Il project financing prevede una convenzione tra Comune e Gruppo Viziano che consentirà di realizzare un ristorante, bar e sale per eventi/congressi; il problema è la mancanza di un partner che si occuperà di gestire le future attività
Una sfarzosa palazzina in stile liberty, costruita in Piazza Tommaseo ai primi del Novecento allo scopo di ospitare l’accademia di Belle Arti – progetto rimasto incompiuto a causa della mancanza di fondi – nel corso del tempo ha avuto destinazioni diverse, prima palestra, in seguito ambulatorio sanitario, per finire nello stato di abbandono in cui giace ormai da oltre un decennio.
Parliamo dell’edificio di proprietà del Comune di Genova che sorge sopra Scalinata Borghese, nel quartiere di Albaro. Dopo essere divenuto una sorta di “hotel disperazione”, riparo di fortuna per persone in difficoltà, nell’estate del 2009 e fino all’ottobre dello stesso anno ha avuto un sussulto vitale, che poteva far sperare in un suo auspicato rilancio, grazie all’iniziativa promossa dal Gruppo Emergenza Giovani con il progetto “InComunicazione” – quindici artisti di arti visive, tredici architetti e due musicisti – che hanno trasformato la struttura in un laboratorio artistico, con l’organizzazione di performance ed esposizioni.
Purtroppo si è trattato di un’esperienza estemporanea che non ha avuto seguito nonostante la palazzina, dotata di ambienti interni molto semplici rispetto alla ricchezza esteriore, si presti in maniera particolare per l’allestimento di mostre. La meritevole iniziativa dei giovani artisti ha consentito di ripulire e riordinare la struttura e l’adiacente Scalinata Borghese, ma a distanza di appena 3 anni, tutto sembra essere tornato nella situazione di degrado preesistente.
Eppure esiste un progetto di recupero e riqualificazione, risalente addirittura al 2004, presentato dalla “Progetti e Costruzioni s.p.a.” società della famiglia Viziano, che consentirebbe a tutto il complesso di tornare all’antico splendore. Si tratta di un “project financing” – una forma di finanziamento tramite la quale le pubbliche amministrazioni possono ricorrere a capitali privati per la realizzazione di progetti e infrastrutture ad uso della collettività – per restaurare e trasformare i fatiscenti volumi esistenti di Scalinata Borghese. Il progetto prevede la realizzazione di un moderno ristorante con bar, terrazza, sale per eventi e piccoli congressi. Inoltre saranno risanati anche i giardini intorno all’edificio. L’investimento previsto è di oltre di oltre 2,2 milioni di euro a fronte del quale l’immobile verrà affidato in concessione dal Comune di Genova per un periodo di 40 anni.
«I lavori di recupero dell’edificio inizieranno nella primavera 2012 e dureranno 2 anni», si legge sul sito web del Gruppo Viziano (presente nel campo dell’edilizia da oltre sessant’anni, opera nel settore della consulenza e progettazione, della promozione edilizia e dei lavori in appalto). Finora però in Piazza Tommaseo non si muove una foglia.
«Il Gruppo Viziano non ha ancora individuato un partner per il project financing – spiega il vicesindaco e assessore con delega all’attuazione dei grandi progetti di riqualificazione urbana, Stefano Bernini – Il problema è che occorre individuare un gestore dei locali in cui si svolgeranno attività di ristorazione e congressi. Fino a quel momento la convenzione tra Comune e “Progetti e Costruzioni s.p.a.” non può essere conclusa».
«Tutto è partito nel 2004 con la presentazione del project financing – spiega l’architetto Maria Luisa Viziano – Il progetto ha richiesto tempi lunghi soprattutto perché abbiamo dovuto rispettare le indicazioni del Comune e le prescrizioni della Soprintendenza, visto che si tratta di un bene vincolato».
Il motivo dell’empasse che ha impedito di dare il via alla riqualificazione è riconducibile alla differenza di vedute tra Comune e costruttori «Per circa due anni, tra 2007 e 2009, abbiamo avuto una diatriba con l’amministrazione comunale, la quale pretendeva che noi riqualificassimo i locali e poi versassimo anche un affitto decisamente oneroso – continua Maria Luisa Viziano – Invece, secondo il project financing, l’investimento lo ripagheremo nei 40 anni previsti dalla convenzione. Anche il Comune ha preso atto che le sue richieste erano impossibili da soddisfare».
Oggi finalmente siamo giunti alla sistemazione degli ultimi tasselli mancanti che probabilmente renderanno possibile trasformare in realtà l’intervento di riqualificazione «Ci sono stati richiesti alcuni interventi aggiuntivi – spiega l’architetto Viziano – in particolare la realizzazione di un ascensore di collegamento tra la parte alta di via Francesco Pozzo e quella bassa per agevolare l’accesso ai locali anche per le persone diversamente abili. La settimana scorsa (ai primi di luglio, ndr) è arrivata l’autorizzazione da parte della Soprintendenza. Con l’estate dovremmo concludere l’iter. Ai primi di settembre potremmo ottenere il permesso a costruire e dare così l’avvio ai lavori».
Indubbiamente l’aver atteso tutto questo tempo ha complicato le cose, come ricorda Maria Luisa Viziano «All’epoca della presentazione del progetto c’erano diversi gestori interessati alla struttura. Nel frattempo alcuni hanno addirittura visto fallire le proprie attività. In questo momento, per fortuna, altri soggetti hanno timidamente manifestato il loro interesse ma sono spaventati dall’investimento. In un periodo di crisi economica come quello odierno è più che comprensibile».
«Noi svolgiamo il mestiere di costruttori e per forza di cose dobbiamo individuare un partner – conclude l’architetto – In questo modo la riqualificazione potrà essere eseguita su misura. Ma stiamo valutando la possibilità di una maggiore flessibilità negli interventi che consenta anche altre soluzioni in corso d’opera. Siamo comunque fiduciosi che la situazione si possa sbloccare: crediamo fortemente nell’opportunità offerta da questo investimento».
Matteo Quadrone
Foto di Daniele Orlandi
Commento su “Scalinata Borghese, progetto fermo da 8 anni: rimane solo il degrado”