali era stata riscontrata anche lungo la spiaggia di Priaruggia, dove i ritrovamenti erano dovuti in questo caso non a problemi di sistema fognario, bensì all’azione del limitrofo Rio Castagna. All’epoca le vicende erano state risolte grazie alla sinergia tra Arpal, autore di analisi delle acque e dei terreni, Aster, addetto alla manutenzione dei siti in questione, e del Comune, con l’allora Assessore all’Ambiente Senesi.

Com’è oggi la situazione? «Non ci sono sostanziali novità – risponde l’assessore all’Ambiente del Comune Valeria Garotta – sono stati fatti controlli su alcuni scarichi privati, i dati rilevati hanno confermato la situazione, ma ad oggi è tutto fermo alle vicende del 2011-2012». Nel corso di #EraOnTheRoad a Nervi abbiamo preso visione della situazione e abbiamo parlato con i rappresentanti di Legambiente.

L’anomala situazione nerviese era venuta alla luce in concomitanza con lo svolgimento dei lavori di costruzione di un park interrato in corrispondenza di Via delle Palme: qui, nel corso dei lavori, erano emerse vicende “poco chiare” ed erano venuti alla luce anche i fatti relativi allo scarico nelle reti bianche di fango e terreni di lavoro. Ma si trattava solo della punta dell’iceberg: quello degli scarichi è un problema generale che riguarda l’intero territorio nerviese, «da Sant’Ilario alla Passeggiata», come confermano i rappresentanti di Legambiente. Il fatto è che molte case nella zona di Nervi non sono dotate di attacco di fognatura ma di fossa biologica, e ciò crea il rischio di ritrovamento di liquami nei corsi d’acqua a valle. È quasi una certezza, commentano da Legambiente, ma finora prove non sono state fornite. Servirebbero analisi, che però hanno un costo elevato e per questo non sono ancora state svolte.

Così commenta Andrea Agostini di Legambiente: «Bisogna partire dal fatto che noi sappiamo ma non possiamo provare. Una soluzione potrebbe essere accedere ai dati dei controlli dell’Arpal nei vari punti di analisi a Nervi e confrontarli. Se ci fossero valori più alti costanti, si potrebbe fare un prelievo dopo una bella pioggia e farli analizzare – a pagamento, purtroppo – e infine si potrebbe procedere a far analizzare – sempre pagando – alcuni scarichi a mare anche dal punto di vista chimico. Da li potremmo avere dati e non querele: viceversa, c’è il rischio di incorrere in beghe legali (cosa che non è assolutamente nelle nostre intenzioni)».

Problema analogo a quello nerviese, anche a Bogliasco, dove tempo fa – sempre nel 2011, dopo una serie di analisi condotte sul territorio – erano stati rilevati dati inequivocabili dai quali era emerso che i liquami venivano scaricati direttamente in mare invece che nella rete fognaria. All’epoca c’era stata grande mobilitazione ed era intervenuta l’Amministrazione Civica, che aveva collaborato nell’individuazione dei “reprobi”, colpevoli di questi atti dannosi nonché contrari alla normativa. A Nervi, invece, non ci sono certezze, solo forti sospetti: servono analisi per risalire ai responsabili.

 

Elettra Antognetti

 


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