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Arriva Cinebox, il concorso di Habanero per videoclip musicali

A breve l'uscita di "Cinebox/Premio Videoclip Musicali Indipendenti Genova", concorso di Habanero per dare voce alle tante realtà che operano in città nel campo dei video musicali. L'intervista a Emanuele Podestà, art director del giovane collettivo genovese


10 Dicembre 2013Interviste

band musicaIn arrivo un’altra novità dall’associazione Habanero, attiva ormai da tre anni sul territorio genovese attraverso l’organizzazione di eventi “indie” che sono diventati appuntamenti fissi per gli appassionati: a breve uscirà un bando di concorso per video musicali a produzione indipendente, iniziativa che denota attenzione per una realtà che in loco è effettivamente molto vivace e prolifica ma che non gode della sufficiente visibilità. Ne abbiamo parlato con Emanuele Podestà, art director di Habanero.

 

Come nasce l’idea di Cinebox?

«In continua ricerca, un viaggio sul linguaggio in generale che è partito con la scrittura, passando per la musica, aveva un naturale passaggio nei video musicali. Cinebox nasce dalle risposte e dai feedback di Babel, Festival di editoria, musica e persone indipendenti, la cosa alla quale siamo più affezionati tra quelle che facciamo. Quindi Cinebox nasce come nuova occasione per stare insieme come piace alla gente che è solita seguirci».

 

Come si svolge il contest , quali sono le fasi, chi può partecipare?

«Prima di Natale uscirà il bando con le nomination e le categorie alle quali iscriversi, poi fino a marzo ci sarà la fase nella quale sceglieremo i vincitori. Sceglieremo tutti insieme. Il tutto culminerà con una festa il 5 aprile presso Villa Bombrini. La Villa d’estate è uno spazio molto bello per i concerti, noi vorremmo far vivere anche l’interno grazie alla Genova Liguria Film Commission e Società per Cornigliano».

 

Mi sembra di capire che avete scelto di riservare una categoria ai video genovesi: quali sono le caratteristiche e le motivazioni della categoria “local heroes”?

«La scena musicale e, in generale, artistica genovese è maturata molto negli anni e merita tutto il risalto che le riusciremo a dare. Soprattutto perché vogliamo premiare anche tanti “addetti ai lavori”, la gente che lavora dietro un video o un progetto, è la nostra speranza più grande».

 

Il pubblico dei social è chiamato a partecipare col ruolo fondamentale di giudice: in questo modo non si corre il rischio classico che vada avanti non chi ha prodotto il lavoro migliore ma chi ha più contatti e riesce quindi a farsi votare di più?

«Noi siamo degli inguaribili neoromantici metropolitani dalla parte della gente, la gente voterà bene le categorie (non sono tutte) nelle quali è chiamata a svolgere ruolo di giudice. Vedrete».

 

Dall’esordio come collettivo di scrittori alla casa editrice all’organizzazione di eventi e ora questo contest… molte cose in poco tempo, tre anni se non sbaglio. Quanto vi è costato questo percorso in termini di sacrifici? Quali i momenti più duri e quali i feedback positivi che vi hanno fatto continuare? Come affrontate uno scenario fosco come quello odierno? Visto che i nostri ministri non fanno che ripetere che con la cultura non si mangia, voi cosa rispondete con la vostra esperienza? Riuscite a “mangiare” con quello che fate?

«Sacrifici? Per noi è un piacere, tutto qua. Se ci riusciamo a mangiare, a vivere?… Beh, sulla questione pratica non so che dirti,  sicuramente non riusciremmo a vivere senza fare queste cose. È un progetto che va al di là del ritorno immediato. Abbiamo responsabilità che dobbiamo non tradire ormai. Tre anni dal primo libro, due dal primo concerto: comunque fa impressione anche a me!»

 

Avete portato a Genova nomi importanti del mondo artistico-musicale e per di più in luoghi della cultura cittadini assolutamente riconosciuti: uno si immagina, a pensare al piccolo collettivo che contatta il grande nome, chiusure e rifiuti. Come siete riusciti ad ottenere fiducia? Avete incassato o incassate ancora dei no?

«Per quanto riguarda gli artisti, il mondo della musica è aperto, vivo, disponibile, mai avuto chiusure o preclusioni. Sappiamo i nostri limiti e le nostre forze (entusiasmo ed educazione) e quindi sappiamo chi contattare. Abbiamo la stessa fortuna anche con le Associazioni, gli Enti e le Fondazioni che ci aiutano e ci ospitano, creiamo un rapporto di fiducia, ci mettiamo tutta la speranza e la passione che abbiamo e questo è l’unico segreto per associazioni come la nostra».

 

Partecipanti e pubblico votante possono seguire la pubblicazione del bando e gli step del concorso sulla pagina Facebook di Cinebox.

 

Claudia Baghino


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