Un'opera da 135 milioni di euro che prevede l'affiancamento all'attuale struttura ospedaliera di un nuovo complesso radicato nel sottosuolo. Il progetto sblocca la costruzione di edifici residenziali in un'area di 20mila metri quadrati. «Viene il dubbio che possa essere realizzata per interessi che esulano dalla salute pubblica», è la prima reazione della Lista Doria a Tursi
Sta circolando la notizia che la giunta regionale, in una parte di seduta non coperta dalla consueta diretta streaming, la scorsa settimana abbia dato il via libera al progetto per la realizzazione del nuovo ospedale Galliera seppure in maniera non ancora del tutto ufficiale. Il progetto, ridimensionato rispetto a una prima stesura che avrebbe richiesto 180 milioni di investimenti, prevede il mantenimento della funzione sanitaria per buona parte dell’attuale ospedale che verrà completato da una nuova struttura con un profondo radicamento nel sottosuolo. I posti letto saranno nell’ordine di grandezza di 400, anziché i 500 inizialmente previsti, ma dovrà essere liberata un’area di circa 20 mila metri quadrati da destinare a nuove funzioni abitative. Un passaggio imprescindibile per cofinanziare gli investimenti necessari.
La situazione, naturalmente, è monitorata con grande attenzione anche dalle parti di Palazzo Tursi, ove iniziano a registrarsi le prime reazioni. Su tutte, quella di Lista Doria che, oltre alle questioni edilizie, vorrebbe porre l’attenzione su alcune urgenti problematiche di carattere sanitario. «In mancanza di un Piano Sanitario Regionale – sostiene la consigliera Clizia Nicolella, dirigente medico presso Villa Scassi – e stanti le attuali direttive nazionali che mirano al superamento dell’assistenza ospedaliera tramite l’articolazione di un sistema territoriale che preveda anche l’installazione di costruzioni dedicate alla salute (si veda ad esempio la piastra sanitaria in Valpolcevera, ndr), pensare a un intervento spot su un ospedale, senza un’analisi del bisogno del territorio, getta sull’opera quantomeno il dubbio che possa essere realizzata per interessi che esulano dalla salute pubblica».
In parole più semplici, che servizi vorrebbe inserire il Galliera nel nuovo padiglione? «I soldi vanno investiti dove c’è bisogno – sostiene in maniera sensata ma anche un po’ lapalissiana Nicolella nel suo intervento sul sito di Lista Doria – e il Galliera deve specificare gli obiettivi che vuole raggiungere attraverso un ingente investimento economico». Se le attività previste potessero essere svolte nella struttura esistente con adeguati interventi di ristrutturazione o se si trattasse di servizi già offerti ad esempio dall’IRCCS San Martino – è la sintesi di quanto sostenuto da Nicolella – il progetto di un nuovo ospedale non avrebbe senso e non dovrebbe essere finanziato.
A proposito di finanziamenti, la cifra necessaria dovrebbe aggirarsi attorno ai 135 milioni di euro: 48 milioni dovranno provenire dalla già citata parziale vendita degli spazi attualmente occupati dall’ospedale; 53 milioni, invece, arriveranno da fondi nazionali e regionali, in funzione anche di un debito pregresso che via Fieschi ha contratto con l’ente ospedaliero; al Galliera, infine, toccherà accendere un mutuo trentennale per i restanti 34 milioni.
Ma è sulla compartecipazione alle spese da parte delle Regione che a Tursi si storce il naso. Il timore, infatti, è che la cifra destinata a finanziare l’ente presieduto dall’arcivescovo Angelo Bagnasco venga sottratta dalle risorse per la realizzazione dell’ospedale di ponente, ritenuto decisamente più urgente e strategico del Galliera bis.
Le questioni aperte o, meglio, da aprire sembrano ancora molte e parecchio sostanziose. C’è, ad esempio, il capitolo che riguarda l’iter urbanistico di un progetto presentato nel 2009 e non sottoposto a procedura di valutazione ambientale, all’epoca non ancora introdotta dalla Regione Liguria. Ma siccome le pietre devono ancora essere posate, il nuovo Galliera è comunque soggetto a Vas? E ancora: verrà inserito nel nuovo Puc? Per questo motivo pare che gli stessi consiglieri di Lista Doria siano intenzionati a presentare un’interrogazione a risposta immediata al vicesindaco Bernini nella prossima seduta ordinaria di Consiglio comunale, prevista per martedì 29 aprile. Se ciò non bastasse è anche pronta la richiesta di un’interrogazione a risposta scritta sempre indirizzata al vicesindaco per mettere nero su bianco quali siano le competenze e le intenzioni dell’amministrazione genovese a riguardo. In ballo, infatti, c’è la necessità di una variante urbanistica che preveda il cambio di destinazione d’uso per i padiglioni del Galliera attualmente per servizi sanitari ma che diventerebbero a funzione abitativa. «Tale variante – dicono ancora i consiglieri di Lista Doria – è stata bocciata dal Tar e riabilitata dal Consiglio di stato: il Comune intende mantenerla o modificarla? La modifica a tale variante urbanistica deve passare in Consiglio comunale?».
Insomma, come sempre accade con l’avvicinarsi delle elezioni (non solo europee ma anche quelle per il rinnovo di via Fieschi, previste il prossimo anno) le notizie sull’accelerazione di opere grandi, medie e piccole rimaste al palo per anni si moltiplicano tanto quanto i campi di confronto e scontro politico. Solo il tempo potrà dire quante delle molte parole che stanno iniziando a circolare si tramuteranno in fatti, cantieri e opere compiute.
Simone D’Ambrosio