Il Ministero investì 33 milioni di euro, ma dopo quindici anni la biblioteca rimane chiusa e viene fissata l'ennesima data per l'apertura al pubblico. Si parla di ottobre 2014, i sindacati: «Giustificazione alla cessione di spazi pubblici al fine di far cassa»
A sei anni dalla chiusura del cantiere presso l’ex hotel Colombia di Piazza Acquaverde a Principe, la nuova sede della Biblioteca Universitaria di Genova – che potrebbe costituire una significativa opportunità per la città in termini di potenziamento dell’attrattiva culturale a livello nazionale e internazionale, stimolando di conseguenza occupazione e indotto – rischia di rimanere l’ennesima cattedrale nel deserto. La denuncia arriva dai sindacati Uilpa Mibact e Usb Mibact, dopo le dichiarazioni del Direttore Generale per i Beni Librari, Rossana Rummo, e del Direttore Regionale per i Beni Culturali della Liguria, Maurizio Galletti, secondo i quali «L’intera struttura, nel suo complesso, diverrà pienamente operativa a partire da ottobre 2014, mentre il fondo librario donato alla città da Edoardo Sanguineti sarà disponibile al pubblico entro giugno 2014».
Le organizzazioni sindacali si chiedono con preoccupazione: «Che cosa potrà essere proposto al pubblico entro tali date?». Con le tempistiche attuali «Il rischio concreto è che vengano consegnati dei “contenitori” vuoti. Ad oggi nulla è dato sapere su modalità e tempi previsti per la catalogazione dei 40.000 volumi appartenuti a Sanguineti e la stessa incertezza caratterizza la gestione del trasferimento nella nuova sede dei circa 650.000 volumi attualmente ospitati nella sede storica di via Balbi 3».
D’altra parte tale scetticismo è perlomeno legittimo. Da quindici anni, infatti, si parla del progetto e viene annunciata l’imminente apertura della nuova sede, ma immancabilmente – tranne sporadiche quanto temporanee inaugurazioni per mostrare a pochi fortunati lo splendore delle sue sale – le porte della biblioteca rimangono serrate, lasciando fuori la stragrande maggioranza dei cittadini. L’estate scorsa Era Superba aveva anticipato tutti i ritardi e gli innumerevoli intoppi legati al trasloco (qui l’inchiesta), riportando anche tutti i dubbi dei lavoratori in merito alla gestione delle operazioni di trasferimento del materiale librario, a scapito della principale funzione di una biblioteca pubblica, ovvero rendere fruibili le sue notevoli raccolte librarie e documentarie. Inoltre, durante il nostro sopralluogo di #EraOnTheRoad in diretta social nei locali della nuova biblioteca (era lo scorso ottobre, una delle tante scadenze fissate prima e disattese poi), avevamo incontrato uno degli addetti, solitario e senza compiti da svolgere, a presidiare una biblioteca senza libri e senza studenti. Ci disse: «È ancora in corso il trasferimento dei volumi…». Da quindici anni, però.
Adesso i sindacati vogliono capire se la nuova sede è perfettamente idonea e se ha ottenuto tutte le agibilità necessarie che devono essere certificate dalle autorità competenti. «L’incontro avuto il 14 gennaio 2014 dalle nostre organizzazioni sindacali con il Direttore Generale per le Biblioteche, in presenza del Direttore regionale per i Beni Culturali della Liguria, non ha sciolto i numerosi interrogativi posti all’ordine del giorno e non ha fornito alcuna garanzia sul futuro della nuova struttura – scrivono in una nota Uilpa Mibact e Usb Mibact – L’edificio rappresenta uno dei maggiori investimenti del Ministero per i Beni Culturali in Italia, con un ammontare complessivo del finanziamento di circa 33 milioni di euro». Secondo Uilpa Mibact e Usb Mibact «Si rischia di imboccare ancora una volta la strada dello spreco di denaro pubblico, creando l’ennesima cattedrale nel deserto: uno sterminato e lussuoso contenitore vuoto, privo di strutture e risorse adeguate, da “regalare” ai privati perché ingestibile».
Il lungo elenco di criticità emerse negli ultimi tempi, senza dubbio non fa ben sperare. «Come è possibile che in un edificio appena restaurato, e con un investimento di così rilevante entità, siano state riscontrate infiltrazioni e muffe che mettono a rischio il patrimonio librario antico e moderno? – si domandano Uilpa Mibact e Usb Mibact – È necessario ricordare che fanno parte del cosiddetto arredamento anche grondaie, infissi, finestre, porte assenti, danneggiate o non funzionanti, rilevanti disconnessioni su terrazzi, cornicioni, parapetti di pertinenza e relative infiltrazioni sottostanti, scarichi fognari difettosi, ecc».
Le organizzazioni sindacali, dunque, chiedono alla Direzione Regionale Beni Culturali «Di quali finanziamenti può ancora disporre per mettere in funzione la nuova sede e arredare le sale di lettura, la Biblioteca Sanguineti, i magazzini librari? E ancora, qual è lo stato effettivo di cassa e competenze relative? È auspicabile e necessario, come peraltro richiesto anche dal Direttore Generale Rummo, e come previsto dalla normativa sulla trasparenza, che sia al più presto resa pubblica tutta la documentazione concernente la nuova sede della Biblioteca Universitaria di Genova, i lavori svolti e quelli da svolgere, le modalità di utilizzo dei finanziamenti pubblici».
«Non vorremmo che gli annunci fatti prefigurassero le solite “inaugurazioni” da parata – concludono Uilpa Mibact e Usb Mibact – E l’evidente assenza di un progetto complessivo servisse da giustificazione alla cessione di spazi e attività pubblici, al fine di “far cassa”».
Non si è fatta attendere la risposta di Maurizio Galletti, Direttore Regionale per i Beni Culturali della Liguria «Nei prossimi giorni pubblicherò sul sito della Direzione regionale tutte le informazioni relative alla vicenda. Usb e Uilpa stanno mettendo in giro voci che non corrispondono a verità e, in altri casi, ingigantiscono le situazioni. I lavori sono andati avanti dal 2004 al 2011. Alcune finiture sono state effettuate nel 2012. Al termine della fase di collaudo è partita la gara per gli arredi. L’appalto è stato aggiudicato ma il terzo classificato ha fatto ricorso al Tar, che ci ha obbligato a rivalutare tutte le offerte. Fatto questo, la stessa azienda ha presentato un nuovo ricorso al Tribunale amministrativo. L’ultima udienza si è tenuta il 23 gennaio e l’azienda ha chiesto di differire la seduta, che è stata spostata al 16 febbraio. Se la questione si risolverà entro fine mese potremo rispettare i tempi annunciati (ottobre 2014), altrimenti i tempi giocoforza si allungheranno».
Matteo Quadrone