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Silvano Agosti racconta il suo “discorso tipico dello schiavo”

"Non bisogna mettere i fiorellini alla finestra della cella, altrimenti quando la porta si aprirà nessuno vorrà più uscire..."


25 Aprile 2010Interviste

Silvano AgostiSilvano se dovessi racchiudere oggi in poche righe il tuo “discorso tipico dello schiavo”, come un messaggio sul telefonino a milioni di persone nello stesso istante… cosa scriveresti?

Nessuna somma al mondo vale un giorno della tua vita vissuta in libertà, vale a dire sulla scia silenziosa dei desideri e non nel chiasso degli obblighi.

Tu hai girato l’Oriente in sacco a pelo, come sopravvivevi, come ti sei mantenuto?

Un vero miracolo. A partire dalla Grecia e poi in Turchia e in Siria e in Giordania e nel Libano e in tutto il nord Africa, avevo con me un biglietto di due dollari e non ho mai avuto bisogno di cambiarlo perche’ ovunque mi svegliassi c’era un essere umano, uomo o donna che mi porgeva del cibo con infinita tenerezza. Puo’ sembrare incredibile ma e’ stato cosi’.

Il lettore si stara’ domandando: Bene… Ma oltre ai sogni da rock star, da attore hollywoodiano e alla vita da eremita, quali sono le vie alternative ai mille euro al mese del mio principale? Proviamo a dar loro qualche spunto… qualche esempio da cui partire, qualche riferimento… qualche cosa ben precisa su cui riflettere… Oltre il lavoro subordinato, quali strade pensi possa intraprendere un giovane oggi per sopravvivere in questo mondo?

Innanzitutto va ripristinato il meccanismo dei desideri naturali, quelli che in genere ha un bimbo di 4 anni che non desidera ne’ soldi ne’ ragazze, ne’ carriere ma, se ha dormito e mangiato, desidera solo giocare. Si tratta di giocare col mondo e con gli eventi come se fossero a disposizione della nostra fantasia. Non esiste Essere al mondo che non abbia voglia di giocare e il gioco di un bimbo cresciuto si chiama creativita’, in qualsiasi forma o quantita’. Il lavoro subordinato e’ in genere un crimine, ma per tre ore al giorno a pieno stipendio si puo’ anche accettare. Al limite va cercato un padrone con un minimo di cervello, gli va chiesto quali sono i compiti da svolgere e tali compiti ci si organizza per svolgerli in tre ore, tempo interminabile per una persona serena e che sta pensando alle rimanenti 21 ore di liberta’. Ma meglio e’ se ognuno si inventa la possibilita’ di vivere della propria creativita’. Inoltre sconsiglio a chiunque di sopravvivere, si tratta invece di vivere e vivere, lo ripeto, significa ritrovare i desideri naturali e dare loro una risposta.

Cantautori, poeti, pittori, cineasti… Il mondo e’ pieno di talenti. Ma per pubblicare libri viene richiesto denaro, per incidere dischi serve denaro, se suoni dal vivo non guadagni piu’ di trenta euro a serata e se vuoi fare del cinema nessuno ti da i soldi per iniziare a girare il tuo primo film. Quale strada deve seguire secondo te un artista emergente per riuscire a vivere della sua attivita’?

L’arte fatta con i soldi somiglia all’amore fatto con i soldi, ovvero non e’ altro che un nulla travestito da evento. Ho scritto un manuale intitolato “Come produrre un film senza denaro o, per capirci meglio, senza spendere neppure un euro”. Io di film lungometraggi ne ho prodotti 12 senza denaro e una sessantina di documentari. Naturalmente per prima cosa ho eliminato la troupe e mi sono assunto la responsabilita’ di scrivere la sceneggiatura, fare la fotografia, il montaggio, la produzione e anche la distribuzione. Insomma “Comanda e fai da te, sarai servito come un re…”
Infine non credo esista il Cantautore o il Poeta, ma un essere umano che si e’ ridotto a identificarsi in un ruolo, sia pur giocoso. In realta’ tu Cantautore o tu Poeta, come essere umano, appunto, sei una infinita’ di altre cose…

Gabriele Serpe


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