Dopo i primi 16 acquisti a giugno, ecco la seconda tranche che interessa 62 beni. Ancora fortificazioni ed ex gallerie antiaeree, nuove acquisizioni per quanto riguarda la viabilità di sponda del Bisagno e del Polcevera
Prosegue, seppure a rilento a causa delle tardive risposte arrivate a Tursi, il percorso di acquisizione gratuita da parte del Comune di Genova di immobili e terreni dal Demanio statale e militare (qui l’approfondimento) così come previsto dal programma di “federalismo demaniale” inserito nel cosiddetto “Decreto del Fare”. È stata approvata all’unanimità in Consiglio comunale la seconda delibera (qui l’approfondimento sulla prima tranche) che dà il via libera definitivo all’acquisizione di una serie di beni rientranti in quelle 120 voci richieste ufficialmente da Tursi, sentiti anche i Municipi, alla fine del 2013.
La delibera tratta nel dettaglio 62 immobili per la maggior parte dei quali il Demanio ha accettato la richiesta di acquisizione e per cui il Comune ha confermato il proprio interesse. Si tratta innanzitutto di una serie di strutture e terreni utili a completare il sistema difensivo dei forti in parallelo al processo di acquisizione dei forti stessi (qui l’approfondimento). Sotto questa voce sono compresi: l’ex Batteria nord-sud del Forte Richelieu, l’ex Batteria Belvedere parte dell’ex Batteria di San Simone, l’ex caserma e magazzino del telegrafo a Forte Tenaglie e la polveriera di Porta Mura Angeli a patto che non siano vincolate dalla Sovrintendenza. A queste strutture si aggiungono il terreno limitrofo al Forte di Santa Tecla, il terreno via Domenico Chiodo e salita del Castellaccio, l’ex campo di tiro a segno del Lagaccio in via del Peralto e diverse aree e manufatti sul Monte Moro per un progetto di valorizzazione del levante genovese.
Un’altra serie di beni, invece, sarà acquisita a migliorare la mobilità locale e il trasporto pubblico. In questo capitolo rientrano anche beni già utilizzati per il traffico cittadino ma il cui ottenimento da parte del Comune sgraverebbe le casse di Tursi di alcune servitù e potrebbe consentire una più facile gestione e manutenzione. Ecco, dunque, che nella delibera troviamo alcune parti delle rampe di accesso alla Sopraelevata di via Quadrio per lo svincolo di via Madre di Dio e il cammino di ronda Piazza Caricamento nella zona sottostante la rampa di uscita in via della Mercanzia. Ci sono, poi, l’area “ex Derna” a Sampierdarena funzionale al miglioramento della viabilità di Lungomare Canepa, un tratto di oltre mille metri quadri del greto dell’ex torrente Veilino per ottimizzare l’accesso al Cimitero di Staglieno, un’area lungo via Multedo ed altri tratti di ex strade militari ad oggi già parzialmente sfruttati per viabilità urbana.
Sempre al fine di migliorare collegamenti viari, pedonali e per usi specifici utili ai servizi di trasporto pubblico, il Comune conferma l’acquisizione di una ventina di gallerie, nella maggior parte dei casi ex ricoveri anti aerei. Sotto questa voce troviamo gli immobili di:
via della Marina per l’uscita di sicurezza della Metropolitana; via Cantore per l’ascensore Amt di collegamento con l’ospedale Villa Scassi; corso Magenta, corso Armellini e via Ponterotto già sfruttate per l’accesso ad ascensori pubblici; via Vianson in quanto utilizzata dal museo di Villa Doria Pallavicini; via Reggio, via Monte Contessa, via Buffa/via Alassio, via Pegli/via Caldesi, via Airaghi/via Villini Negrone per interesse manifestato dal Municipio Ponente; galleria Mameli impropriamente denominata Mazzini; un ex ricovero antiaereo a Coronata funzionale alla riconversione dell’ex complesso ospedaliero; le gallerie di via Vado/Villa Rossi per interesse del Municipio VI Medio Ponente; l’ex ricovero antiaereo di Porta Soprana e quello di via Vernazza utilizzati principalmente per i lavori della Metropolitana; un deposito automezzi di Amiu alla Volpara; l’ex ricovero antiaereo di Palazzo Tursi; la galleria di accesso a corso Firenze da via Paleocapa, già utilizzata dalla viabilità ordinaria; la galleria Bixio; l’ex ricovero antiaereo di piazza Acquaverde in posizione strategia dell’ambito dei lavori di riqualificazione della stazione ferroviaria di Piazza Principe.
Suscita grande interesse per il miglioramento della viabilità di sponda dei torrenti Bisagno, Polcevera e Secca l’acquisizione di tratti dei greti di alcuni ex torrenti e dei terreni limitrofi. Sotto questa voce le strade coinvolte più interessanti risultano: via Emilia, via Geirato, via Struppa, la sponda destra del Bisagno a Prato, Lungomare Dalmazia, la sponda sinistra del Polcevera, un terreno incolto in via Lepanto e il terreno dell’ex caserma Nino Bixio funzionale alla mobilità dell’ospedale Galliera.
A completare il quadro delle acquisizioni, altri quattro immobili che, con tutta probabilità, verranno sfruttati da Tursi per essere rivenduti e fare cassa. In particolare, si tratta di un negozio al civici 4 e 6 rossi di via Torti, un laboratorio in Salita al Santuario n.2, l’ex casa con “magazzeno” di via Mura del Molo n.2, l’ex casa littoria di Giminiano a Rivarolo.
Come già successo nella prima delibera, anche in questa sono contenuti alcuni beni inizialmente inseriti nell’elenco delle manifestazioni di interesse da parte del Comune che, a seguito di opportune verifiche, sono stati stralciati dalle richieste a prescindere dalla disponibilità del Demanio. Si tratta dell’ex galleria di Borgo Incrociati, a rischio esondabilità e murata nel corso dei lavori di riqualificazione della Stazione Brignole; di una copertura del torrente Foce tra via Airaghi e via Cordanieri perché, differentemente da quanto pensato, non è contigua con sedime stradale pubblico bensì privato; un parcheggio e un manufatto in via delle Fabbriche sul greto del Cerusa, tenuto conto della particolare collocazione non strategica.
Infine, vi sono anche tre spazi per cui il Demanio ha comunicato il proprio diniego alla disponibilità di passaggio di proprietà. Il primo riguarda l’area su cui sorge il ristorante di Punta Vagno perché oggetto di contenzioso in via di soluzione tra il Demanio e i proprietari del locale; le altre due si riferiscono all’ex “Casa del soldato” in piazza Sturla e alla caserma Andrea Doria per cui il Ministero della Difesa ha manifestato l’interesse di sfruttarle come alloggi di servizio. L’immobile di Carignano, in particolare, sembrerebbe destinato a ospitare la nuova sede della caserma dei Carabinieri attualmente nel vicino complesso della caserma Pilo. Su questi due ultimi beni ritenuti strategici per la città, uno come valore architettonico-culturale l’altro per l’inserimento di funzioni urbane, Tursi non si arrende e ha chiesto l’avvio di un tavolo di trattativa e concertazione con l’Esercito, alla presenza del Demanio, per capire quali siano le reali esigenze del Ministero della Difesa e se non si potesse, invece, quantomeno ottenerne una parte o, eventualmente, scambiarli in permuta con altre aree.
Simone D’Ambrosio