"Aste al massimo ribasso" le chiama il sindacato autonomo Fials. A gara anche l'assistenza ai minori disabili e il barellamento al Villa Scassi
A causa del blocco delle assunzioni di personale, conseguenza della stagione di tagli di risorse previsti dalla Regione Liguria, l’azienda sanitaria locale genovese (Asl 3) si trova costretta, se vuole garantire i servizi, ad assumere lavoratori esterni tramite gare d’appalto.
«Aste al massimo ribasso», le chiama il sindacato autonomo Fials, che denuncia a gran voce l’ultimo esempio in ordine di tempo, ovvero le 4 gare per l’affidamento di altrettanti servizi clinici per un periodo di 48 mesi (4 anni), stabilite con la recente delibera n. 245 del 29 marzo 2012.
Il documento aziendale dell’Asl 3 ribadisce che è «Ritenuto opportuno, nell’espletamento della procedura di gara per l’individuazione di un nuovo contraente, adottare come criterio di aggiudicazione quello stabilito dall’art. 82 del D.lgs. n. 163/2006 e cioè dell’offerta più bassa».
Ma stiamo parlando dell’esternalizzazione di alcuni servizi particolarmente delicati. Si tratta, infatti, di 3 lotti, così suddivisi:
Lotto 1: 36.500 ore annuali di assistenza infermieristica a favore della popolazione detenuta presso il carcere di Marassi (numero di personale richiesto: 20 infermieri e 3 OSS); 14.000 ore annuali per l’assistenza infermieristica a minori e studenti affetti da particolari patologie nel territorio di competenza della Asl 3, da prestarsi presso la scuola o a domicilio (9 infermieri); per un costo totale annuo di 1.212.000 euro (costo lavoro orario lordo: 24 euro).
Lotto 2: 34.114 ore annuali per l’assistenza infermieristica a favore della popolazione detenuta presso il Centro Clinico all’interno del carcere di Marassi (11 infermieri e 9 OSS); per un costo totale annuo di 819.000 euro (costo lavoro orario lordo: 24 euro).
Lotto 3: 17.520 ore annuali per il servizio di trasporto degli utenti (barellamento) all’interno del Dea dell’ospedale Villa Scassi (10 ausiliari); per un costo totale annuo di 315.000 euro (costo lavoro orario lordo: 18 euro).
«Invece di bandire i concorsi e assumere il personale la Regione e l’Azienda appaltano – spiega Mario Iannuzzi, Fials – La linea dei tagli e delle chiusure, la linea della progressiva demolizione del servizio sanitario pubblico, deborda fino ad appaltare il lavoro vivo di Infermieri, OSS e Ausiliari».
«Nella sua essenza il bando dell’Azienda non è altro che un appalto di manodopera giocato sul ribasso d’asta – sottolinea Iannuzzi – e quindi, in questo caso, unicamente sulla riduzione del “costo del lavoro” e sui salari dei lavoratori, molti dei quali, manco a dirlo, saranno giovani disoccupati e lavoratrici immigrate con l’aggiunta di qualche pensionato».
Dunque il compenso dei lavoratori in appalto – il cui costo orario lordo va da 24 euro a 18 euro – considerando il ribasso d’asta, le spese generali e il profitto degli imprenditori, non supererà i 7/8 euro all’ora. Secondo i calcoli che il sindacato autonomo Fials si è prodigato a fare, le conseguenze di queste scelte, sono le seguenti.
«Anche ipotizzando un costo del lavoro lordo di 40.000/42.000 euro annuali per ogni Infermiere dipendente della ASL 3 e un costo non superiore a 30.000 euro annuali medie per il personale socio sanitario di supporto (OSS e Ausiliari), è evidente che il costo dell’appalto, calcolato su base d’asta, è superiore – spiega Mario Iannuzzi – La “convenienza” per il padronato pubblico si gioca tutta sul ribasso d’asta e quindi sul taglio del “costo del lavoro” che l’appaltatore potrà conseguire unicamente con contratti meno onerosi (ad esempio a progetto), oppure con assunzioni con finte partita Iva o, meglio ancora, riducendo gli organici di fatto rispetto a quelli richiesti dalla ASL».
«Comunque a contratto pubblico i 62 operatori richiesti hanno un “costo lordo a bilancio” che non raggiunge i 2 milioni di euro e risulta inferiore ai 2.400.000 euro del “costo” messo all’asta – continua Iannuzzi – Aggiungiamo che l’appalto prevede una durata di 4 anni (48 mesi) con un costo complessivo (senza ribasso), di circa 9,3 milioni di euro».
In pratica ci troviamo di fronte a 4 anni senza assunzioni – sottolinea il sindacato – anche se, almeno per quanto riguarda il Centro Clinico del carcere di Marassi, l’Asl 3 mette nero su bianco che «si riserva di non procedere all’aggiudicazione del lotto qualora riuscisse a soddisfare e coprire l’assistenza infermieristica con risorse proprie».
«Qualcuno davvero pensa che non esistano Infermieri, OSS e Ausiliari disposti ad affrontare un concorso pubblico (o chiamata diretta dall’ex collocamento), per un posto “in ruolo” in ASL 3? – è la domanda retorica di Iannuzzi – La verità e che non si vuole assumere. La corsa ai tagli imposta in questa Regione approda al “caporalato legale”. Nessuno si stupirà se alla fine i servizi offerti finiranno nelle mani di qualche consorzio “cooperativo” o di finte ONLUS».
Non è così drastico, invece, il giudizio del sindacato Uil «La Asl 3 prima di predisporre le gare di appalto per i servizi clinici all’interno del carcere di Marassi, ha provato a fare un bando di selezione interna – spiega Emilio De Luca, delegato Uil – ma purtroppo il personale non ha risposto in numero adeguato e l’azienda è stata costretta a decidere l’esternalizzazione».
Il nocciolo della questione, secondo De Luca, è il seguente «Se la regione non concede deroghe per quanto riguarda l’assunzione di personale, l’azienda sanitaria locale deve comunque garantire la continuità dei servizi. Le carenze sul territorio sono ormai evidenti, basta pensare che nel 2011 abbiamo perso per pensionamento almeno 150 lavoratori (tra dirigenti, medici, operatori sanitari,ecc.). L’unica soluzione è una negoziazione con la Regione. Nel frattempo speriamo di recuperare una parte di personale in precedenza impiegato presso le strutture dell’ex ospedale psichiatrico di Quarto, oggi in via di dismissione».
Matteo Quadrone