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La prossima settimana a Genova avrà luogo il X Congresso Mondiale di Mediazione. Si tratta della prima assoluta in Europa, un'occasione per diffondere anche al di fuori dei confini americani la conoscenza di un tema così importante
Come avevamo anticipato a dicembre 2013, il X Congresso Mondiale di Mediazione si svolgerà a Genova a Palazzo Ducale dal 22 al 27 settembre, un convegno internazionale che si è riusciti a portare in Europa per la prima volta. Danilo De Luisa dell’Associazione San Marcellino ci racconta come ciò sia stato possibile, inoltre, abbiamo parlato con Lorena Capilleri dell’Associazione Dimmi di te che ha visto riconosciuto il valore scientifico di un suo progetto di mediazione penitenziaria proprio dal Congresso.
Il titolo della manifestazione non è di immediata comprensione, se non per gli addetti ai lavori. Il tema della mediazione non è certamente uno di quelli di cui si parla tutti i giorni. Per questo ci siamo fatti aiutare dalla dottoressa Capilleri «per mediazione si intende una tecnica che in presenza di un terzo neutrale facilita la comunicazione fra due parti in conflitto». Poi vi sono ovviamente i vari ambiti di azione (scolastica, familiare, penale, culturale) che richiedono che il mediatore professionista sia specializzato in determinata materia.
Ora che il tema dovrebbe essere più chiaro, vediamo perché per ospitare la decima edizione del congresso mondiale è stata scelta la città di Genova. Danilo De Luise dell’associazione San Marcellino, insieme a Fondazione per la cultura Palazzo Ducale e ad altri sponsor, ha portato il X Congresso in Liguria.
Il suo è stato un percorso lungo iniziato con gli studi, le sperimentazioni, la ricerca, la formazione sulla mediazione dei conflitti che è iniziato fra gli anni 90 e 2000. Poi l’edizione del 2005 del Congresso ha selezionato e presentato un lavoro fra quelli realizzati insieme da Associazione e Dipartimento di lingue e culture moderne dell’università di Genova. «È da quiel momento che il lavoro del Congresso è giunto alla nostra conoscenza e ha stimolato la volontà di cercare di portare queste voci in Italia. Negli anni sono partiti progetti di formazione direttamente sul territorio e mano a mano siamo diventati sempre più operativi e si è anche consolidata la collaborazione con gli esperti del Congresso».
L’idea di provare a portare il Congresso a Genova è nata insieme alla Fondazione Ducale, con la quale l’Associazione San Marcellino stava collaborando per una serie di progetti sul territorio. La proposta è stata fatta ad ottobre 2012 e la candidatura di Genova è stata subito accettata, anche in funzione della celebrazione dell’edizione numero 10 che sarebbe coincisa con il primo sbarco in Europa. Da quel momento con le risorse a disposizione si è iniziato a lavorare all’edizione europea del Congresso mondiale di Mediazione.
«Il nostro intento è che sia una cosa di tutti – continua De Luise – anche se ovviamente non potevamo modificare un format ben consolidato da anni come quello del Congresso, abbiamo però chiesto di tenere bassi i prezzi delle iscrizioni e loro ci sono venuti incontro per poter allargare l’ingresso il più possibile. Sono consapevoli del fatto che siamo in Europa, come del fatto che è importante trattare l’argomento e far parlare di queste tematiche».
In Europa, infatti, sul tema della mediazione comunitaria non c’è la stessa sensibilità che si trova in America. «Vuole essere un volano per diffondere il tema delle convivenze – aggiunge De Luise – e che sia a disposizione di tutti, un luogo di confronto non una vetrina per mostrare cose».
Un esempio chiaro di questa intenzione è la scelta di indire una call for paper e una per le buone pratiche, che sono state giudicate garantendo l’assenza di favoritismi grazie al meccanismo della presentazione in anonimato.
L’evento è per la sua quasi totalità dedicato agli iscritti ma sono stati pensati dei momenti teatrali per la cittadinanza oltre ad altri incontri organizzati dai Municipi e Associazioni del territorio.
Il Congresso è strutturato in sessioni plenarie e workshop, uno dei temi ricorrenti è la mediazione penale. Ancora una volta ci facciamo aiutare dalla dottoressa Capilleri per la definire il tema «una tecnica che facilita la comunicazione e l’incontro fra vittima e reo che abbiano, prima, manifestato consensuale volontà all’incontro».
Dal 2000 seguendo i dettami del diritto internazionale, l’Italia si sta adeguando all’applicazione delle pene alternative. Nell’ottica di questo percorso al X Congresso è dedicato uno spazio per individuare e analizzare i passi e i fattori che permettano di passare dai percorsi dalla giustizia retributiva, rieducativa, cioè quella che viene applicata attualmente nelle carceri, ad una di tipo riparativo cioè tutte quelle forme di misure alternative come ad esempio l’affido a servizi, a comunità e non la detenzione. Di questi temi si occupa Capilleri, ed è proprio la mediazione penale il contenuto del workshop che presenterà al Congresso.
«Il problema fondamentale in Italia è che fino ad oggi si è fatto parecchio sui minori in stato di detenzione, l’adulto invece non è stato affrontato per una serie di problematicità e dato che io ho portato avanti un progetto nel 2006 proprio su questo tema, l’ho presentato al Congresso che lo ha validato dal punto di vista scientifico e mi ha dato uno spazio per presentarlo a questa edizione».
Capilleri ha vissuto l’esperienza della detenzione in una comunità di recupero in Sardegna. Ha vissuto tre mesi da detenuta per comprendere come si passi dall’esperienza del carcere alla ripresa di una vita normale. Da questo lavoro è nato un testo che è in corso di pubblicazione da Feltrinelli: “Rientro in memoria – dalla dimensione del vuoto al riconoscimento”.
Gli organizzatori si augurano che il Congresso genovese possa rivelarsi un buon punto di partenza perchè di mediazione si dibatta, più spesso, anche in Europa. Una bella responsabilità per questa vecchia Signora del Mare…
Claudia Dani