i lavori di restyling - inseriti nel piano di riqualificazione della Maddalena - sono costati 400 mila euro
Sono finiti i lavori di restauro del famoso ascensore di Castelletto, reso celebre da Giorgio Caproni che intendeva utilizzarlo per raggiungere il paradiso, un impianto ultracentenario – risale infatti al 1909 ed è vincolato dalla Sovrintendenza – che copre un dislivello di 57 metri, paragonabile a pochi altri nel mondo.
Ieri mattina il sindaco Marta Vincenzi, il vice sindaco Paolo Pissarello, Enrico Vesco, assessore ai trasporti della Regione e Paolo Cervetti, amministratore delegato Amt, hanno presentato ai genovesi il risultato del restauro. L’opera, del costo di 400 mila euro, è inserita nel piano di riqualificazione della Maddalena e ha perciò goduto di finanziamenti europei.
«C’è stata un’ottima collaborazione tra Amt, Comunune, Regione, Sovrintendenza e Consulta Handicap con la quale abbiamo studiato l’eliminazione di qualsiasi barriera architettonica – ha dichiarato il sindaco Vincenzi – Parliamo di un gioiello delicato e bellissimo, utilizzato da numerosi cittadini ma anche dai turisti e per questo deve essere ben conservato. Siamo riusciti a sistemarlo grazie ai fondi per lo sviluppo della Maddalena e l’ascensore sarà funzionale per connettere l’antico quartiere del centro storico con la città alta».
Quello di Castelletto è solo l’ultimo impianto di risalita che ha subito un restyling. «Durante il mio mandato – ha sottolineato il sindaco – abbiamo messo a posto tutti gli impianti e per i prossimi trent’anni non avremo più problemi. Per venerdi è prevista l’ultima inaugurazione, quella della ferrovia a cremagliera di Granarolo».
Gli interventi di restauro hanno tenuto in considerazione le indicazioni della Sovrintendenza: tutto è stato ricostruito in maniera fedele, rispettando i vincoli storici ed artistici. I materiali e i colori degli intonaci, le decorazioni in rilievo, le vetrate, i serramenti in ferro, la recinzione del terrazzo, gli arredi, le maioliche che ovviamente non sono più in produzione e sono state riprodotte a mano a partire dalla costruzione dello stampo.
Ma i lavori non hanno riguardato solo gli aspetti estetici. L’usura, dovuta al trascorrere del tempo, ha iniziato a compromettere la stabilità della torre liberty che in occasione dell’ultimo conflitto mondiale aveva perso le vetrate lungo il percorso. È stato quindi necessario un intervento di consolidamento della struttura portante, realizzato con la sistemazione di 20 pali da 16 centimetri di diametro fino a una profondità di oltre 7 metri, connessi con 32 barre orizzontali in acciaio al titanio e con la ricostruzione dei contrafforti, le strutture esterne di sostegno e di parte della muratura, con l’impiego di novemila mattoni, al fine di una migliore distribuzione dei pesi.
Infine in collaborazione con la Consulta Handicap si è provveduto all’abbattimento delle barriere architettoniche, con la modifica dell’apertura delle porte di accesso della stazione inferiore e all’interno della galleria per agevolare il passaggio delle persone in carrozzella e con l’installazione di percorsi in rilievo e di mappe tattili, con segnalazione dei punti significativi, come l’emettitrice dei biglietti e la timbratrice, per favorire gli spostamenti autonomi dei ciechi e degli ipovedenti.
Matteo Quadrone